InfoAut
Immagine di copertina per il post

Dai pride di tutto il mondo al pride di Tel Aviv: Enjoy Stonewall, smash the Apartheid wall

siano tuttoggi campo di battaglia per governi neoliberali e “democrazie” occidentali i quali, servendosi di una propaganda filocolonialista, continuano a celebrare la propria supposta superioritá rispetto agli “arretrati” paesi al di fuori del Primo Mondo, come se solo questi fossero macchiati da fondamentalismo e omofobia.

Questo articolo redatto da Freepalestine Roma fa il punto su come oggi in Italia e non solo molti gruppi e associazioni “gay-friendly” alimentino questo meccanismo contribuendo ad esempio a dipingere Israele come unica democrazia in Medio Oriente, come olimpo di salvezza per i/le queer palestinesi e meta del turismo lgbtq di tutto il mondo. Oggi sappiamo bene invece che la lotta per la decolonizzazione dei nostri spazi e per l’autodeterminazione deve passare dal riconoscimento di dispositivi come il pinkwashing, dalla loro denuncia e decostruzione, oltre che dall’intersezione dei contesti di lotta scaturiti dalle diverse forme di oppressione.

 

“Vogliamo tutto?” Considerazioni sul Pride di Tel Aviv

Ci preparano da tempo a raccogliere con entusiamo l’invito al Pride di Tel Aviv e alcune agenzie di turismo come Quiiky Viaggi, della società Sondersandbeach, martellano costantemente con pubblicità per il prossimo 8 giugno. Si tratta di business del “turismo gay” basato su pura propaganda e supportato da “intellettuali”, come Angelo Pezzana, che godono di notorietà solo perchè vicini all’organizzazione sionista italiana “Amici di Israele”.  L’ipocrisia trasforma addirittura una star ultra ricca come Madonna nella madrina spirituale, garante del clima “gayfriendly” certificato dal test dell’American Airlines che elegge Tel Aviv “World’s Best Gay City”.

 

Pensiamo sia utile rimanere con lo sguardo nel nostro quotidiano, partire da contesti di lotta brillantemente recuperati dal sistema di diritti basato sul privilegio e ribadire alcune considerazioni fatte in occasione dell’Euro Pride 2011 tenutosi a Roma per poi analizzare il contesto israeliano.

Il concetto portante dell’evento Euro Pride era assolutamente l’eurocentrismo o comunque l’esaltazione delle culture e delle società occidentali in chiave etnocentrica e razzista.

Salvo alcune componenti che hanno scelto quell’occasione per ribadire percorsi di autodeterminazione in costante conflitto con qualsiasi dominio economico, religioso e culturale, la celebrazione e l’esaltazione del concetto “Europa” serpeggiava tra i balletti spensierati e le tasche gonfie di chi sceglie di organizzare questi eventi declinando fastidiosamente il concetto di “Uguaglianza”, per poi speculare sui corpi, i desideri e le lotte per l’autodeterminazione delle persone.

La Fortezza Europa, il sistema di controllo delle frontiere appaltato all’agenzia Frontex, la nazione Italia, i Cie, l’internamento e le deportazioni dei e delle migranti, lo sfruttamento con diritto di selezione all’ingresso per i/le migranti considerati di “serie B” e i viaggi infernali nel cimitero Mediterraneo, il Vaticano, l’oppressione delle istituzioni e la stretta di mano con lo squadrismo fascista, il cane da guardia della brutalità poliziesca, il “modello famiglia”, l’eteronormatività…conoscete tutto questo, conoscete anche tutti i dispositivi di controllo e sfruttamento che saccheggiano la vita di ognun* di noi.

Parliamo della stessa Fortezza Europa che però esalta la sua umana pietà quando concede l’asilo politico a gay, lesbiche, trans, queer perseguitat* nei paesi di nascita purchè sia un’occasione per normalizzare l’inferiorità di alcune culture barbare rispetto l’eccellente sistema capitalista e la democrazia liberale.

