Foggia, in centinaia in piazza per contestare Emiliano e Martina
Obiettivo era la facoltà di Economia dell’Università di Foggia, sede dell’inaugurazione dell’anno accademico e dove il Ministro Martina era chiamato dai partecipanti a rispondere riguardo alle condizioni di lavoro nelle campagne pugliesi e nazionali, dove caporalato, sfruttamento coatto e ricatti di ogni tipo sono la regola. Dove morti come quella di Manadou, impegnato nel lavoro nei campi, sono purtroppo episodi che si ripetono negli anni. Dove provvedimenti puramente di facciata come quelli messi in campo dalle istituzioni non risolvono la situazione poiché continuano a non prevedere la concessione di diritti come assistenza sanitaria gratuita, residenza, permesso di soggiorno slegato dalla prestazione lavorativa.
Come si diceva già nel comunicato di indizione della giornata di lotta, la presenza del duo “non è certo casuale in un territorio a forte vocazione agro-industriale, attività su cui l’Università investe notevoli risorse, a braccetto con l’agro-business, nel contesto di un rinnovato fervore e successo per l’export di prodotti ‘made in Italy’ come il pomodoro trasformato, punta di diamante del Tavoliere”.
Negli scorsi giorni le lotte migranti che da mesi si attuano nel territorio pugliese hanno portato alla concessione dei primi permessi di soggiorno e delle prime residenze, ma ai manifestanti ciò che preme è un incontro con i decisori politici per affrontare realmente le necessità espresse dalla piazza di oggi. Il corteo, che è stato però bloccato dalla celere mentre si avvicinava all’ Università, dove invece è libera di manifestare la gialla Cisl; probabilmente a far paura è stata anche la presenza della solidarietà arrivata da tante parti del paese, come ad esempio quella portata dai lavoratori Bormioli di Fidenza, le cui lotte hanno avuto di recente una forte visibilità grazie alla determinazione messa in campo.
Martina ha ovviamente rifiutato di incontrare i manifestanti, trincerandosi come da stile del governo Renzi nel proprio guscio ovattato incensato dalle telecamere mainstream. La Regione ha invece concesso alla piazza un tavolo di confronto per il prossimo 3 marzo a Bari, che arriva sulla scia di mesi di battaglia in un settore cruciale del quadro economico del paese e che si spera possa portare alla conquista di nuovi diritti per i lavoratori delle campagne
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