InfoAut
Immagine di copertina per il post

Quante gocce e quante tempeste

||||

di Giovanni Iozzoli

Andare ai concerti della Banda Popolare dell’Emilia Rossa, o ascoltare il loro ultimo disco – La goccia e la tempesta -, suscita nell’ascoltatore attento alcune domande che eccedono la dimensione propriamente musicale: ad esempio, cos’è diventata oggi la cultura popolare? Esiste ancora qualche possibilità di generazione di immaginario che non sia inquinato dalla produzione di stupidità di massa social-televisiva? Si può ancora costruire un discorso, in questo caso musicale, che parta dal basso, dalla vita, dalle storie, dalle prassi, pur rifiutando di autoghettizzarsi in linguaggi minoritari? I ragazzi della Banda Popolare dell’Emilia Rossa da dieci anni provano a rispondere a suon di canzoni a queste domande non banali: producendo una musica popolare e allo stesso tempo “colta” – la cultura delle radici, della memoria, delle comunità e del conflitto – che fa pensare e fa ballare. Lotta e balotta (cioè fare festa, in modenese).

Chi altri potrebbe scrivere dei brani dedicati alla strage della Thyssenkrupp o a Portella della Ginestra, senza la paura di apparire retorici o ideologici o fuori tempo? Loro lo fanno con naturalezza. Se parlano di fabbrica, parlano della loro vita. Se parlano di militanza, idem. Non c’è artificio, nella scelta tematica, e non si canta “tanto pè cantà…” perché la vera musica popolare nasce sempre dall’esigenza di dare voce a qualcuno che non ce l’ha. E se proprio bisogna misurarsi con la logica un pò stronza dei numeri, il video de La madre del partigiano ha superato le 250.000 visualizzazioni: cioè, decine di migliaia di persone, spesso giovanissimi, hanno ascoltato e riascoltato una struggente poesia partigiana di Gianni Rodari, messa in musica dalla banda, e si spera che un po’ di quelle suggestioni “resistenti” possa tracimare in direzione delle necessarie resistenze prossime venture, a cui quei ragazzi saranno chiamati.

L’eredità di Gianni Bosio, dell’Istituto De Martino, di Giovanna Marini e degli Area, della canzone politica anni 70-90: c’è molto, nel calderone creativo di questi musicisti, che usano tutto il “materiale resistente” che la storia artistica e politica ha sedimentato, dal ‘900 fino ad oggi . E’ così che mondine e braccianti escono dai musei etnografici e cominciano a cantare insieme ai precari, ai rider, ai facchini della logistica, a chi muore di lavoro e a chi un lavoro non l’ha avuto mai. La Banda è pericolosamente sovversiva perché rivela in musica, soprattutto alle orecchie più giovani, un segreto arcano e liberatorio: gli sfruttati di ieri e quelli odierni sono figli della stessa storia, degli stessi meccanismi, delle medesime catene. E anche le ribellioni del presente, devono mantenere un piede piantato nel passato, per imparare, capire, accumulare – e non bisogna vergognarsene, perché le radici sono linfa, non zavorre.

La Banda sta facendo lo stesso lavoro – assolutamente, rigorosamente, tassativamente ideologico – che ha fatto in questi anni Valerio Evangelisti con il ciclo de Il Sol dell’Avvenire, che è riuscito a far leggere a migliaia di giovani e giovanissimi le storie del “pane e del ferro” che stanno alla base delle nostre società moderne. La Banda, usa uno strumento ancora più emozionale e accessibile della pagina scritta – la balotta, appunto.

La Banda nasce in un 25 aprile del 2011, in un contesto di strada e di corteo, sul retro di un furgone scalcagnato che “spacca” il tradizionale rituale commemorativo della Festa della Liberazione e lo trasforma in una giornata di lotta e di festa, alla testa di un nutrito spezzone insofferente. Il gruppo nascente si qualifica come rigorosamente operaio: saldatori, tornitori, precari e magazzinieri, uniti dall’impegno sindacale di base, si ritrovano quasi per gioco a impugnare bassi, chitarre e microfoni, davanti a centinaia di ascoltatori improvvisati. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti: decine di concerti, passaggi prestigiosi in rassegne musicali, qualche premio, due dischi autoprodotti (questo è il terzo) – la dove l’autoproduzione non è un ripiego ma una scelta politica da sbandierare e praticare attraverso il crowfounding. Un discorso a parte merita la crescita propriamente musicale – “professionale” si direbbe con orrenda espressione – che il gruppo ha fatto registrare negli anni: i suoni e le voci sono quelli di una band in continua crescita artistica, che ormai se la gioca nella “prima fascia” della produzione nazionale, forte anche dei musicisti “di mestiere” che negli anni si sono aggregati o hanno collaborato al progetto BPER.

