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Taser-Aldrovandi: sarebbe meglio tacere…

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C’è chi non perde mai occasione di stare zitto.

Mentre in tutta Italia le proiezioni del film sugli ultimi 7 giorni di vita di Stefano Cucchi fanno discutere della prassi omicida poliziesca, le parole del Questore di Reggio Emilia Sbordone su un’altra vicenda tragica, quella della morte di Federico Aldrovandi, sembrano delineare ulteriormente gli schieramenti che compongono l’odierna guerra ai poveri istituzionale.

“Se gli agenti avessero avuto in dotazione il Taser Aldrovandi non sarebbe morto”, dice Sbordone, ai tempi capo della polizia di Ferrara ed oggi in brodo di giuggiole sulla sua poltrona per l’arma messa in dotazione ai suoi uomini. Una frase che non solo toglie ogni dubbio rispetto alla morte violenta di Federico, già chiara al di là delle aule di tribunale.

Ma che rende chiaro come per la polizia sia del tutto normale uccidere anche in condizione di assoluto non pericolo. E poi si parla di fiducia nello Stato.

Mentre si dichiaravano umiliati e offesi dal film sul geometra romano, le forze dell’ordine per via di Sbordone hanno ben pensato di andare all’attacco su una vicenda che anche le istituzioni della loro legalità hanno definito di piena colpevolezza.

Del resto, ricordiamo bene come già anni addietro andarono a manifestare sotto la finestra dell’ufficio della madre di Aldro, a dimostrare quanta infamia si possa dimostrare tutta insieme e il grande rispetto che hanno per le loro vittime.

La vicenda Aldrovandi, come quella Cucchi, è emblema della reale attitudine delle forze dell’ordine. Nei secoli fedeli sì, al potere e alla stabilità omicida. A volte sarebbe meglio tacere…

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