‘Le vostre pallottole non ci fanno più paura’
Pisa – Come deciso nella assemblea di giovedì sera, la comunità tunisina, gli antirazzisti e gli amici ed i parenti del giovane Karim, si sono dati appuntamento per le 8 di mattina alla stazione di Pisa per andare a manifestare la propria rabbia e l’esigenza di giustizia laddove il giovane tunisino è stato ucciso, a La Spezia.
In più di cento persone con cartelli, striscioni e megafono hanno cercato di raggiungere i binari del treno, cercando di ottenere uno sconto vista la condizione pressoché generale di disoccupazione dei ragazzi tunisini e visto il motivo del viaggio. Da parte sua Trenitalia ha proposto uno sconto di un euro per i biglietti, da 13 euro a persona solo andata, a 12. Le forze di polizia hanno ribadito la posizione di Trenitalia affermando l’inamovibilità degli “ordini” dell’azienda ferroviaria. A quel punto la comunità tunisina non si è assolutamente persa d’animo e sono iniziate ore di lotta in un presidio fatto di slogan e cori. “giustizia per Karim”; “vogliamo la verità, contro l’informazione falsa!”, “karim ti vendicheremo”, alternando slogan ad interventi e momenti di blocco della stazione ferroviaria che richiamavano necessariamente l’attenzione di tutti i passeggeri. L’obiettivo è rompere quel muro di silenzio razzista che vuole rendere la morte per mano di un poliziotto di un ragazzo di 21 anni un “fatto” assolutamente normale, laddove il giovane ucciso dagli spari delle forze dell’ordine stava “scappando” e poteva quindi essere uno “spacciatore”.
La rabbia contro questa violenza – che è la cifra della condizione di tutti i migranti, in particolare chi vive dentro i meccanismi infami della clandestinità e delle angherie per ottenere il permesso di soggiorno – è esplosa in questa giornata, unendo tantie e tanti ragazzi abituati a vivere ai margini dell’integrazione, a subire ogni giorno soprusi da parte del sistema di controllo e da quello amministrativo e giudiziario. “Non abbiamo più niente da perdere” è la consapevolezza che la morte di Karim ha fatto scattare in tanti di loro ed ha avvicinato altre persone colpite da questa storia di ingiustizia e dalla dignità e dalla forza di quanti vogliono riscattarla.
I giovani tunisini, cui si sono uniti altri studenti e disoccupati italiani, non hanno quindi accettato gli ordini di uscire dalla stazione, ed essendo impossibilitati a pagare un prezzo così alto, hanno continuato a interrompere il normale flusso di merci e persone con le loro voci per mantenere alta l’attenzione sulla vicenda di Karim (guarda il video).
Intanto Trenitalia, preoccupata dalla determinazione e dalla rabbia del presidio che si andava ingrossando, ha deciso prima di bloccare il treno a poche centinaia di metri dalla stazione di Pisa, poi di direzionarlo su un binario differente da quello previsto, in modo da bloccare ed impedire l’accesso ai manifestanti tunisini cercando di circondarli da poliziotti e carabinieri in antisommossa. Un gruppo di passeggeri “bianchi e non tunisini” è stato avvicinato da un funzionario di trenitalia che ha intimato loro di raggiungere “silenziosamente”, senza farsi notare dai manifestanti, il treno diretto a La Spezia (guarda il video dell’intervista ad un solidale).
A quel punto il presidio si è accorto del meschino “piano” razzista di trenitalia ed è corso cercando di raggiungere il nuovo binario: ma nel sottopassaggio una parte delle decine di poliziotti e carabinieri ha cercato di respingere con manganellate e calci i ragazzi tunisini, che hanno cercato di resistere e di passare sugli altri binari! (guarda il video della carica). Dopo l’aumento della tensione e il possibile blocco dei binari, il presidio è riuscito ad ottenere un forte sconto per salire sul treno successivo per la Spezia!
La manifestazione è quindi finalmente partita dalla stazione della città ligure, cui si sono avvicinati tanti e tante migranti colpiti dall’energia e dalla voglia di verità e giustizia che animava il corteo! La polizia si è tenuta a debita distanza dai manifestanti che hanno bloccato diverse arterie principali.
La notizia della “scena muta” fatta dai poliziotti che hanno sparato e ucciso Karim di fronte agli interrogatori del giudice, è andata a confermare la necessità di vederci chiaro e di non lasciare impuniti i responsabili di una tragedia che evidenzia lo strutturale abuso di potere delle forze di polizia nei confronti delle fasce più ricattabili della società.
Il corteo si è concluso di fronte all’ospedale di La Spezia, dove giace il corpo di Karim in attesa di essere rimpatriato nel suo paese: in questi giorni di fronte all’ambasciata italiana in Tunisia i genitori insieme ad altri amici e parenti di Karim, stanno lottando per velocizzare il rientro immediato della salma e per ottenere verità e giustizia per la morte del figlio.
La giornata di lotta è continuata anche al ritorno a Pisa: dopo aver fatto una conferenza stampa che ha ricostruito il razzismo di trenitalia, della polizia e la forza delle ragioni di Giustizia per Karim, i manifestanti hanno continuato un presidio alla stazione anche per chiedere che al fratello del ragazzo ammazzato fosse immediatamente rilasciato il permesso di soggiorno per consentirgli di riaccompagnare la salma nel proprio paese.
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