Propiske.Net: manifestazione a Mosca contro la legge sulla residenza
Gli attivisti sono entrati nella piazza principale con uno striscione che ribadiva la loro ferma opposizione al disegno di legge proposto da Putin, in seguito hanno acceso dei fumogeni e hanno scandito degli slogan. Dopo una decina di minuti, sul posto si sono fiondati i blindati e le macchine della polizia, le forze dell’ordine sono intervenute con smisurata violenza per disperdere il presidio, distribuendo calci e trascinando via per i capelli i manifestanti. L’esito della giornata è stato quindici persone arrestate, due delle quali sono minorenni e tre giornalisti rilasciati dopo poche ore.
Già il 2 marzo, durante la “Marcia sociale” a Mosca, gli attivisti erano scesi in piazza per informare e portare l’attenzione sulle mosse in Duma riguardo alla legge sulla residenza. Il 15 febbraio, il disegno di legge è stato approvato in prima lettura presso la Duma e a breve diventerà una legge effettiva. In particolare, questo provvedimento mira a monitorare la residenza di un individuo in maniera costante e non permettere che il soggetto in questione affitti/condivida l’appartamento senza segnalarlo alle autorità amministrative. Un altro obiettivo di questa legge è controllare gli spostamenti a lungo termine sul territorio, dato che il singolo deve comunicare il cambio di residenza qualora cambi città, senza dimenticare la complicata faccenda degli immigrati: per trovarsi sul territorio russo necessitano della propiska (documento equivalente al permesso di soggiorno per l’Italia). In questo modo, per gli stranieri diventa ancora più difficile ottenere l’attestato di residenza e, quindi, regolarizzare la propria condizione nella Federazione Russa. La pena prevista per i trasgressori è di duplice natura: fino a 3 anni di carcere e una multa da 100 a 500 mila rubli per una residenza inesatta/non aggiornata e una multa da 3 a 5 mila rubli per chi non ha registrato la residenza nell’appartamento affittato.
Nei giorni scorsi, i collaboratori delle autorità amministrative hanno dato il via ai controlli delle residenze nelle proprie circoscrizioni, controlli che devono essere effettuati due volte al mese per verificare gli inquilini degli appartamenti e la regolarità della documentazione. Inoltre, nella città di Soči si è registrato il caso anomalo della coordinatrice di classe che ha sollecitato i genitori a presentare la documentazione della residenza familiare, altrimenti il consiglio d’istituto sarebbe passato alla discussione della possibilità di espellere l’alunno in questione. Un provvedimento e un ricatto del tutto ingiustificato, in quanto, in primis, si tratta solo di un disegno di legge che dev’essere sottoposto ancora alla seconda e alla terza lettura della Duma, poi la formazione e l’istruzione non hanno nulla a che vedere con la residenza della propria famiglia.
È evidente che Putin e il suo governo stiano tentando in tutti i modi di elaborare dei sistemi di controllo sociale, perché la crescente opposizione nei suoi confronti e delle sue politiche trova sempre maggiore terreno per radicalizzarsi. Certamente la macchina della repressione e del controllo non spaventerà i movimenti, ma, anzi, come sta già succedendo, accrescerà la loro determinazione e fermezza.
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