Tor Bella Monaca, bengalese pestato a sangue per aver avuto accesso alla casa popolare
Un’altra brutta pagina di razzismo e guerra tra poveri nelle periferie della Capitale.
Calci e pugni subiti da quattro ragazzi a cui aveva chiesto informazioni per raggiungere la casa popolare a cui aveva avuto accesso con regolare graduatoria. Grida di “prima gli italiani”, urlacci come “qui non c’è posto per te!” a fare da antipasto al pestaggio.
Questa la denuncia di un uomo bengalese di 52 anni, Howlader Dulal, rispetto ai fatti di cui sarebbe stato vittima lunedì scorso a Tor Bella Monaca, periferia romana, da parte di un gruppo di persone tra i venti e i venticinque anni. Howlader è residente in Italia da 26 anni, ha preso la cittadinanza diversi anni fa, ha un figlio disabile ed è cardiopatico anch’egli.
Il pestaggio arriva a qualche mese di distanza da un fatto analogo, ovvero la protesta, fortunatamente in quel caso non corredata da violenza fisica, di alcuni cittadini di San Basilio contro una famiglia marocchina che aveva ottenuto un regolare alloggio nel quartiere. Protesta che portò alla decisione di assegnare l’alloggio alla famiglia in un altro quartiere, segnando un precedente pericolosissimo.
Siamo ad ogni modo di fronte ad un fatto gravissimo, confermato dalle parole dell’avvocato di Howlader, che è purtroppo il naturale approdo di tante retoriche razziste e nocive prodotte soprattutto dai media e da chi disegna politiche abitative nelle quali l’accesso alla casa è narrato come un privilegio e non un diritto.
Basti pensare a cosa succede in trasmissioni come “Dalla vostra parte” su Rete4, dove quotidianamente si fomenta la guerra tra poveri mostrando le figure di cittadini in difficoltà economiche a cui verrebbero rubati reddito e diritti da migranti senza scrupoli. I quali, oltre a rubare le case destinate agli “italiani”, minaccerebbero anche la sicurezza dei quartieri e le vite dei suoi residenti..oltre il danno la beffa, verrebbe da dire!
La responsabilità è però non solo di una parte specifica dell’arco politico come può essere quella forzista e salviniana, ma anche delle politiche e delle narrazioni che costruiscono un nesso inscindibile tra flussi migratori e problemi di sicurezza, come quelle portate avanti da Gentiloni e Minniti con chiari obiettivi di campagna elettorale.
Se il racconto di Howlader sarà confermato, il lancio di pietre alla Santanchè di qualche settimana fa andrà valutato con ancora più gioia di quanto già non facemmo allora..
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