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Migranti del cpa di Elmas protestano a Cagliari

Riportiamo di seguito la cronaca di queste due giornate da Arrèxini
Migranti del Cpa occupano via Roma

Manifestazione di circa una settantina di profughi, provenienti prevalentemente da Etiopia, Eritrea e Somalia, che abitano nel Centro di Prima Accoglienza di Elmas. In mattinata i migranti hanno organizzato un sit in davanti alla sede della prefettura, per poi spostarsi nel primo pomeriggio verso Via Roma, dove  hanno deciso di bloccare il traffico davanti alla sede del Comune. L’iniziativa è stata compiuta da un lato per denunciare le difficili condizioni di vita nel Cpa, che si trova all’interno della zona militare nell’aeroporto di Elmas, dall’altro per poter ottenere i documenti e poter dunque lasciare il Centro.                                                                            

La manifestazione ha creato più di un disagio per il traffico: il tratto di via Roma, davanti al Municipio, è stato chiuso in direzione viale Trieste. Secondo le dichiarazioni dei protagonisti, la contestazione proseguirà sino a quando non ci saranno delle risposte da parte delle istituzioni italiane.
Migranti: “Torneremo in piazza in assenza di risposte dalla Prefettura”

Dopo due giorni di proteste tra via Roma e piazza Matteotti, questo pomeriggio, alcuni migranti usciti dal CIE di Elmas hanno deciso di farvi rientro in seguito a una lunga assemblea. Ma “se la prefettura proseguirà la sua “politica di internamento” senza fornire risposte nei prossimi giorni – affermano alcuni migranti – torneranno a protestare in piazza”. Altri venti richiedenti asilo, invece, presidiano ancora la centrale Piazza Matteotti.

Ieri, quasi un centinaio di migranti provenienti dai paesi dell’Africa Orientale come Eritrea ed Etiopia, nonché da veri e propri teatri di guerra, come Somalia e Sudan, avevano abbandonato il CIE per manifestare a Cagliari prima sotto la prefettura e poi con un blocco in via Roma. La protesta era nata per denunciare le difficili condizioni di vita nel CIE, dove manca persino un presidio medico, e sopratutto per ottenere i documenti, necessari per potersi muovere liberamente. A tre mesi dal loro arrivo, infatti, dopo un’attesa vissuta in regime semi-carcerario, le pratiche per il riconoscimento dello status di rifugiato sono ancora  arenate negli uffici della prefettura.

Durante la protesta è stato consegnato in prefettura un documento contenente le richieste dei rifugiati, che pur non essendo stati ricevuti ufficialmente, avrebbero ottenuto delle flebili garanzie sulla loro situazione. A questo punto, dopo la notte trascorsa all’addiaccio di fronte al Comune di Cagliari, una parte dei migranti ha accettato di smobilitarsi e fare rientro presso il CIE di Elmas in attesa di risposte.

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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