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Si può essere ultras e NoTav!

Ieri durante il derby Roma-Lazio dalla curva sud giallo-rossa si è alzato un striscione che portava la frase “Difendi la tua terra dalla democrazia che uccide – Daje Luca No tav“.Per chi ha dedicato parte della propria vita alle gradinate degli stadi dove la speculazione economica ha rovinato il gioco più bello del mondo, vedere quello striscione oggi fa sorridere di soddisfazione, perché anche lì, in quelle curve che per anni sono state la palestra della repressione, ieri si è tornato a gridare schierandosi dalla parte giusta. A differenza di quanto scrivono i pennivendoli si può essere ultras ed essere allo stesso tempo notav, si può essere notav e antagonista, si può essere di qualsiasi parte del mondo ed essere notav!

Scrivo queste frasi un po’ di getto preso ancora dall’euforia per quello striscione nella curva sud giallo-rossa. Forse per qualcuno non è nella di che, altri si inventeranno chissà quale cosa pur di criminalizzare la curva e il movimento notav, ma quello che interessa a noi è la conferma che lor signori devono mettersi l’anima in pace perché sta volta insieme al movimento notav ci sono anche migliaia di Cuori rosso-gialli sulle barricate che dalla lotta contro il calcio moderno oggi solidarizzano con chi lotta contro una modernità e uno sviluppo del territorio fatto della stessa logica di speculazione che ha devastato il calcio.Grazie alla lotta notav il popolo valsusisno sta risvegliando le coscienze della gente che vive giorno dopo giorno il peso della crisi e i sacrifici imposti da banchieri e politici la cui violenza è ben rappresentata dal recinto per pecorelle allestito sulla tratta della Torino-Lione. Una lotta nata circa 20 anni fa nel silenzio assordante dei mass media, oggi se la deve vedere con la disinformazione e criminalizzazione architettata dai giornali, primo fra tutti quello che chiamiamo il Partito de La Repubblica , eppure in questi giorni è riuscita a superare i confini della valle e del Piemonte, espandendosi a macchia d’olio per l’Italia, e raggiungendo anche Kiev, Londra, Parigi, Barcellona, la Tunisia, etc… Con ogni mezzo le piazze d’Europa e non solo hanno subito costruito un movimento di solidarietà alla resistenza dei valsusini all’occupazione delle loro terre da parte di centinaia e centinaia di pecorelle nere e blu. La TAV è diventato ormai un vaso di pandora per i nostri politici e banchieri europei perché se all’inizio la lotta contro questa grande opera inutile sembrava essere affare della sola Val di Susa, oggi è chiaro che è diventata una questione per tutti e tutte quelli che si ritrovano il futuro trasformato in un vero buco nero a causa della crisi economica.

Grazie alla tenacia dei valsusini oggi stiamo riscoprendo tutti il vero senso della solidarietà che sembrava dimenticato da tempo, e percorrendo il filo conduttore della lotta, dalle barricate della Val Susa sembra poter raggiungere ogni piazza e ogni luogo per resistere e muovere, con forza, nuovi passi in avanti… finalmente anche delle curve degli stadi.

 

South Side

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