Il paniere dei brani è vario e accontenta tutti i gusti: si va da SANTA LIBERA, canzone in cui si celebra la memoria di Giovanni Gerbi, ultimo testimone, recentemente deceduto, di un grande rivolta partigiana post-bellica, contro la pacificazione togliattiana; a SOCRATES, funky-jazz dedicato a un mito calcistico che portò Gramsci negli spogliatoi del Corinthias. Oppure la riproposizione di ‘O PADRONE, antico pezzo di Pino Daniele che nessun giovane avrà mai sentito, o una versione 4.0 dell’INTERNAZIONALE, ogni strofa una lingua diversa e l’ultima con le parole scritte dal grande Franco Fortini.

Insomma, in tempi smemorati ed effimeri, fa bene ascoltare questa musica dell’anima, il cui sostegno e la cui diffusione possono essere considerati gesti assolutamente politici.

Track list

PORTELLA DELLA GINESTRA: canzone dedicata alla prima strage di stato del dopoguerra quella di portella della ginestra del 1 maggio 1947.

CANZONE DELL’AMORE (QUASI) LIBERO: testo ironico e scanzonato che prende in giro sia i bigotti sessuorepressi alla Pillon e c. e sia i radical chic che predicano l’amore libero e la parità salvo poi nelle 4 mura domestiche comportarsi come i precedenti suddetti.

SANTA LIBERA: dedicato alla rivolta dei partigiani di Santa Libera che dopo l’amnistia di Togliatti nel 1946 tornano sulle montagne per protesta. Dedicata in particolare all’ultimo partigiano superstite che si chiama Giovanni Gerbi, nome di battaglia Il reuccio.

LA VAL SUSA PAURA NON NE HA: canzone della valle che abbiamo riarrangiato con qualche richiamo alla musica occitana

L’INTERNAZIONALE: non ha bisogno di presentazioni, salvo che ogni strofa sarà cantata in lingue diverse e usando versioni particolari tra cui nel finale quella di franco fortini.

‘O PADRONE: canzone di Pino Daniele tra le meno note ma tra le più militanti inclusa nel suo primo disco Terra Mia

VI AMO TUTTI: canzone dedicata a Franca Ongaro Basaglia. Il titolo ed il ritornello si ispira ad una scritta trovata sulla parete di una cella di un manicomio che recitava “voi mi odiate ed io per dispetto vi amo tutti”

NON MI SCORDERO’ DI TE: di cui già è uscito il videoclip ed è dedicato alla strage alla Thyssenkrupp di torino del 2007

SOCRATES: funky jazz dedicato al mito del calcio brasiliano ed alla sua democrazia corintiana

LILìT la prima donna creata da dio non fu eva ma Lilit che non fu creata dalla costola di adamo. E’ divenuta Icona delle battaglia per l’emancipazione della donna

Instagram: @bandapopolaredellemilia
facebook:  https://www.facebook.com/BandaPoPolareDellEmiliaRossa
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UClAxwxr4ooT785JTfJP9PKw
Twitter: @BandaPopolare

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

musica

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Dario Paccino: dall’imbroglio ecologico.. alla crisi climatica

Recensione di Louis Perez, pubblicato su La Bottega Del Barbieri

«Oggi diciamo che “l’ecologia senza lotta di classe è giardinaggio” ma se questo è possibile lo si deve anche al lavoro di chi – come Dario Paccino – e come il gruppo che diede vita alla rivista Rosso Vivo aveva già letto presente e futuro».

Immagine di copertina per il post
Culture

Sostieni Radio Blackout 105.250 fm – Torino

Ultimi giorni della campagna di autofinanziamento per Radio Blackout: sosteniamo le esperienze di controinformazione, sosteniamo l’informazione libera.

Immagine di copertina per il post
Culture

Aldo dice 8×5. L’innovazione non porta nuovi diritti

“Rage against the machine? Automazione, lavoro, resistenze”, il numero 65 di «Zapruder» è in distribuzione da qualche giorno.

Immagine di copertina per il post
Culture

Abolire il turismo

Indipendentemente da dove arriveremo, non è possibile che sia più facile immaginare la fine del capitalismo che la fine del turismo. Il presente testo è la traduzione di un articolo di Miguel Gómez Garrido, Javier Correa Román e María Llinare Galustian (Escuela de las Periferias, La Villana de Vallekas) su El Salto il 21/11/2024 Spain […]

Immagine di copertina per il post
Culture

György Lukács, un’eresia ortodossa / 2 — Affinità elettive

Se decliniamo, infatti, il tema della alienazione dentro l’ambito coloniale avremo la netta sensazione di come le argomentazioni lukácsiane abbiano ben poco di datato, e ancor meno di erudito, ma colgano esattamente la questione essenziale di un’epoca. di Emilio Quadrelli, da Carmilla Qui la prima parte Ciò apre qualcosa di più che un semplice ponte tra Lukács e […]

Immagine di copertina per il post
Culture

György Lukács, un’eresia ortodossa / 1 — L’attualità dell’inattuale

[Inizia oggi la pubblicazione di un lungo saggio di Emilio Quadrelli che il medesimo avrebbe volentieri visto pubblicato su Carmilla. Un modo per ricordare e valorizzare lo strenuo lavoro di rielaborazione teorica condotta da un militante instancabile, ricercatore appassionato e grande collaboratore e amico della nostra testata – Sandro Moiso] di Emilio Quadrelli, da Carmilla […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Difendiamo Franco Costabile e la sua poetica dallo sciacallaggio politico!

