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Bologna, occupata vicepresidenza di Scienze Politiche. Nessun bavaglio a chi si oppone alla guerra!

Una contestazione che è stata da subito bollata dalle principali autorità universitarie e dalle alte sfere politiche come “aggressione”, con una lunga e ripetitiva sequela di dichiarazioni volte a stigmatizzare l’espressione di dissenso come un atto teso a minare la libertà di espressione del docente,nonché precedente “preoccupante” a detta del Ministro degli Interni Alfano, giungendo a una condanna unanime della contestazione che ha messo uno di fianco all’altro esponenti di formazioni neofasciste a volti storici del centrosinistra di una certa influenza sull’ opinione pubblica bolognese e non solo, primo fra tutti Romano Prodi.

La risposta del Collettivo all’ attacco sferrato dal rettore Ubertini, succeduto da pochi mesi al latinista Dionigi, con al seguito buona parte del mondo accademico ancorato da decenni alle poltrone e alle cattedre dell’ Alma Mater, non si è fatta attendere.

Lo stesso collettivo, una volta compiuta l’occupazione, ha indetto una conferenza stampa pubblica per spiegare le proprie ragioni di fronte al ricatto imposto manu mediatica dallo stesso rettore dell’ Ateneo, che nella giornata di ieri ha annunciato pesanti sanzioni disciplinari a chi ha pubblicamente contestato la posizione guerrafondaia esposta da Panebianco nei suoi editoriali e nei suoi scritti apparsi le scorse settimane nel Corriere della Sera (edizione nazionale).

La giornata di lotta non si ferma,a partire dall’ assemblea pubblica “le loro guerre,i nostri morti” che è stata confermata per le 16 sempre all’ interno della scuola di Scienze Politiche.. seguiranno aggiornamenti

 

Qui un breve resoconto di quanto é accaduto nelle scorse ore da parte di Nicola del Collettivo Universitario Autonomo:  

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