Rapcore: la voce di una generazione precaria
“Intifada” è il loro primo album. Preceduto dall’ep “Rapcorevolution”, Intifada è composto da 15 canzoni dalla metrica stretta e tagliente, un disco d’esordio che rappresenta il manifesto della loro poetica. Sui beat oscuri e riflessivi costruiti dal talento del giovane produttore Dottor Cream, c’è il racconto di un Italia nel pieno della crisi economica, dove la precarietà e l’incertezza sul futuro sono il collante di una generazione (” […] di chi lavora in nero e zitto pe’ pagà l’affitto / si fa la doccia con la pioggia che entra dal soffitto”, cit. Deal).
I concetti centrali del disco sono rivoluzione, libertà e indipendenza (“Questa è l’introduzione alla nazione e suona come / uno schiavo da piantagione che fa fuori il suo padrone / cambia il tempo se soffia un vento di rivoluzione…”, Truth). Intorno a queste coordinate troviamo la narrazione di un classe politica corrotta e di uno stato complice della mafia, emblematico lo storytelling “Vittima di Stato” dedicato a Peppino Impastato. L’invettiva non risparmia il potere temporale del Vaticano, le bugie dei mezzi d’informazione e gli abusi di potere delle forze dell’ordine. Non risparmia il profitto imprenditoriale e si erge a difesa dei soggetti più deboli della società.Nonostante l’amara fotografia del paese, molta centralità viene data all’istinto di rivalsa che dal basso confligge contro le istituzioni. I Rapcore, nella loro personale lotta per emergere in una desolante scena rap, impersonificano le sofferenze di una generazione precaria, assumendo la condizione di milioni di italiani che faticano ad arrivare a fine mese. “Desperados” e “Terra di Conflitti” in questo senso sono i pezzi più significativi di una musica che può parlare a chiunque: dagli stadi ai centri sociali, dalle periferie al centro, dall’università fino alle scuole in mobilitazione, dai locali hip-hop fino al confine delle carceri italiane (” […] questa nazione ci vieta e ci cresce con la catena/ poi ci butta in prigione senza sconto della pena”, Rasty). Scorrendo il disco verso la chiusura troviamo alcuni episodi che alleggeriscono la pillola come “Brucerò in Eterno” e “Vecchie Foto”. Stupenda l’autobiografica “Notte d’autunno”.
Un disco che lancia definitivamente i Rapcore sulla scene e che in breve tempo li porterà sui palchi di tutto il paese. D’altronde l’energia dei loro live è ormai conclamata da tutti, tanto da avergli dato la possibilità di solcare palchi insieme ad artisti come Aban, Club Dogo, Co’Sang, E.p.m.d., Er Costa, Er Negretto, Dj Gengis, Gente de Borgata, Noyz Narcos, Colle der Fomento e altri. Da Ostia Lido il loro sound d’assalto è pronto ad entrare nelle arterie del paese. Scaricabile in freedownload, questo disco non è semplicemente definibile come un interessantissimo disco rap hardcore. Intifada è più propriamente il letame del mondo che concima i nostri fiori.
Sito dove si può scaricare il disco: www.produzionirapcore.it
Claudio da “Bomba Carta”
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