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Roma,#14dic. Una condanna a 2 anni e 6 mesi

“Perchè io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione” (Esodo 20:5)

A più di due anni di distanza dalla giornata romana del 14 dicembre 2010 la vicenda giudiziaria a carico degli arrestati per gli scontri di piazza del Popolo è giunta ieri ad una prima pesante sentenza: nel pomeriggio il Tribunale di Roma ha emesso una condanna di primo grado a 2 anni e 6 mesi per uno dei 5 manifestanti imputati, con l’accusa di resistenza. Nelle aule del tribunale di Roma, per la stessa giornata del 14 dicembre 2010, sono circa 50 le persone che in questi anni hanno subito provvedimenti giudiziari. Ma la sentenza di ieri risulta avere dei contorni sfumati rivelano il chiaro accanimento. Mario infatti era stato precedentemente rinviato a giudizio per una serie di azioni, quali sfondamento di un cordone di polizia, lesioni ad un poliziotto e l’accusa di aver dato fuoco ad un blindato. Tutti fatti che nel corso del processo si sono rivelati inesistenti per l’inconsistenza di prove e, dove queste non arrivano, ecco che si smuovono le acque, inventandosi altri capi di imputazione in corso d’opera: l’accusa quindi cambia completamente e lo si ritiene responsabile di aver tirato un “colpo” ad un poliziotto. Ridicola appare anche la pena spropositata di 2 anni e 6 mesi per il misero fatto. Ancora una volta si palesa la debolezza dell’impianto accusatorio e la sua reale inconsistenza, confermata peraltro dal fatto che dei 23 arrestati per la giornata del 14 dicembre quasi tutti siano stati assolti.

L’accanimento giudiziario, per accuse evidentemente infondate e risibili, prosegue quindi con un processo farsa che, dopo le numerose assoluzioni per gli altri imputati, si affanna nel voler trovare e punire chi partecipò con rabbia e determinazione a quella giornata.
La condanna di ieri rappresenta una punizione esemplare in linea con lo stile della magistratura italiana, che in questo caso ha voluto punire non una persona presa nel mucchio, ma Mario, figlio di Vincenzo Miliucci -storico antifascista e protagonista negli ultimi 45 anni dei movimenti antagonisti. Un codice penale che risulta essere bibbia e una magistratura che sembra assumere sempre più il ruolo di un Dio che “punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione”.

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pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

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