Ferrara, 5000 in corteo: via la divisa dagli assassini di Aldrovandi
Nelle settimane scorse si era infatti diffusa la notizia che i quattro assassini – dopo essere stati condannati per l’omicidio e aver scontato pene irrisorie ridotte da tutte le attenuanti possibili – sarebbero rientrati in servizio come se nulla fosse. Il fatto è stato poi confermato pochi giorni fa da alcuni deputati in seguito all’interrogazione parlamentare richiesta dal M5S sulla vicenda: gli agenti Pontani, Segatto, Forlani e Pollastri sono rientrati tutti in servizio (anche se con compiti amministrativi) in varie città del Veneto.
L’associazione di famigliari, amici e compagni di Federico Aldrovandi ha quindi convocato un corteo per questo pomeriggio che ha sfilato per Ferrara – città natale di Aldro – chiedendo che gli assassini del ragazzo vengano privati per sempre della possibilità di lavorare all’interno delle forze dell’ordine, una richiesta tanto basilare quanto fondamentale, un gesto di rispetto verso la morte di Federico dopo anni di umiliazioni, inchieste insabbiate e insulti che la sua famiglia ha dovuto subire.
Il corteo è partito da via Ippodromo, la stessa in cui Aldro fu fermato in quella notte del 25 settembre 2005 per quello che doveva essere un semplice controllo di polizia ma che invece si trasformò in un pestaggio mortale, ed è arrivato fin sotto la Prefettura, dove una delegazione ha consegnato le richieste della piazza. Tantissime le persone che hanno preso parte alla manifestazione: in prima linea i genitori di Federico, che in tutti questi anni non hanno mai spesso di portare avanti la propria battaglia per la verità, ma anche amici, familari, ultras e soprattutto familiari e vittime di altri eclatanti casi di abusi di polizia, come Ilaria Cucchi e Lucia Uva.
Una giornata importante per ricordare una volta di più da che parte sta la verità nella vicenda della morte di Federico Aldrovandi, per pretendere rispetto e giustizia e per ricordare che in tutta Italia dalle strade, alle carceri, alle stanze dei commissariati sono ancora troppi i casi in cui la polizia tortura e uccide al riparo della propria divisa.
L’intervento di Patrizia Moretti – la mamma di Aldrovandi – al termine del corteo:
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