InfoAut
Immagine di copertina per il post

Draghi parla. E sono problemi veri per l’Italia

E’ andata che Draghi ha parlato, dicendo “faremo cose straordinarie se richiesto dalla situazione”, ma non ha fatto niente. E’ il primo, grosso problema per il governo Renzi paralizzato dai patti di stabilità europei quindi bloccato negli investimenti e con il Pil in caduta. E per adesso senza un visibile immediato aiuto da parte della Bce (nonostante l’appello di Bini-Smaghi, sodale di Renzi ed ex membro del Board della Bce). E con una recessione che è partita con l’insediamento di Monti e non si è mai fermata a riprova della politica suicida del centrosinistra di appiattimento su Ue e Bce. Ma è anche un problema per Draghi che aveva già usato parole come queste (“faremo tutto quando il necessario”) due anni fa. Nel periodo acuto della crisi del debito sovrano. Allora ebbero un effetto nelle politiche e sui mercati. Oggi ripeterle sembra più che altro un esercizio di governance usurata. Certo, i tassi di interesse rimarranno bassi, e questo non piace ai fondi pensione tedeschi (soggetto che conta) che vedono erosi i loro margini di profitto, ma Draghi, a differenza di altre occasioni (il piano straordinario di finanziamento alle banche del 2011), non è venuto in aiuto agli interessi immediati del governo in carica a Roma. Anzi, se si legge il discorso di Draghi in controluce, dalla Bce per il governo Renzi sembra di intravedere che arrivino più problemi che aiuti.

Ma qui andiamo per gradi: secondo il Financial Times Draghi si è trovato, nel discorso del primo giovedì del mese, a dover dare risposte almeno di fronte a 5 punti nodali che si sono sovrapposti nelle ultime settimane: stagnazione, tensioni, geopolitiche, deflazione, istituzione degli Abs (strumenti di cartolarizzazione del debito che, in sé, sono all’origine della crisi Lehman e che invece la Bce vuol vendere come risolutivi di parte della crisi di liquidità bancaria), pressioni politiche. Tra queste ultime il Financial Times metteva proprio quelle di Renzi per l’allagamento del patto di stabilità e la possibilità di stanziare maggiori investimenti per l’Italia. Una risposta, indiretta, a Renzi c’è stata. E non è delle migliori per Matteo Renzi. Anzi, contiene proprio l’altro problema grosso: Draghi ha infatti parlato di necessità della cessione di sovranità, da parte dei paesi membri dell’eurozona, per “le riforme”. Il gioco di sponda tra Berlino, Parigi e la City, come sognato da Renzi, per strappare qualche miliardo di tagli in meno nella legge di stabilità o la benevolenza su qualche legge più favorevole all’Italia è stato stoppato appena agli inizi. Renzi, leggendo Draghi, deve cedere maggiore sovranità a Bruxelles.

Per adesso, per il governo italiano, è più un invito ad autocommissariarsi che altro. Poi, se la presenza di Padoan (che, non dimentichiamo ha responsabilità dirette come Fmi nel default argentino del 2001 e nel recente dissanguamento della Grecia) non fosse del tutto rassicurante allora magari Francoforte chiuderebbe gli occhi verso ipotesi di cessione di sovranità più formali. C’è quindi da considerare che il disimpegno di Goldman Sachs dagli investimenti nel debito sovrano italiano trova in Draghi, ex consulente dello stesso colosso finanziario, piena legittimità. Non ci sono, per adesso (poi vedremo nel prossimo futuro) gli estremi per investire in Italia: pessimo outlook economico, disimpegno investitori finanziari che è cominciato nel 2013, mancanza di sostegno, almeno al momento, da parte della Bce, rischi di di frenata non solo dell’economia globale ma anche della politica di immissione di liquidità della Federal Reserve (che ha permesso di tenere Btp bassi in assenza di una economia reale solida grazie alla politica “metto in mano ai finanzieri soldi a costo zero purché comprino e rilancino i mercati” da parte degli Usa).

Se Draghi è quindi fermo, con dichiarazioni di principio che non smuovono molto su crescita e deflazione registrando forti tensioni geopolitiche, Renzi si muove. Ma nella direzione non proprio gradita: quella del precipizio politico. Senza grosse sponde a Berlino, Bruxelles e nella Bce, l’attuale presidente del consiglio potrà infatti vendere quanto vuole, via Twitter, la riforma del senato e quella elettorale. E’ destinato infatti alla sconfitta economica e, di conseguenza, a quella politica. Sarebbe solo questione di tempo se le cose continuassero nel modo prefigurato da Draghi. Per questo Renzi non si arrenderà.

Ma il tempo delle chiacchiere è finito: o l’Italia sfora, in qualche modo, il patto di stabilità, con gli investimenti pubblici (visto che quelli privati comunque non ci sono) o rimane nella spirale recessione-tagli-recessione. Con conseguenze immaginabili. Ma forse poco, vista la fiducia vanesia con la quale Renzi è stato votato. Karl Kraus diceva che per prevenire le guerre basterebbe l’immaginazione dei loro effetti. La regola vale anche per le guerre finanziarie, un secolo dopo.

da SenzaSoste

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

draghifinanzagovernorecessione

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Kamo, Lenin e il “partito dell’insurrezione”

Emilio Quadrelli, L’altro bolscevismo. Lenin, l’uomo di Kamo, DeriveApprodi, Bologna 2024

Immagine di copertina per il post
Culture

Prefazione di Premières Secousses, il libro di Soulèvements de la Terre

Abbiamo tradotto la prefazione del libro dei Soulèvements de la Terre dal titolo Premières Secousses, uscito ad aprile per le edizioni La Fabrique.