Le diversità sono accettate solo se compatite, le persone, i corpi politici che le rappresentano meritano di essere riconosciute solo da vittime. La rincorsa alla condanna pubblica da parte delle istituzioni e dei media di regime scatta quando la violenza fisica si palesa su soggetti volutamente tenuti ai margini, quei margini perimetrati dalla violenza economica, di genere e razzista.

Passiamo ora a raccontarvi un episodio che accade nella democratica Israele, nel paese che viene considerato il paradiso per eccellenza della comunità LGBTQI.

Circa due settimane fa un ragazzo palestinese e il suo partner, un ragazzo israeliano, si sono incontrati al checkpoint di Qalandiyah perchè il primo tra i due aveva ricevuto il permesso dalle autorità israeliane per entrare a Gerusalemme e sottoporsi ad una visita cardiologica all’ospedale Makassed, nella parte est della città.

Sembrava una buona occasione per visitare una città costantemente interdetta ai/alle  palestinesi in compagnia del proprio partner, immaginando di raggiungere anche Tel Aviv e trascorrere una piacevole giornata insieme.

Ma Tel Aviv e Gerusalemme non sono città ospitali con tutti i gay e le lesbiche del mondo…

Dopo soli 20 minuti dall’arrivo a Gerusalemme, davanti al Jaffa Gate (uno degli accessi alla città vecchia), i due ragazzi vengono circondati e arrestati da un gruppo di poliziotti israeliani perchè il permesso concesso al ragazzo palestinese riportava l’ospedale come destinazione e quindi un unico binario da percorrere: “dal checkpoint all’ospedale e dall’ospedale al checkpoint”.

La tensione sale ulteriormente quando nella macchina del ragazzo israeliano la polizia trova un candelotto di lacrimogeno sparato dall’IDF (viene chiamato: esercito di difesa israeliano), ovvero una munizione esplosa e raccolta durante una manifestazione nel villaggio di Nabi Saleh, dove la popolazione lotta contro l’occupazione israeliana in Palestina.

L’invenzione del ritrovamento di una bomba nella macchina verrà utilizzata come violenza psicologica durante l’interrogatorio che i due affronteranno separatamente ma, in sostanza, l’accusa che viene rivolta al ragazzo palestinese è quella di essere entrato illegalmente in Israele e quella rivolta al suo partner è del trasporto illegale.

L’articolo che riporta in maniera dettagliata le testimonianze dei due ragazzi è comparso sulla stampa israeliana pochi giorni fa e si conclude con gl’interrogatori, le minacce e l’ esplicita richiesta di collaborare con lo Shin Bet (servizi segreti interni di israele).

Da questo recente episodio il buon cuore di Amira Hass sprigiona la compassione opportunae ci concede la sua lettura:
“I due hanno camminato insieme verso la porta di Jaffa, inebriati dalla sensazione di libertà e dal piacere di stare insieme senza nascondersi”.
Sorge quindi spontanea la domanda su quanto possa sentirsi libero un palestinese gay a Gerusalemme che per arrivarci ha dovuto sorpassare dei controlli militari e giustificare la sua visita in città con una pratica burocratica avviata da chissà quanto tempo e quanto possa essere libero un ragazzo israeliano gay che partecipa alle manifestazioni contro il progetto coloniale sionista in Palestina.
“Il ricatto ai gay palestinesi è una pratica comune, da parte sia dei servizi israeliani sia di quelli palestinesi. Sono facili prede, perché se scoperti rischiano di essere puniti o uccisi. È stato un attivista gay israeliano a contattarmi, perché la pubblicità è il migliore strumento di protezione.”
E’ invece il commento della suddetta che conclude il suo articolo con una considerazione che sarebbe stata opportuna se avesse parlato di doppia violenza, invece che di “facili prede”, e se lasciata ai gruppi queer palestinesi che lottano nel quotidiano. Li conosce signora Hass?

