Voleva chiudere i centri sociali, finisce nel Pantano
Già, stiamo parlando di un carabiniere. Filippo Ascierto, ex deputato di An poi Pdl. Per sedici anni carabiniere prestato al Parlamento. Secondo la procura di Padova, però, èmolto vicino agli adoratori del “dio Palanca”, in pessima compagnia di imprenditori e pubblici funzionari e ufficiali. L’ipotesi di reato è associazione a delinquere finalizzata a numerosi reati contro la Pubblica amministrazione. Il nome dell’operazione – “Pantano” – fotografa precisamente l’habitat di questa specie di politici-sceriffi, di imprenditori, di funzionari.
I carabinieri e i finanzieri dei comandi provinciali di Padova hanno dato esecuzione in queste ore a otto provvedimenti di custodia cautelare a carico di altrettanti funzionari pubblici e imprenditori. La notizia è stata diffusa dal più diffuso quotidiano cittadino. Sono stati arrestati 5 dipendenti pubblici e 3 imprenditori. Nell’operazione ci sono anche 30 indagati, tra ai quali figura anche l’ex deputato del Pdl Filippo Ascierto. Sono oltre 100 tra finanzieri e militari gli uomini impegnati nell’operazione. Le amministrazioni interessate sono Comune, Provincia, Ater ed Esercito italiano. Sono scattate le perquisizioni in alcuni uffici di Padova.
Le misure cautelari sono la conclusione di una complessa attività investigativa avviata nel gennaio 2011, condotta con ausilio attività tecniche e riscontri sul campo e terminata nel settembre 2012. Ai provvedimenti restrittivi si aggiungono 22 denunce. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a commettere un numero indeterminato di reati contro la Pubblica Amministrazione, tra i quali turbativa di asta, abuso di ufficio e corruzione.
«Le gare pubbliche, per portarle a casa, bisogna esagerare. E dopo correggerle in corso d’opera. Bisogna che sin da quando fai il preventivo, verifichi che si possano modificare delle robe, capito? Perché altrimenti non ne porti a casa nemmeno una», così Manuel Marcon in una telefonata intercettata il 25 gennaio 2011. Thermoidraulica di Unizzi, Marcon Srl, Immobiliare Giorg Snc, Costruzioni Giorg Srl: vincevano sempre loro. Grazie al sistema messo in piedi avevano “occupato” tutti gli spazi offerti dai principali enti in città e provincia.
Attraverso Aldo Luciano Marcon (direttore generale dell’Ater di Venezia), l’imprenditore Manuel Marcon conosce Filippo Ascierto. Si offre di provvedere alla realizzazione della sua villa sui Colli garantendogli un trattamento di estremo favore sotto il profilo economico. Emblematica la telefonata di Simonetta Liviero, la dipendente del Comune di Padova sorpresa a manipolare le gare d’appalto assieme al suo convivente, che dialoga con il figlio: «Davanti al dio palanca non ci sono né fratelli, nonché amici, nonché parenti».
Ascierto nega tutto, dice che è una tempesta in un bicchier d’acqua. Dice che in questa indagine non c’entra nulla e che chiarirà tutto nelle sedi opportune. E’ indagato per corruzione e millantato credito. «L’indagine non riguarda me, ma un gruppo di persone: due di queste hanno effettuato lavori a casa mia quando era in costruzione e sono stati pagati profumatamente con assegni tratti dal mio conto corrente. L’ipotesi quindi di avermi agevolato perché parlamentare cadrà quando esibirò l’estratto conto». «A riguardo dell’ipotesi di millantato credito poi – prosegue Ascierto – penso che non esista un parlamentare che non conosca le istituzioni, e non esiste neppure un parlamentare che non si prodighi lecitamente per aiutare imprese in difficoltà. Quindi, se io ho fatto ‘millantato credito’, sono nella media del 100 per cento dei parlamentari italiani». Coinvolta anche la sua compagna, Luana Levis (presidente dell’associazione “Andromeda” di Padova, un osservatorio sulla sicurezza creato da Ascierto e affidato alla sua compagna) sulla cui onestà, Ascierto metterebbe la mano sul fuoco.
La Levis, cointestataria della villa, è stata per dodici anni al seguito del parlamentare. Sempre a spulciare gli archivi dei giornali, si legge che Andromeda ha tra gli sponsor Polare scarl (Polytechnic Laboratory of Research, costituita nel 2008 come consorzio di ricerca senza fine di lucro) con sede a Padova in via Venezia 59/4 nello stesso edificio che ospitava il ristorante all’Onorevole che il deputato Filippo Ascierto aveva dato in gestione, il cui cuoco finì in cella per droga. «Polare dà il suo patrocinio e partecipa alle attività no profit di Andromeda Regione Veneto Onlus» è scritto nel sito della scarl. Ma qui passiamo a un’altra più celebre inchiesta: l’Operazione Tanzania, quella sui soldi della Lega riciclati all’estero. Il boss di Polare è Stefano Bonet balzato agli onori delle cronache perché avrebbe regalato la sua Porsche Panamera al tesoriere della Lega Francesco Belsito in cambio di una intermediazione per un contratto di consulenza. Soldi consegnati a Belsito in un cappello e una borsa per bottiglie di vino, in presenza di un altro imprenditore, Paolo Scala.
