Una Domu po Casteddu
Domani inizierà “Una Domu po Casteddu” il festival che animerà lo studentato occupato dal 14 al 18 Luglio. Un festival fatto di seminari, dibattiti, esibizioni e tanta musica, dove verranno trattati tutti i temi che hanno caratterizzato l’ ultimo anno di lotta nella nostra città. Cogliamo l’occasione per pubblicare un documento di riflessione stilato dalle compagne e dai compagni dello studentato occupato di Cagliari.
INTRODUZIONE
Sa Domu ha ormai raggiunto i sette mesi di occupazione. Da quando siamo entrati in via Lamarmora 126 la risposta è stata tale da superare ogni più rosea aspettativa. La questione che innanzitutto ci preme sottolineare è che sin da subito una composizione giovanile ricca e articolata ha varcato le porte de Sa Domu, mettendosi a disposizione per migliorare il progetto. Per tutti questi Sa Domu vuole rappresentare uno strumento politico per combattere l’emarginazione sociale e sfuggire da una città che se non hai le possibilità economiche ti costringe ad emigrare. Noi vogliamo rimanere qua e lottare per riprenderci ciò che ci è stato tolto. Ma dopo sette mesi abbiamo sentito la necessità ragionare sulle trasformazioni in atto a Sa Domu. Ci siamo chiesti quali fossero le caratteristiche della composizione giovanile, cosa abbia politicamente rappresentato l’occupazione de Sa Domu per la città di Cagliari. Abbiamo trasformato tutti questi ragionamenti in un documento politico, di cui vi presentiamo una sintesi
RAPPORTI CON I MEDIA
Siamo consapevoli che per noi che la viviamo, Sa Domu sia un’esperienza spesso difficile da comprendere. Per questo riteniamo che ragionare con osservatori esterni sia un passaggio fondamentale per poterci permettere di fare un’analisi oggettiva di ciò che stiamo vivendo. Siamo consapevoli dell’importanza di una narrazione sia politica che mediatica del progetto Sa Domu. Ma siamo anche consapevoli che abbiamo necessità di tempo per trovare una narrazione politica che possa essere quantomeno condivisa. Non sempre i tempi che riteniamo necessari per dare un significato a un’azione collettiva sono quelli che i media hanno, né è sempre possibile fare una sintesi. Riteniamo sia un nostro diritto poter scegliere a chi, dove, quando e come rispondere. Lo dobbiamo a tutte le persone che partecipano al progetto de Sa Domu.
STUDIARE A CAGLIARI: UNIVERSITA’ E SCUOLE SUPERIORI
Sette mesi fa l’obiettivo che si poneva l’occupazione della scuola Manno di via LaMarmora 126 era attaccare politicamente chi ogni giorno ci costringe a vivere in case dello studente fatiscenti, a non poter usufruire di borse di studio e case dello studente a causa del continuo taglio ai fondi regionali e statali. Per fare un esempio l’anno accademico si era aperto con il dato degli idonei non beneficiari: ben il 52,94% degli aventi diritto non avrebbero dovuto ricevere la borsa di studio (il 69,39% tra le matricole). A ciò si aggiunge la discussione sulla nuova riforma del mondo universitario. Per ora sono trapelate solo alcune linee guida che dimostrano la continuità tra la riforma Gelmini e quella di Renzi con il progetto di liberalizzazione e parificazione dei corsi di studio pubblico/privati. Per quanto riguarda le scuole superiori, sono numerose le mancanze- e non le scelte- che portano ogni anno ragazze e ragazzi ad abbandonare presto gli studi: il costo a carico delle famiglie per libri, trasporti e tasse si combina con i sempre più frequenti tagli alla scuola pubblica e alle agevolazioni per gli studenti in difficoltà. A ciò si è aggiunta la legge denominata “Buona scuola”, attraverso cui l’intenzione del governo è quella di far credere che lo stato non possa, in un momento di crisi, occuparsi di colmare le mancanze della scuola pubblica e che quindi l’unica soluzione sia l’inserimento di finanziamenti da enti privati. Noi sappiamo che quella di non finanziare la scuola pubblica è solo una scelta, e che privatizzazione significa esclusione, di chi non potrà pagare, dal diritto all’istruzione. I finanziatori delle scuole saranno grandi banche, grandi imprese e tutti quegli enti che avranno abbastanza denaro a disposizione per poterlo investire nell’istruzione, traendone un guadagno anche grazie ai grossi sgravi fiscali e rimborsi che ci saranno sulla loro attività privata. Un altro grave problema che riscontriamo nella Buona Scuola riguarda l’alternanza scuola-lavoro. Il progetto sulla scuola prevederà degli stage formativi e percorsi di alternanza scuola-lavoro che di fatto obbligheranno gli studenti a lavorare senza retribuzione, facendo credere loro che non ci sia altro modo di imparare un mestiere o acquisire competenze pratiche. Il guadagno per le imprese sarà quello di avere manodopera gratuita a disposizione.
