Torino: Libere di scegliere.
La giornata è iniziata in piazza Castello, sotto la sede della Regione, luogo simbolo delle politiche di attacco all’autodeterminazione e alla libertà di scelta delle donne, in particolare attraverso la proposta di legge 160 che promuove l’ingresso dei volontari antiabortisti nei consultori pubblici e l’istituzione di un fondo destinato alle donne che decidono di non abortire, senza preoccuparsi di offrire un reale sostegno alla maternità consapevole.
La Regione ha le sue responsabilità anche rispetto ai continui tagli alla sanità, ai servizi e agli asili, obbligando le donne a sostituirsi ad un welfare sempre più evanescente e in via di estinzione. Ancora una volta, anche a causa della nuova riforma del lavoro, le donne si ritrovano sempre piú precarie all’interno del mercato del lavoro e sempre più schiave tra le mura domestiche. Il corteo ha poi attraversato via Roma fermandosi davanti al negozio Golden Point per ribadire la solidarietà alle operaie Omsa in lotta da mesi per difendere il proprio posto di lavoro contro la volontà del padrone dell’azienda di delocalizzare l’intera produzione all’estero per assicurarsi maggiori profitti. In piazza San Carlo il corteo ha fatto tappa di fronte alla banca San Paolo, dove le donne della Rete contro il debito sono intervenute a sottolineare le fortissime responsabilità degli istituti bancari nella crisi in atto.
Il corteo si è concluso di fronte alla stazione di Porta Nuova militarizzata da un ingente schieramento di celerini che sono stati fatti oggetto di scherno da parte delle manifestanti che hanno cantato in coro: “Sbirri, sbirri, ma che che ci state a fare, a casa ci sono i piatti da lavare!”.
Oggi siamo scese in piazza in occasione dell’8 marzo ma senza dimenticare che le donne lottano tutto l’anno e sono presenti e protagoniste con la loro forza e determinazione su più fronti, da Torino alla Val Susa, nelle università, nei posti di lavoro come tra le mura domestiche.
Assemblea per l’8 marzo
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