Cos’è per noi Tel Aviv se non una delle città israeliane dove chi rifiuta di fare il servizio militare viene processat* e mandat* in carcere?

Cos’è per noi la città simbolo del Pride israeliano se non un posto dove esistono dei ghetti per migranti african* che vengono rastrellati e deportati e dove gruppi di squadristi commettono persecuzioni razziste?

Cos’è per noi questa città venduta come tollerante a dispetto di tante culture barbare se non il simbolo del colonialismo e della brutalità dell’occupazione militare israeliana in Palestina?

Cos’è per noi Tel Aviv se non la città che ospita un aeroporto turistico dove chi vuole andare in Palestina ad abbracciare i propri fratelli e le proprie sorelle viene incarcerat* e deportat* o dove se sei palestinese non puoi passare?

Tel Aviv per noi è una città dove il turismo va boicottato, non è un paradiso, è un inferno dove chi lotta per la libertà viene brutalmente repress*.

Boicotta Quiiky viaggi e Sondersandbeach!
NON PERMETTERE CHE IL TUO CORPO, I TUOI DESIDERI E IL TUO PERCORSO DI AUTODETERMINAZIONE VENGANO STRUMENTALIZZATI!
Vogliamo tutto?
Rifiuta l’Apartheid e il colonialismo, boicotta anche il turismo in Israele!

Free Palestine Roma contro tutt* i/le pinkwasher

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

lgbtqpride

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Non Una di Meno: sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo. La diretta della giornata

Per l’ottavo anno consecutivo, l’8 marzo sarà sciopero femminista e transfemminista globale.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Trieste: in Via Gioia uno spazio di accoglienza negato a due passi dal Silos

A Trieste, città di frontiera che non si riconosce tale, vogliamo mostrare che trovare uno spazio dove accogliere le persone migranti è possibile.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Assemblea nazionale di Non Una di Meno a Bologna. Sabato la “passeggiata arrabbiata”

Sabato 3 e domenica 4 febbraio 2024 due giornate di Assemblea Nazionale organizzate dalla realtà transfemminista Non Una di Meno, presso le aule universitarie di Bologna.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Aborto: il convegno promosso dalla Lega a Montecitorio e’ “l’ennesimo tentativo di normalizzare l’antiabortismo nel nostro paese”

Martedì 23 gennaio, nella sala conferenze della Camera dei Deputati, si è tenuto il convegno antiabortista organizzato dal Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli e promosso dalla Lega.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Mai più zitte, mai più sole!

Non una di Meno torna in piazza.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Non Una Di Meno rilancia: mai più sole mai più zitte

Il 16 dicembre Non Una di Meno invita nuovamente a scendere in piazza contro la violenza sulle donne e di genere.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Firme false e assistenza inesistente per i reclusi: la Procura indaga sul Cpr di Milano

Il primo dicembre la Guardia di Finanza ha perquisito la struttura per acquisire documentazione. Il reato ipotizzato per l’ente gestore Martinina è frode in atto pubblico. Un’inchiesta di Altreconomia aveva svelato le “false promesse” della società alla prefettura di Milano

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Una marea in tutta Italia contro la violenza di genere.

Ieri, 25 novembre giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne, oltre ai due cortei nazionali indetti dalla rete di Non Una Di Meno a Roma e a Messina tantissime piazze della penisola si sono riempite di decine di migliaia di persone, come a Milano e Torino, iniziative e cortei anche a Genova, Parma, Perugia, […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

La marea transfemminista inonda Roma. Non Una Di Meno: “Siamo almeno 500 mila”

Con in testa un grande striscione “Transfemministe ingovernabili” è partito questo sabato pomeriggio dal Circo Massimo di Roma l’imponente corteo di Non Una Di Meno contro la violenza sulle donne e la violenza di genere, in occasione della giornata del 25 novembre.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Se domani non torno, distruggi tutto.