LA CONDIZIONE GIOVANILE TOUT COURT: LA PRECARIETA’ ESISTENZIALE E LE NUOVE LEGGI SUL LAVORO
Rispetto a sette mesi fa molti cambiamenti sono avvenuti all’interno dello studentato: molti i ragazzi e le ragazze che ci hanno chiesto di poter venire a vivere a Sa Domu, non tutti studenti universitari. Alla luce di ciò abbiamo analizzato il fatto che ormai non esiste più lo studente tout court, che ha la possibilità di studiare serenamente senza doversi preoccupare di trovare i soldi per pagarsi un affitto a Cagliari o sostenere le tasse universitarie. Lo studente del 2015 è anche un precario, un lavoratore senza contratto , un tirocinante. Durante la nostra discussione siamo partiti dai dati sulla disoccupazione giovanile isolana: secondo un articolo dell’Unione Sarda del novembre 2014 questa è arrivata al 54,2%. A ciò si aggiungono i NEET (i giovani sotto i 29 anni che non lavorano, non studiano e non fanno formazione), che arrivano a toccare il 40%. Per “risolvere” questo problema, i vari governi nazionali e le varie giunte regionali dagli anni ’90 adottano la politica della flessibilità sul lavoro, come ad esempio la diminuzione vertiginosa del numero di contratti a tempo indeterminato e un aumento dei lavori part-time. Analizzando i dati ufficiali, emerge che rendere più flessibile il mondo del lavoro non comporta un aumento occupazionale. Al contrario, la precarizzazione e l’insicurezza che ne conseguono, causano una serie di conseguenze sociali tali da rendere i numeri stessi sull’occupazione delle statistiche svuotate di significato quando non addirittura strumentali ad una visione distorta del tema. Continua ad aumentare la precarietà non solo lavorativa ma addirittura esistenziale dei giovani oggi.
LEGGITTIMITÀ DELLE NOSTRE AZIONI
Ci hanno domandato molte volte se un’azione illegale come l’occupazione fosse realmente l’unico strumento a nostra disposizione. A noi questo tema non sembra così importante: più che parlare di illegalità/legalità, vogliamo parlare di legittimità di un’azione politica. Chi determina le scelte politiche di questo paese muovendosi su un piano di legalità, produce delle leggi come il Jobs Act, la buona scuola, la buona università e il Piano Casa, vere e proprie dichiarazioni di guerra ai cittadini e ad alcuni tra i fondamentali diritti acquisiti in decenni di lotte. Coloro che, invece, si oppongono a questo stato di cose, non avendo a disposizione gli strumenti per cambiare le leggi, hanno il diritto di scegliere gli strumenti più consoni alla propria lotta, consci che il cosiddetto stato di diritto viene usato come una clava dai detentori del potere.
RAPPORTI CON IL QUARTIERE
Inutile negare come la politica istituzionale a Cagliari sia ricca di contraddizioni. Un esempio eclatante, riguarda i quartieri popolari che, dimenticati nel corso di tutto l’anno, diventano invece, durante le elezioni, tappe obbligate per le passeggiate del candidato di turno. Oggi la politica parrebbe essere solo una grande macchina mangia-soldi, il cui unico obiettivo è quello di non pestare i piedi a coloro che assicurano la possibilità di essere rieletti, come le “cricche” del mattone o degli appalti. Ai cittadini cosa rimane? Per noi l’autorganizzazione dal basso. L’obiettivo che si pone Sa Domu è quello di provare ad organizzare coloro che non si sentono rappresentati da questo sistema e si vogliono unire per cambiarlo E questo è ciò che in parte sta avvenendo: alcune famiglie di Sant’Elia, San Michele e Santa Teresa di Pirri si siano avvicinati sin da subito alla nostra occupazione per trovare un aiuto a risolvere i loro problemi abitativi. Un esempio di auto-organizzazione dal basso può essere considerata la ludoteca estiva popolare, pensata per tutti coloro che, non potendo occuparsi dei propri figli durante l’estate causa lavoro, hanno una necessità reale di trovare un posto in cui i bambini possano giocare e divertirsi, senza che questo gravi sull’economia familiare. La ludoteca è indirizzata anche e soprattutto ai bambini del quartiere in cui viviamo, Castello. Una delle tante attività che abbiamo portato avanti gratuitamente come: i tornei di basket, le attività in palestra, il forno per la pizza, le aule studio e i cineforum. Siamo ben consci dei problemi che questa zona attraversa:, dall’eliminazione dei servizi principali (poste, market, ricevitorie, ecc ecc)allo spopolamento della zona.
Spiegare come si struttura la vita a Sa Domu non è facile. L’Assemblea di gestione è lo strumento principale che abbiamo deciso di utilizzare per fare una sintesi delle diverse idee e posizioni sui temi riguardanti la vita dentro e fuori Sa Domu. L’assemblea è anche il luogo dove giungono le nuove proposte, che se possono essere rese organiche alla realtà già esistente vengono spesso accolte con entusiasmo: è così che sono potuti nascere i laboratori aperti a tutti e diventare oggi un lungo elenco in continuo aumento. Una delle decisioni più importanti prese dall’assemblea è stata quella di voler mantenere a oltranza l’occupazione dello stabile dell’ex-Scuola Manno e permetterle di assumere la forma di studentato: questo ha significato dover fare dei lavori di ristrutturazione che permettessero di vivere lo spazio in sicurezza, con un livello di igiene e comfort dignitoso, nonché dotarlo delle attrezzature necessarie per svolgere le attività. L’abbiamo fatto con la modalità dell’autorecupero: tanti di noi si son rimboccati le maniche -affiancati o meno da persone più esperte- per svolgere i più disparati lavori. I soldi per comprare i materiali e gli attrezzi necessari sono stati raccolti tramite gli autofinanziamenti, specialmente eventi musicali, cineforum e aperitivi sociali, e in misura minore tramite sottoscrizioni libere.
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