Immagine di copertina per il post
Culture

Festa di Radio Onda d’Urto – Il programma

Da mercoledì 7 a sabato 24 agosto 2024 in via Serenissima a Brescia 18 serate di concerti, dibattiti, djset, presentazioni di libri, enogastronomia, spazio per bambine-i…

Immagine di copertina per il post
Culture

Marx: scomodo e attuale, anche nella vecchiaia

Marcello Musto, professore di Sociologia presso la York University di Toronto, può essere considerato tra i maggiori, se non il maggiore tra gli stessi, studiosi contemporanei di Karl Marx.

Immagine di copertina per il post
Culture

Immaginari di crisi. Da Mad Max a Furiosa

Per quanto diversi siano i film della saga, ad accomunarli è certamente la messa in scena di un “immaginario di crisi” variato nei diversi episodi in base al cambiare dei tempi, dei motivi, delle modalità e degli sguardi con cui si guarda con inquietudine al presente ed al futuro più prossimo.

Immagine di copertina per il post
Culture

Le monde est à nous

Rap e seconde generazioni: dare voce ai senza voce

Immagine di copertina per il post
Culture

Occupazione temporanea del MAXXI: dal mondo dell’arte pro Palestina

Occupazione temporanea del MAXXI – mobilitazioni dal mondo dell’arte
in sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Addio a Giovanna Marini: custode della musica popolare

E’ morta a 87 anni Giovanna Marini, cantautrice e ricercatrice della tradizione orale. Ha percorso tutta Italia raccogliendo una massa sterminata di canti popolari in lingua italiana e nei vari dialetti e lingue regionali.

Immagine di copertina per il post
Culture

50 anni dalla strage di Piazza della Loggia – Maggio 2024 su Radio Onda d’Urto

Radio Onda d’Urto dedica la programmazione dell’intero mese di maggio (dal 6 al 31 maggio 2024) al 50esimo anniversario della Strage fascista, di Stato e della Nato di Piazza della Loggia, avvenuta il 28 maggio 1974 a Brescia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Quando il polemos si fa prassi

Majakovsky aveva paura che «una corona» avrebbe potuto «nascondere la sua fronte così umana e geniale e così vera» e «che processioni e mausolei» avrebbero offuscato la «semplicità di Lenin».

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: i mercati festeggiano mentre avanza la recessione

Il governo ha ottenuto l’approvazione al Senato della Legge “Basi e Punti di Partenza per la Libertà degli Argentini”, che aveva una media sanzione alla Camera dei Deputati.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Il significato conteso del 25 aprile di fronte al genocidio. Spinte e possibilità.

Le iniziative ufficiali del 24 e 25 aprile di quest’anno sono state la dimostrazione della separatezza che intercorre tra il sinistro antifascismo istituzionale e quello quotidiano di chi non si rifugia in un’identità stantia priva di sostanza e attinenza alla realtà.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Marcia popolare No Tav: venerdì 8 dicembre Susa-Venaus.

Da sempre l’8 dicembre per il Movimento No Tav è un momento di ricordo della grande giornata di lotta e resistenza del 2005 ma è soprattutto uno sguardo che dal passato volge al futuro per continuare la battaglia contro il progetto del treno ad alta velocità Torino Lione.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

L’emergenza perenne dei baschi verdi in Val di Susa

Si va a chiudere così un altro anno difficile per i paladini difensori del grande spreco dal nome TAV nuova linea Torino Lione. Scopriamo, se ancora ce ne fosse bisogno, che i soldatini a difesa delle recinzioni in val di susa sono stanchi e stufi.

Immagine di copertina per il post
Formazione

2-3 ottobre, governo e Meloni non siete i benvenuti!

Riprendiamo il comunicato studentesco sulla due giorni di mobilitazione tenutasi a Torino in concomitanza con il Festival delle Regioni. Ieri il corteo partito dalle scuole superiori ha contestato il ministro dell’Istruzione Valditara, mentre oggi la manifestazione ha contestato l’arrivo della premier Giorgia Meloni, per la prima volta in città, ed è stata più volte caricata brutalmente dalla polizia che ha causato diversi feriti tra i manifestanti.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Il settore manufatturiero italiano è in recessione: le fabbriche iniziano a licenziare

Le fabbriche italiane hanno cominciato a licenziare i propri dipendenti a causa della recessione manifatturiera in corso cominciata dalla metà dello scorso anno.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Le compensazioni di carbonio delle foreste non hanno alcun beneficio per il clima

Uno studio sottoposto a revisione paritaria conclude che il 94% dei crediti per la deforestazione dichiarati dal più grande fornitore di compensazioni sono privi di valore.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il prezzo impazzito dello zucchero e l’impatto della finanza sui beni agricoli

Si stanno “negoziando” i contratti 2023-2024 e sono partite forti speculazioni finanziarie al rialzo, con conseguenze sui prezzi reali pagati dai consumatori. Diversi Paesi produttori stanno decidendo perciò di bloccare le esportazioni per difendersi, con effetti amari già osservati nel caso del riso.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Le mezze verità di Lagarde

L’inflazione è colpa delle imprese, ma paghiamo sempre noi…

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il governo Meloni ci ruba il futuro.

Di seguito pubblichiamo l’appello dell’ Unione Sindacale di Base per la manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 24 giugno.