Vicenza: ri-occupato il Centro Sociale Bocciodromo. “Nei prossimi mesi ci sarà da resistere”
Ri-occupato il Centro Sociale Bocciodromo a Vicenza. Nella notte tra venerdì 30 gennaio e sabato 1 febbraio, compagne e compagni sono rientrati nello stabile che era stato sgomberato per fare largo ai lavori del Tav nel quaretiere dei Ferrovieri.
Venerdì nel tardo pomeriggio la proprietà dell’immobile è passata ufficialmente dal Comune a IricavDue, il consorzio di imprese che progetta e costruisce la Tav, concludendo in questo modo il procedimento di esproprio.
E nella serata di ieri, intorno alle 23,30, un corteo di circa 300 persone è partito dalla sede Caracol Olol Jackson in viale Crispi, ha sfilato per le strade della città con cori, fumogeni e musica fino ad arrivare al capannone di via Rossi, che sarà abbattuto in autunno nell’ambito dei cantieri Tav per far posto al prolungamento di via dell’Arsenale.
In una nota i manifestanti hanno spiegato che ‘Nei prossimi mesi ci sarà da resistere molto al Bocciodromo e nei boschi, ognuno lo potrà fare a seconda della sua sensibilitò e delle sue possibilità, l’importante è esserci’.
Il collegamento di Radio Onda d’Urto con Eleonara, compagna del Centro Sociale Bocciodromo Ascolta o scarica
Di seguito il comunicato condiviso dai compagni e compagne del Centro Sociale Bocciodromo
In fondo a Via Rossi, nel quartiere dei Ferrovieri Vicenza, c’era un campo da pallacanestro prima, poi un dopolavoro in cui si incontravano gli operai della Lanerossi e dal 5 Marzo 2011 il CS Bocciodromo. E’ la storia di un luogo che da almeno settant’anni è un luogo d’incontro e socialità e che negli ultimi quattordici anni è stato vivo e aperto alla città e attraversato da sport, eventi culturali e concerti. Il tutto all’insegna della solidarietà e dell’indipendenza, per far conoscere al territorio una società diversa e altra, un immaginario diverso di futuro che passa anche per non aver paura di entrare in conflitto, a volte anche aspro, con le enormi contraddizioni del mondo che viviamo e con chi questo mondo lo governa e che impone le sue scelte ai territori ed alle sue comunità.
Proprio attraverso questo posto, per far passare un progetto inutile e dannoso, i contractors a servizio di RFI e della politica romana vogliono scriverne una storia diversa: radere al suolo tutto, un’enorme colata di cemento, una strada, asfalto, dieci anni di cantieri rumore ed inquinamento. Questo è solo un piccolo tassello del progetto TAV a Vicenza Ovest – Lotto numero 2.
I grandi gruppi di interesse, le lobby del cemento, quelle economiche e pezzi della politica hanno fatto in modo che questo progetto non fosse bloccato e avanzasse sempre di più verso il nostro territorio, mentre comitati e cittadini ne smontavano l’autorevolezza e le bugie fino a che, ora, è ampiamente considerato impattante e dannoso per tutta la città.
In tante, con ogni mezzo a disposizione, hanno provato a bloccare quest’opera devastante. Ci riferiamo alle centinaia di persone – comitati, associazioni e abitanti di Vicenza – con cui abbiamo il piacere di condividere questa battaglia da dieci anni per la difesa di questa città. Assieme abbiamo organizzato convegni e manifestazioni, informando la città e provando a fare pressione sulle istituzioni. Abbiamo scoperto parti dimenticate di Vicenza e i loro benefici: i boschi dei Ferrovieri che siamo determinat* a difendere dai cantieri dai contractor del TAV, che si mangiano più 50 mila metri quadrati di polmoni verdi della nostra città restituendo CO2 e inquinamento. Questi boschi che sono liberati da molti mesi, sono ancora sottratti alla cementificazione e stanno rallentando i cantieri che sono ora alle porte della città, in modo illegittimo e senza un progetto esecutivo completo, mentre il consorzio di costruzioni IRICAV2 con a capo WeBuild morde il freno per entrare in possesso dell’area dell’edificio del Bocciodromo ed abbatterlo.
Dal 31 Gennaio via Rossi 198 considerata area destinata a cantiere TAV.
Adesso si resiste. Questo posto che in 70 anni è stato attraversato da migliaia di persone può rendere un ultimo servizio: essere un presidio a difesa Vicenza, in cui continuare ad incontrarsi con la consapevolezza di essere parte di una comunità che non si è piegata alle politiche di speculazione e distruzione del territorio; neanche davanti all’arroganza di un’enorme multinazionale che avanza con le ruspe e le forze dell’ordine che gli liberano la strada.
Nei prossimi mesi ci sarà da resistere molto al Bocciodromo e nei boschi, ognun* lo potrà fare a seconda della sua sensibilità e delle sue possibilità, l’importante è esserci. Lo dobbiamo a chi ha perso e a chi perderà la casa, a chi dovrà chiudere bottega, a chi si ammalerà per l’inquinamento dei cantieri, a chi vivrà con il rumore sotto le finestre notte e giorno e a tutte e a tutti noi che vogliamo continuare a vivere qui.
Non possiamo permettere però che i nostri progetti e tutta la ricchezza culturale collettiva sviluppati dentro a queste mura vengano sepolti sotto una colata di cemento. Abbiamo dimostrato negli anni che non c’è governo o grande opera che possa annichilire la volontà delle persone di aprire Centri sociali in cui esprimersi in libertà a Vicenza.
Tutto questo avrà sempre una casa dove continuare a crescere, un portone da aprire, uno spazio da immaginare, una nuova musica da suonare, un nuovo pavimento su cui ballare, un nuovo tetto su cui salire.
Adesso si resiste in fondo a Via Rossi.
Lunga vita al Centro Sociale Occupato Bocciodromo perché, se non ci è dato sapere quanto lunga sarà, siamo sicur* sarà intensa.
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