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Pacchetti sicurezza che rendono insicure le nostre vite

Il decreto Meloni Salvini mette sul banco degli imputati non solo i giovani di Ultima generazione e i movimenti ambientalisti ma chiunque partecipando a cortei possa essere accusato di avere recato danni alle forze dell’ordine.

di Federico Giusti Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’Università

da Osservatorio Repressione

L’accordo tra Italia e Albania per il contrasto all’immigrazione irregolare rappresenta un precedente in quella che potremmo definire una nuova gestione dei flussi migratori costruendo fuori dal confine nazionale dei centri di accoglienza che potrebbero anche fungere , provvisoriamente, da istituti di pena.  Il Protocollo di Intesa firmato da Giorgia Meloni e dal presidente albanese Edi Rama prevede la costruzione, nel Paese delle Aquile, di due strutture di trattenimento – una presso il porto di Shengjin, vicino Tirana, e l’altra nel villaggio di Gjader, nell’entroterra – dove verranno portati i migranti sbarcati in Italia. I due centri saranno interamente gestiti dalle autorità italiane, e serviranno per identificare i migranti, per espletare le pratiche di asilo e per rimpatriare tutti coloro che non saranno ritenuti meritevoli di protezione.

La decisione di «esternalizzare» le procedure di asilo e di rimpatrio è particolarmente grave, e pone numerosi problemi come scrive Sergio Bontempelli, storico attivista dell’associazionismo a tutela dei migranti

 Secondo la legge italiana, infatti, il trattenimento dei migranti deve essere sempre autorizzato da un giudice: in che modo questo potrà avvenire nel territorio di un altro Paese? In che modo potrà essere garantito il diritto alla difesa? Come potranno i migranti far valere il loro diritto di asilo, se si troveranno fuori dal territorio italiano? Come potranno chiamare un avvocato, o rivolgersi a un’associazione di tutela?

Per il governo Meloni, evidentemente, i diritti sono solo un impiccio. Di cui liberarsi in ogni modo.

Sul pacchetto sicurezza rinviamo al volantino redatto dal sindacato CUB che ne fa una disamina puntuale toccando innumerevoli questioni

Gli aspetti salienti di questo ennesimo Pacchetto, che si aggiunge a numerosi decreti di Governi precedenti, sono anche rappresentati dall’avvento di una doppia morale, ad esempio l’Esecutivo invoca misure a tutela delle giovani madre ma non si fa scrupolo ad imprigionarle nel caso in cui commettano alcuni reati come il borseggio escludendo sul nascere misure alternative alla detenzione.

Pene severe previste per le manifestazioni di piazza, studentesche, sociali e sindacali che possano finire in tafferugli facendo leva sul ferimento delle forze dell’ordine e questa norma fa prefigurare l’ennesima criminalizzazione delle lotte sociali derubricate a problema di ordine pubblico.

Si rafforzano le pene per chi organizza rivolte carcerarie anche quando si materializzano in semplici proteste per il sovraffollamento , contro abusi e condizioni di vita inaccettabili. e questa norma vale tanto per le carceri quanto per i centri di detenzione migranti che il Governo Meloni vorrebbe costruire in ogni regione Italiana pur sapendo come questi centri non siano stati di alcuna utilità per combattere la immigrazione clandestina.

L’uso duale della tecnologia permetterà un domani di ricorrere ai sistemi informatici di controllo israeliani, sperimentati sulla pelle del popolo palestinese per controllare i confini italici, le rotte dei migranti ma anche costruire dei moderni sistemi di video sorveglianza attraverso la cosiddetta intelligenza artificiale

Nel pacchetto sicurezza di Salvini si costruiscono reati pesantissimi per chi scrive sui muri o imbratterà , senza alcun danno effettivo i monumenti, per quanti  insomma organizzeranno proteste civili e sociali come gli attivisti di Ultima Generazione o gli studenti in lotta contro il genocidio del popolo palestinese.

E’ in gioco la libertà di parola e di espressione, si materializza il capitalismo della sorveglianza affermando un modello sociale che intravede nel cittadino armato una sorta di diritto alla autodifesa,  ogni membro della pubblica sicurezza potrà girare armato,  anche se non con l’arma di ordinanza,  saranno agevolate le concessioni di porto d’armi e queste decisioni non fanno che introiettare il modello sociale statunitense, paese nel quale le stragi nelle scuole sono all’ordine del giorno.

Non è casuale siano alquanto carenti i fondi per la edilizia scolastica (ad esempio , nel caso del Pnrr, invece di costruire nuovi asili nido pubblici hanno preferito abbattere le strutture già esistenti per fabbricare nuovi edifici finalizzati al risparmio energetico e a un basso impatto ambientale,  invece di potenziare l’offerta formativa o aprire al pomeriggio gli istituti scolastici per attività sportive gratuite si spendano tante risorse per preparare alla evacuazione delle scuole in caso di attacchi terroristici alimentando una paura immotivata tra le giovani generazioni e costruendo alla occorrenza il nemico di turno contro il quale scatenare l’odio di massa.

Il decreto Meloni Salvini mette sul banco degli imputati non solo i giovani di Ultima generazione e i movimenti ambientalisti (da qui i reati previsti) ma chiunque partecipando a cortei possa essere accusato di avere recato danni alle forze dell’ordine. Non è accaduto negli anni settanta quando gli scontri di piazza erano quotidiani, avviene invece oggi come misura preventiva per criminalizzare il dissenso sociale.  L’impianto dei decreti sicurezza risponde sempre ad una logica: la costruzione del nemico di turno, oggi gli eco ambientalisti ieri gli operai che organizzavano presidi e blocchi stradali per difendere i posti di lavoro o rivendicare condizioni di vita e lavorative dignitose. E’ proprio la logica della criminalizzazione del dissenso il tratto comune di questi decreti dentro un contesto di crescente e asfissiante militarizzazione del corpo sociale a partire dalle scuole di ogni ordine e grado.

La stessa idea di costruire una società chiusa nella costante paura di attacchi terroristici e di rivolte sociali interne porterà ad accrescere la presenza nelle scuole dei militari e al rafforzamento della cultura militarista agendo al contempo direttamente sul codice penale con nuovi reati che prevedono anni di carcere.

Settimane or sono la Procura della Repubblica di Padova ha contestato ad alcuni attivisti di “Ultima Generazione” non solo una serie di reati che avrebbero commesso nel protestare contro l’inerzia istituzionale di fronte al cambiamento climatico, ma addirittura il grave reato di associazione per delinquere per aver organizzato blocchi stradali, imbrattamenti, interruzioni di pubblico servizio, manifestazioni non comunicate,

Su questo rinvio ad un appello dei giuristi democratici che meglio di noi denuncia la deriva securitaria del Governo Meloni

Appello – No alla criminalizzazione degli ecoattivisti – Giuristi democratici

Note e bibliografia minima

Deterrenza contro i soccorsi umanitari e contro le migrazioni di massa, tra propaganda elettorale e politiche europee, la fine del diritto di asilo. – ADIF (a-dif.org)

La chiamano sicurezza, ma si legge repressione (delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com)

“Non sono deportazioni, ci sarà un CPR”, tra il governo italiano e la Commissione europea rimbalzo di contraddizioni e di responsabilità: un attentato allo Stato di diritto. – ADIF (a-dif.org)

Il Cpr in Albania funzionerà anche come un carcere – Osservatorio Repressione

Milano: la vergogna del Cpr di via Corelli. Niente cure e cibo scaduto – Osservatorio Repressione

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