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Lenny Bottai sul ring contro il Jobs Act

Il pugile livornese Lenny Bottai durante la notte, sul ring del MGM Grand di Las Vegas è stato battuto per KO alla terza ripresa dall’americano Jermall Charlo, in quella che era una semifinale mondiale per stabilire il prossimo sfidante del campione IBF dei superwelter Cornelius Bundrage. La sfida era proibitiva, Lenny l’ha affrontata a viso aperto mettendosi in gioco come sempre, non rinunciando alla sua boxe, che solo sul carattere si sarebbe potuta imporre sul talento texano. “Il campione del popolo”, come ama definirsi Lenny, proletario livornese, tornato in palestra a 30 anni suonati dopo un lungo stop, ama affrontare le sfide a testa alta. Tante volte la boxe è stata per lui strumento di riscatto collettivo.

Di questo anche nella notte americana di ieri se ne è avuto conferma con la scelta di Lenny di salire sul ring prestigioso di Las Vegas con indosso una maglia con un messaggio chiaro “NO JOBS ACT!” e un pugno chiuso. Per tanti è stata questa la vittoria del pugile. I tanti per i quali Lenny ama combattere, i tanti che hanno seguito la sua avventura allestendo maxi schermi negli spazi occupati e nelle palestre popolari di tutta Italia. Ebbe a dichiarare qualche anno fa in un’intervista rilasciata a Senza Soste:

Io ho della gente splendida intorno, senza la quale non ce la farei ad organizzare e combattere con lo stesso spirito. Vorrei sfruttare questo mio momento positivo per sviluppare ancora meglio qualcosa che funga da strumento sociale e non imprenditoriale. Spero alla fine che qualcosa piova dal cielo.La gioia più grande quando alzavo la cintura, era respirare una gioia collettiva vera, che non sapeva di ammirazione ma di condivisione di un’emozione. Per questo ringrazio tutti, è il regalo più splendido sentirsi dire “ci rappresenti” e “abbiamo vinto”.

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