Nuove intercettazioni confermano il pestaggio di Cucchi
Nella nuova inchiesta della Procura di Roma nella quale sono indagati i cinque carabinieri – Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro, Francesco Tedesco (tutti per lesioni personali aggravate e abuso d’autorità), nonché di Vincenzo Nicolardi e Roberto Mandolini (per falsa testimonianza e, il solo Nicolardi anche di false informazioni al pm) appartenenti tutti alla stazione Roma Appia – la telefonata intercettata è, insieme alla testimonianza di un detenuto nel quale afferma che Cucchi in carcere gli rilevò di essere stato picchiato dai carabinieri, il nuovo elemento di prova e di conferma che la Procura ha portato a sostegno dell’accusa nei confronti degli appartenenti all’Arma.
Nella prossima udienza, il processo è stato riaperto dalla Cassazione dopo l’assoluzione per gli agenti penitenziari e l’annullamento dell’assoluzione per i medici, verrà fissato un incidente probatorio per affidare a una nuova perizia medica la possibile connessione fra il pestaggio subito da Cucchi e le cause della sua morte.
Oltre al caso di Cucchi, altre famiglie reclamano verità e giustizia per questi omicidi e abusi di stato: Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Gabriele Sandri, Michele Ferulli, Stefano Brunetti, Riccardo Rasman, Aldo Bianzino, Franco Mastrogiovanni, Carlo Giuliani, Riccardo Magherini, Andrea Soldi, Mauro Guerra, Davide Bifolco, Vincenzo Sapia, ecc…
Inchieste che nella maggior parte dei casi aprono, ad assoluzione avvenuta, nuove possibilità di carriera agli agenti sotto processo per abuso di potere e violenza, fra questi ricordiamo Gianni De Gennaro, capo della polizia nel 2001, imputato per le violenze alla Diaz e Spartaco Mortola, ex capo della digos, entrambi assolti e dove De Gennarò si “guadagnò” la presidenza di Finmeccanica proposto da Enrico Letta e confermato da Matteo Renzi.
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