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Torino. Residenza per rifugiati e occupanti: un punto di svolta

A 10 giorni di distanza quindi sono tornati in piazza per richiedere la residenza, un passo basilare per poter accedere a contratti di lavoro, corsi di formazione professionali e per rinnovare lo stesso permesso di soggiorno. In concomitanza con le mobilitazioni relative al 9 dicembre, i molti rifugiati e occupanti si sono quindi recati sotto un Comune già blindato dalle forze di polizia durante tutto il giorno e nella cui piazza erano presenti mercatari e quella composizione di disoccupati, precari, e giovani che durante il giorno avevano dato il via a diversi blocchi nella città. Una volta entrati nella piazza del Comune, i rifugiati e occupanti, insieme a molti solidali, sono stati applauditi da quella fetta di popolazione torinese che già si trovava all’esterno del municipio.

Il comune di Torino si è dato nel frattempo disponibile ad accogliere una delegazione di rifugiati e occupanti per dialogare ancora una volta sulle soluzioni relative alla residenza. L’incontro di ieri ha raggiunto degli accordi, che entro fine dicembre dovranno essere messi in pratica. Per i rifugiati e le rifugiate, è stato raggiunto una soluzione di tipo individuale di concessione della residenza presso un indirizzo virtuale per coloro che possiedono lo status di rifugiato titolare di protezione internazionale e con il permesso di soggiorno ottenuto per motivi umanitari. Questo permetterebbe ai rifugiati di avere la carta d’identità, l’iscrizione al centro per l’impiego, alla tessera sanitaria, nonchè l’accesso a diversi servizi che attualmente sono loro negati proprio a radice della residenza fino ad ora negata.

Per quanto riguarda la situazione degli e delle occupanti, si sta ancora lavorando per raggiungere una soluzione adatta alle molte famiglie che attualmente vivono in case occupate. Tra le varie ipotesi, una analoga a quella offerta ai rifugiati, nonostante ancora si stia valutando la modalità migliore. Intanto è stata già approvata la delibera in Consiglio per quanto riguarda i rifugiati e le rifugiate, mentre si attende il passaggio nella Giunta comunale. Senza dubbio, il segnale lanciato ieri, con le centinaia di persone sotto il comune ha ancora una volta caratterizzato la determinazione dei rifugiati e degli occupanti che non sono disposti a fare nessun passo indietro, fino a quando non verrà loro concessa la residenza.

Qui le richieste presentate:

Vista la situazione di precarietà nella quale si trovano a vivere centinaia di persone che hanno perso la casa e si sono trovate nella necessità di occupare edifici vuoti ed abbandonati presenti sul territorio del Comune di Torino, vista la decisione della Città di sospendere l’iscrizione anagrafica in tutti gli stabili soggetti ad occupazione, in attesa degli accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria ancora in corso, considerato che, nonostante le esigenze dell’amministrazione, gli abitanti delle occupazioni sono sottoposti, senza distinzione alcuna rispetto alle altre persone che insistono sul Comune di Torino, all’obbligo di richiedere l’iscrizione nell’anagrafe di dimora abituale di cui all’art. 2 della L. 1228/1954, vista altresì l’importanza che riveste la residenza nell’accesso ai servizi cittadini (scolastici, sanitari ecc.) e nel consentire la conclusione di regolari contratti di lavoro,

Si chiede alla Città di Torino:

– di accettare l’iscrizione anagrafica di coloro che dimorano in stabili occupati sul territorio della Città, quantomeno considerandoli quali “senza fissa dimora” e registrandoli in “Via della Casa Comunale”;

– che l’iscrizione, pur non avendo quale conseguenza automatica l’attivazione di percorsi di inserimento, abbia effetti equivalenti a quelli che discendono dall’iscrizione anagrafica presso un indirizzo ordinario;

– che l’iscrizione al registro anagrafico risulti quale “residenza individuale”, senza che venga attribuita a soggetti terzi la responsabilità relativa alle dichiarazioni anagrafiche, eventuali modifiche o cancellazioni dal registro;

– che, considerata l’attuale emergenza abitativa e il grave stato di indigenza nel quale versano gli abitanti delle occupazioni, l’iscrizione anagrafica degli occupanti in “Via della Casa Comunale” non comporti l’automatica comunicazione della notizia di reato alle forze dell’ordine.

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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