Anche a Torino appuntamento per una manifestazione contro la violenza patriarcale sabato 25 novembre alle ore 15 da piazza Carlo Felice.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Brasile: Cinque anni senza Marielle, cinque anni di impunità

Il 14 marzo si compiono 5 anni dall’assassinio di Marielle Franco e dell’autista Anderson Gomes. Ho presente l’impatto che fu ricevere da Rio, il messaggio straziante di mia figlia Julieta, sua amica e compagna di militanza: “Papà hanno ucciso Marielle”. Aveva 36 anni. di Schachter Silvio Dopo la sua morte, migliaia di brasiliani e persone […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Bari: antifascismo è antisessismo

Riportiamo il comunicato dell’Ex-caserma Liberata in merito a quanto accaduto alcuni giorni fa in occasione del Pride di Bari: “Perché se non ti lascio pronunciare il tuo odio, sono certa, rivendicherai il tuo “diritto alla libera espressione” e chiamerai le guardie per censurare le mie letture, per vietare la mia cultura, per bruciare i miei […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Contestazioni e cortei in tutta Italia contro le Sentinelle in Piedi

Per oggi, sabato 23 maggio, il gruppo che da qualche tempo si presenta col nome di “Sentinelle in Piedi” aveva organizzato presidi nelle piazze di molte città italiane. A dispetto dell’immagine di pacifico cittadinismo in difesa della libertà di espressione di cui si auto-proclamano portatori, il vero volto di questo gruppo è ormai ben noto: […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

FAMoLo Pride: sessualità e famiglie come meglio crediamo!

A Torino, sabato 8 giugno si svolgerà il Pride 2013, incentrato quest’anno sul tema delle famiglie. Riportiamo qui sotto un appello che delinea un punto di vista altro rispetto al concetto di famiglia che si dà nell’appello ufficiale del coordinamento Torino Pride. “Essere legittimati/e dallo Stato significa entrare a far parte dei terminidella legittimazione offerta […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Manuale dei Carabinieri: i gay sono dei degenerati

Da Genova alla Val di Susa, passando per tante situazioni quotidiane in tutt’Italia, abbiamo conosciuto la violenza sfacciata di chi è sicuro dell’impunità, l’arroganza (e la miseria) di chi si vende per trenta denari al potere, al più forte, disponibile a manganellare, arrestare e reprimere la popolazione che chiede reddito, diritto allo studio o difende […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Migliaia in piazza a Palermo, Let’s Pride!

  La grande partecipazione che ha contraddistinto il Pride di quest’anno non fa altro che riconfermare la sensibilità che Palermo, ha dimostrato e continua a dimostrare nei confronti delle rivendicazioni della comunità LGBT,(aggiudicandosi la candidatura a città ospite del Pride nazionale previsto per il prossimo anno). Ma non solo. Quest’anno il Pride ha saputo trattare […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Migliaia in piazza a Palermo, Let’s Pride!

  La grande partecipazione che ha contraddistinto il Pride di quest’anno non fa altro che riconfermare la sensibilità che Palermo, ha dimostrato e continua a dimostrare nei confronti delle rivendicazioni della comunità LGBT,(aggiudicandosi la candidatura a città ospite del Pride nazionale previsto per il prossimo anno). Ma non solo. Quest’anno il Pride ha saputo trattare […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Dai pride di tutto il mondo al pride di Tel Aviv: Enjoy Stonewall, smash the Apartheid wall

Nel mese in cui si ricorda la rivolta di Stonewall con manifestazioni di pride in tutto il mondo ci sembra opportuno ricordare come i diritti dei soggetti lgbtq siano tuttoggi campo di battaglia per governi neoliberali e “democrazie” occidentali i quali, servendosi di una propaganda filocolonialista, continuano a celebrare la propria supposta superioritá rispetto agli […]