Caroselli, feste, litigate e sciacallaggi. Sono quest’ultime le condizioni in cui la città di Lamezia si è trovata ad “onorare” il centenario della nascita del grande poeta sambiasino Franco Costabile.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo Stato razziale e l’autonomia dei movimenti decoloniali

Riproponiamo questa intervista pubblicata originariamente su Machina in vista dell’incontro di presentazione del libro “Maranza di tutto il mondo unitevi. Per un’alleanza dei barbari nelle periferie” di Houria Bouteldja, tradotto in italiano da DeriveApprodi, che si terrà presso l’Università di Torino.

Immagine di copertina per il post
Culture

La bianca scienza. Spunti per affrontare l’eredità coloniale della scienza

E’ uscito da qualche mese La bianca scienza. Spunti per affrontare l’eredità coloniale della scienza, di Marco Boscolo (Eris Edizioni). Ne proponiamo un estratto da Le Parole e le Cose.

Immagine di copertina per il post
Culture

Hillbilly highway

J.D. Vance, Elegia americana, Garzanti, Milano 2024 (prima edizione italiana 2017). di Sandro Moiso, da Carmilla «Nonna, Dio ci ama?» Lei ha abbassato la testa, mi ha abbracciato e si è messa a piangere. (J.D. Vance – Elegia americana) Qualsiasi cosa si pensi del candidato vicepresidente repubblicano, è cosa certa che il suo testo qui recensito non potrebbe […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Le monde est à nous

Rap e seconde generazioni: dare voce ai senza voce

Immagine di copertina per il post
Culture

Sinéad O’Connor, cantante irlandese pro-Palestina, muore all’età di 56 anni

O’Connor, conosciuta per il suo successo del 1990 “Nothing Compares 2 U“, era nota anche per il suo attivismo politico ed il suo sostegno alla causa palestinese.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La procura di Torino indaga per “istigazione a delinquere, con l’aggravante di terrorismo” il gruppo musicale P38-la gang

l gruppo musicale P38-La Gang è indagato dalla procura di Torino con accuse allucinanti. Rischiano fino a 8 anni di carcere per le loro canzoni. da Osservatorio Repressione Si chiamano Astore, Jimmy Pentothal, Dimitri e Yung Stalin e sono quattro ragazzi tra i 25 e i 33 anni che formano la band P38. La Procura […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Aska è la mia città!

Askatasuna è punto di riferimento, solido porto sicuro a cui guardare nel mezzo del marasma dell’oggi.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Voglia di ballare e non pensare più”. Sulla svolta disimpegnata dell’Indie

Riprendiamo da Le parole e Le cose questo interessante articolo di Antonio Francesco Perozzi sulla progressiva integrazione da parte del mercato musicale di un genere considerato per definizione altro come l’Indie.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“CAMBIARE MUSICA ADESSO E’ NECESSARIO!”: LETTERA APERTA DI FESTA DI RADIO ONDA D’URTO, FESTIVAL ALTA FELICITA’ E SHERWOOD FESTIVAL SUI LIVE ESTIVI 2021

Nuova lettera aperta firmata dalla Festa di Radio Onda d’Urto di Brescia, da Sherwood Festival di Padova e dal Festival Alta Felicità della Valle di Susa. “È passato un anno dalla nostra lettera aperta “Cambiamo Musica?”, ma nulla è cambiato. Ci ritroviamo a constatare che tutto è ancora fermo, immobile, e non c’è nessuna indicazione […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Cambiamo musica? Una lettera aperta per aprire un confronto ormai necessario

Il settore della cultura, e ancor di più dello spettacolo, è abbandonato e rimane sotto una coltre di imbarazzante silenzio. E’ un settore ad alta intensità di prossimità sociale perché la produzione culturale nel suo farsi ha bisogno di qualcuno che fruisce del suo “prodotto”. Gli eventi musicali (e spettacolistici in generale) dal vivo sono […]

Immagine di copertina per il post
Culture

La Cantina dell’Aska – Due chiacchiere con Alp King

Cosa succede negli scantinati del 47 di Corso Regina Margherita a Torino? L’indirizzo è quello di Askatasuna, il centro sociale occupato dal 1996, protagonista di tante battaglie sociali, ma anche fucina e crocevia di controculture, nuove tendenze musicali e produzione culturale. Con la Cantina dell’Aska, questo piccolo progetto strettamente dal sottosuolo, ci raccontiamo, raccontiamo la […]