Per la Dda di Reggio Calabria Stefano Bonet, imprenditore veneto di 47 anni, è pesantemente coinvolto nell’inchiesta per riciclaggio che gira attorno a Romolo Girardelli, un faccendiere genovese di 53 anni, legato, per la Dda, ad elementi di primissimo piano dei De Stefano per i quali già in passato avrebbe svolto l’attività di riciclatore grazie alle sue capacità – scrive la procura – di «monetizzazione di “strumenti finanziari atipici” di illecita provenienza». Girardelli era finito nel mirino della Dda già nel 2002 perché considerato legato ad elementi di spicco dei De Stefano, che operavano anche in Liguria e in Francia, tra i quali Paolo Martino e Antonio Vittorio Canale. Per gli inquirenti Girardelli è socio di Belsito nella Effebi Immobiliare, società con sede a Genova e attiva nel settore immobiliare e commerciale. Ma Girardelli è risultato anche essere responsabile dello sportello genovese di un’altra società, la Polare scarl riconducibile all’imprenditore veneto Stefano Bonet, un altro dei personaggi su cui ruota l’inchiesta insieme all’avvoccato Bruno Mafrici, calabrese d’origine ma trapiantato a Milano (dove ha lo studio), e, appunto, a Paolo Scala, considerato il promotore finanziario di fiducia del gruppo Bonet, specializzato nella gestione di articolate operazioni finanziarie a Cipro (dove risiede). Scriveva nel 2012 la stampa padovana: «Che Stefano Bonet sia il dominus nel Nordest della gang ne sono convinti gli investigatori. La Polare scarl (Polytechnic Laboratory of Research, costituita nel 2008 come consorzio di ricerca senza fine di lucro) è controllata direttamente dall’imprenditore sandonatese (Insieme a Area Impresa Service e a Marco Polo Technology Srl) e, a sua volta, controlla la Polare Electronic Department, la Amon-X e la Venetwork spa». Dai documenti risulta, non solo che Girardelli era l’uomo «Polare» in Liguria, ma anche che la scarl aveva stipulato «un accordo commerciale (per circa 12 milioni di euro con la Siram di Milano) nel settore dell’innovazione e della ricerca, giovandosi del patrocinio politico di Belsito». Accordo che, per gli investigatori, ha dato origine ad una serie di trasferimenti di denaro tutt’altro che chiari.
Bonet è considerato l’autore di un memoriale che contiene tutti gli affari di Belsito e della Lega: i soldi per la scuola della moglie di Bossi. Il progetto di acquisto dell’hotel Argentina di Genova con altri imprenditori e l’operazione del Sol Levante (discoteca, bar ristorante e stabilimento balneare a Lavagna) per la quale Bonet dice che Belsito gli avrebbe detto che con il Sol Levante avrebbe garantito un rendimento del 3% alla Lega.
La Restaini, amica di Bonet e di Filippo Ascierto, ora dipendente dell’ufficio legislativo della presidenza del Consiglio, è intercettata al telefono con Erica Rivolta deputata della Lega e assessore comunale a Erba. Le due parlano del fatto che Bonet paga l’affitto dall’associazione Andromeda a Roma, onlus riconducibile a Ascierto attraverso la sua convivente Luana Levis. È quasi mezzanotte del 29 gennaio 2012. Restaini: «Tu lo sai che Bonet paga l’affitto ad Andromeda?». Rivolta: «No!». Restaini: «Io l’ho saputo questa sera perché me l’ha detto in macchina. Gli dà 40 mila euro annui in affitto». Rivolta: «Uhm». Restaini: «E sai che cosa ho saputo? Non so se derglielo o no a Filippo (Ascierto). Che quella si è fatta prestare un sacco di soldi da Stefano». Rivolta: «Bisogna dirglielo sì». Restaini: «Devo dirglielo?». Rivolta: «Secondo me sì». Restaini: «Si è fatta dare 30 mila euro…». Rivolta: «Mamma mia!». Restaini: «Guarda, ho provato un senso di schifo. E la cosa peggiore è che tutti sanno di lei…». Restaini, Ascierto e Bonet si conoscono da tempo. Lui è considerato da Bonet «un fratello» e un tramite che gli può risolvere eventuali problemi con le forze dell’ordine. Ascierto insieme alla Restaini hanno aiutato Bonet a incontrare don Pino Esposito, prelato calabrese che l’ha introdotto all’arcivescovo polacco Zygmunt Zimoswki, responsabile delle Pontificio Consiglio degli operatori delle strutture sanitarie del Vaticano. Ma questo è un altro malaffare.
da PopOff
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