Qual è il futuro della relazione dello stato con le periferie urbane?
“Lo Stato sta impedendo lo sbarco dei passeggeri di una nave Ong, bisogna andare a portare solidarietà”. È questo il messaggio arrivato la sera di sabato 5 novembre sul telefono di molti e molte di noi.
Emerge come in un periodo di crisi legato ai conflitti globali e al post pandemia sia vergognoso scaricare i costi sui giovani e su studenti e studentesse, i soldi per cui l’Italia si sta indebitando fino al collo dovrebbero essere spesi per permetterci di vivere bene e non per gonfiare le tasche di multinazionali e industrie investendo in grandi opere inutili, armi ed energie inquinanti.
La cosiddetta dottrina Biden apre a una serie di considerazioni rispetto alla guerra russa-ucraina rispetto alla sua possibile escalation e minando il campo delle ipotesi di risoluzione del conflitto.
Questa settimana il Comune di Torino ha messo in campo ciò che da tempo agitava in maniera propagandistica, ossia procedere con gli sgomberi delle case popolari occupate.
Il comitato EsseNon, nato per difendere una delle poche aree verdi presenti nella zona e contestare l’ennesima svendita di terreni alla grande distribuzione, non si è fermato, ma continua nel suo percorso.
La Capitaneria di Porto ha emesso un’ordinanza in cui viene interdetta la spiaggia di San Foca. Ecco un altro esempio di come impatta sui territori l’intreccio tra devastazione ambientale e guerra.
La “stagione di punta” dello shopping è il momento giusto per azioni coordinate. Dall’Italia agli Usa, la lotta sindacale nel gigante antisindacale
Il Movimiento de Mujeres y Diversidades Indígenas por el Buen Vivir ha occupato pacificamente la Banca Centrale della Repubblica Argentina.
Il comparto militare è tra i principali responsabili a livello globale delle emissioni climalteranti ma non sta facendo nulla per ridurre il proprio impatto.