Testimonianze sul delitto di Farmakonisi
. Alcuni di loro non potevano trattenere le lacrime, visto che hanno perso i loro figli e le loro mogli. L’unica cosa che chiedono è che vengano recuperati i corpi dei loro familiari.
I rifugiati erano accompagnati da rappresentanti dell’ACNUR che si erano recati sull’isola di Leros ed erano responsabili della loro registrazione e identificazione. Secondo l’ACNUR si tratta soprattutto di afghani e alcuni siriani. Alcuni testimoni parlano di un vero e proprio “atto criminale”.
Quando poco dopo le 10:00 sono sbarcati dalla nave “Diagoras” hanno parlato alle persone che si erano radunate e ai numerosi giornalisti con l’aiuto di un interprete e hanno fornito delle testimonianze che smentiscono del tutto il racconto della Guardia Costiera greca. Hanno sostenuto che a 100 metri dalle coste greche sono stati intercettati dalla nave della guardia costiera che ha iniziato a trainare ad alta velocità la loro barca verso la Turchia con il mare mosso.
L’acqua entrava nella barca e alcuni di loro hanno cercato di salire sulla nave della guardia costiera. Secondo le testimonianze, gli uomini della guardia costiera davano calci alla barca per impedirgli di salire sulla motovedetta. Tra l’altro secondo le testimonianze anche quando alcune persone, tra cui anche bambini e ragazzi, sono cadute in mare, la guardia costiera non ha dato loro i giubbotti di salvataggio e non ha permesso ai loro familiari di salvarli. Quando dodici persone stavano ormai annegando e la barca che portava i restanti 16 stava affondando, gli uomini della guardia costiera hanno raccolto gli ultimi superstiti, sostengono gli scampati al naufragio.
LA CAMERA DELLA GUARDIA COSTIERA
In base sempre alle testimonianze dei migranti che sono sopravvissuti alla tragedia di Farmakonisi, gli uomini della guardia costiera filmavano l’operazione, come sono soliti fare.
Appena però la gente è caduta in mare, hanno spento la telecamera e hanno smesso di filmare.
TEMPORANEAMENTE LIBERI I SEDICI SOPRAVVISSUTI
Un raduno di solidarietà per accogliere i superstiti è stato realizzato stamattina al Pireo da organizzazioni di migranti e antirazziste: la Rete per il sostegno a rifugiati e migranti, il movimento Espelliamo il razzismo, la Gioventù contro il razzismo in Europa e il capo dell’ufficio greco dell’ACNUR, Ghiorgos Tsarmpopoulos, oltre ai deputati di Syriza Thodoris Dritsas e Vassilikì Katrivanou.
I 16 migranti erano stati arrestati a Leros ma per il momento sono stati rimessi in libertà sotto la responsabilità dell’ACNUR; in questo momento stanno venendo portati al Consiglio Greco per i Rifugiati per ricevere sostegno legale e psicologico e per ultimare l’identificazione e la registrazione. Dopodiché saranno trasferiti in residenze temporanee; molte sono le persone solidali che hanno offerto un posto.
*Articolo del 23 gennaio tratto da AteneCalling.org
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