Torino città aperta: la cultura è blindata
Martedì 23 settembre non è una buona giornata per farsi una passeggiata rilassante in Piazza Carignano, e lo si poteva arguire facilmente già dalle prime ore del mattino: ci sono più forze dell’ordine che cittadini comuni. Il motivo? In serata vi sarà l’arrivo dei Ministri della Cultura Europei per assistere allo spettacolo di TorinoDanza a Palazzo Carignano, un happening a quanto pare riservato all’alta borghesia sabauda. Il clima irrespirabile non ha impedito ai situazionisti della Cavallerizza Reale di tentare il colpo gobbo della “invasione della Zona Rossa” (reminiscenze storiche da G8 di Genova). Decido così di cavalcare la mia biciclettina per fare un salto in piazza (giusto per sentirmi il protagonista di un film ambientato negli anni 70) e arrivato in centro mi accorgo che l’allestimento scenico preparato dal regista è di livello assoluto: doppia schiera di poliziotti e transenne ad impedire l’accesso da ogni via, camionette ovunque (bello il gioco di colori delle sirene che riprendevano romanticamente le luci blu allestite per la Settimana della Cultura), passanti ignari e un presidio, annunciato sui social network, di occupanti della Cavallerizza e simpatizzanti come testimonianza di realtà allegramente e pacificamente antitetiche. Tra l’altro non c’è neanche bisogno di fare chissà quale tentativo di identificazione dei presenti, visto che nell’odierna società orwelliana facciamo già tutto da soli: basta andare a spiare i nostri “selfie da presidio” su Facebook, sono molto più divertenti!
Ma nel frattempo cosa stava succedendo all’interno della piazza? Per capire meglio, ho deciso di andare direttamente ad interloquire con attrici e attori protagonista della scena. Comincio parlando con “Gianna”, la chiameremo così. Non è il suo vero nome, ma poco importa (scusate, volevo creare l’“enfasi Studio Aperto” ma non mi riesce granché bene). Tornando seri, credo sia importante capire le dinamiche perchè danno un sentore dell’atmosfera generale: alcuni “cavallerizzi” hanno deciso di acquistare il biglietto dello spettacolo “Circa” per poter accedere alla piazza off-limits e inscenare una ideale prosecuzione di quanto visto all’interno. Una mini-performance di informazione ai cittadini, con volantinaggio e diffusione della conoscenza di quel che sta avvenendo alla Cavallerizza, patrimonio attualmente in svendita. Questa la teoria. E la pratica? E’ stata un percorso a ostacoli. Superata la prima barriera grazie all’impeccabile eleganza in tacco dodici sfoderata da un paio di loro, ci si ritrova subitamente faccia a faccia con la realtà nuda e cruda: pensavate che non vi avremmo riconosciuto? Alcuni dei sette volenterosi vengono prontamente bloccati e mantenuti inermi all’esterno, altri vengono direttamente prelevati all’interno del teatro “per ragioni di sicurezza”, tanto ci sono 24 ministri e la questione sicurezza prevale su qualsiasi altra logica. Quello che emerge a pelle dai racconti vissuti con un alto livello di pathos è un clima nello stesso tempo rilassato ma fermo nell’impedire qualsiasi azione non prevista. Una ossimorica contemporaneità di atteggiamenti per nulla violenti fisicamente ma certamente fermi e atti a palesare il fatto che “so chi siete e cosa volete fare”. Il tiraemolla istituzionale ha sostituito l’ora di spettacolo per i sette “infiltrati provvisti di regolare biglietto”, finchè la performance si è effettivamente svolta sotto gli occhi degli altri spettatori e dei ministri affacciati al balcone del Ristorante Cambio (invidiosi del Barolo che avranno sorseggiato eh?), con Franceschini e Chiamparino che ad onor del vero si sono anche fermati a dialogare con chi ha teso loro la mano (anche in senso metaforico) per un volantino che sa di richiesta di dialogo pacifico con le istituzioni che dovrebbero essere preposte alla tutela di un luogo che troppi di noi temono destinato alla svendita.
CITTADINI O OCCUPANTI?
Faccio mio un quesito che ho sentito rimbombare nel corso della serata: qual è lo status giuridico che la pars publica concede agli attuali animatori delle giornate della Cavallerizza? La sensazione, che è molto più di una sensazione, è quella di un gioco tra le parti francamente inevitabile: se la volontà era quella di impedire qualsiasi rappresentazione all’interno del Palazzo, credo (mia personalissima visione che prescinde da ogni presa di posizione ufficiale dell’Assemblea) che si sarebbe potuti giungere allo stesso risultato evitando dimostrazioni muscolari apparse fini a se stesse. Non si sono ravvisati casi di reale necessità di prevenzione della violenza: chi come me ama follemente questa città e il suo spettacolare centro storico, assiste alla civitas blindata “a prescindere” e si chiede semplicemente perchè. Quale è il rischio di una pacifica rappresentazione di quattro “artistoidi” (nel senso piu’ positivo del termine) che lottano in maniera non-violenta contro una certa concezione elitarista di cultura? O c’è una volontà di mantenere separato chi si impegna socialmente dal resto della cittadinanza? Certo, tutto questo è visibile solo e se si decide di prendere la bicicletta e andare a complicarsi la vita. Per fortuna loro, l’estate è finita, e con l’arrivo dei primi freddi torneremo tutti a tapparci in casa davanti alla TV. Forse.
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