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The Wire Quarticciolo

Ieri in borgata operazione in grande stile, con la scusa della lotta allo spaccio la polizia e l’amministrazione usano il pugno di ferro contro gli abitanti e le abitanti della borgata.

da Quarticciolo Ribelle

Elicottero, blindati, defender, centinaia di agenti, cani, piedi di porco, frullini, mezzi dell’ama, finanza, polizia, carabinieri, digos e ros. Gente incravattata, signor nessuno della questura e dell’amministrazione sgomitanti per un posto in prima fila al grande show dell’operazione antidroga a cui avrebbero dovuto presenziare sindaco, prefetto e questore.

Un quartiere blindato per fermare un sedicenne con due grammi di fumo, un fabbro che tornava a casa con la borsa degli attrezzi, un signore del Bangladesh senza permesso di soggiorno. Una signora di 94 anni sfrattata, un’altra famiglia di 5 persone cacciata di casa all’alba. Gli attivisti del comitato di quartiere minacciati, portati via in volante e intimiditi. Cantine sfondate e lasciate aperte. Un sacco di multe per divieto di sosta.

Poi a sera tutto torna come prima, più di prima perché l’industria del consumo deve recuperare le ore perse per consentire allo show business dell’ordine pubblico di celebrare la sua onnipotenza.

Chi vive in basso come noi spesso compie l’errore di pensare che siamo governati da degli attenti pianificatori, che hanno una regia oculata, una strategia rodata per opprimerci.

Sembra frutto della pianificazione di qualcuno che si aprano cantieri per fare case e asili, poi li si abbandona, come del resto si è fatto con la piscina comunale e con tutti gli spazi pubblici del quartiere.

Dopo averli abbandonati diventano ricoveri di fortuna, grotte del buco, spazi dell’arrangiarsi. A quel punto si organizzano grandi operazioni per sfondarli e lasciarli aperti perché tornino alla loro funzione appena l’operazione termina.

Sembra frutto della pianificazione lasciare vuote quasi tutte le serrande del quartiere, prevedere che possano essere assegnate solo attraverso aste monetarie con lo stesso meccanismo e gli stessi coefficienti con cui l ater assegna i locali commerciali a prati e Flaminio. Quando poi gli abitanti e le abitanti ne fanno cantine, bische o garage organizzare grandi operazioni per vedere se ci nascondono qualcosa. Senza trovare nulla.

E che dire di milioni persone costrette a fare due lavori con orari spezzati per mettere insieme 800€? Non sembra un mercato del lavoro organizzato per fornire braccia alle piazze di spaccio?

Eppure questi fenomeni esistono fondamentalmente per l’inerzia di chi ci governa, per la più miope brama di potere e denaro, poco più di questo. Un’infinità coazione a ripetere degli stessi strumenti, delle stesse operazioni spettacolari e delle stesse politiche difronte alla loro conclamata inefficacia.

Si propone il mercato come unico criterio di amministrazione del territorio, quando poi il mercato nella sua forma più pura prevale nel commercio di droga, si propone l’esibizione muscolare della forza per dimostrare che lo Stato comanda ovunque. Non importa se comanda su un deserto, l’importante è ripristinare l’autorità.

Siamo governati da delle specie di zombie: non è più la razionalità che definisce l’azione pubblica ma la necessità di arrivare al “cuore della gente”. Non importa risolvere i problemi o cercare soluzioni, bisogna dare segnali, far vedere la presenza, non arretrare. Senza più cervello avanzano apparati burocratici e violenti.

Apparati vittime in primis del loro narcisismo: il prefetto, il questore e il sindaco hanno annullato di corsa la programmata passeggiata al quarticciolo. Non possono accettare di confrontarsi con la gente che era scesa in strada insieme a noi. Per loro siamo abitanti di serie b, in quanto tale possiamo essere puniti o compatiti, ma non ascoltati.

La cosa più inquietante è che la roba fatta oggi a quarticciolo è una specie di “format”: settimana scorsa sono andati a San Basilio, oggi da noi. La prossima chissà. Dopo il prete, dopo brumotti, dopo i pullman con gli stornelli della Raggi, ora le passeggiate con retata. Anche questa amministrazione non resiste alla tentazione di utilizzare i quartieri popolari come uno spauracchio da dare in pasto alla città per bene. E come se si dicesse “ è vero non sappiamo raccogliere rifiuti ne far funzionare il trasporto pubblico, ma contro quegli incivili delle case popolari vedete come ci facciamo rispettare”.

La palla sta a noi. Oggi è bastato poco. Scendere di casa, non abbassare la testa, stare spalla a spalla. Facciamolo diventare normale in tutti i quartieri. Non facciamoli più passeggiare.

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