Le quattro giornate di Napoli
Le 4 giornate di Napoli. Così sono stati soprannominati (come il celebre film di Nanni Loy riferito all’insurrezione che nel 1943 liberò Napoli dai fascisti) i 4 giorni di mobilitazione in cui per la prima volta il movimento contro la globalizzazione ha espresso il suo potenziale in Europa. 30.000 persone hanno attraversato le strade di Napoli con un obbiettivo comune: violare la zona rossa e smascherare la Banca Mondiale e l’Ocse.
Le 4 giornate si sono susseguite con una serie di iniziative. Mercoledì 14 Marzo avviene ad opera dei Movimenti di lotta dei disoccupati l’occupazione dei binari della circumvesuviana alle ore 10, alle ore 19 in piazza del Gesù ha luogo la Street Parade dal nome “in-festa-zione” con una partecipazione di 2000 persone, le forze dell’ordine sfrecciano in mezzo al corteo provocando un generale fuggi-fuggi e ferendo alcuni manifestanti.
Giovedì 15 marzo alle ore 11:30 la rete No Global promuove un corteo in cui alcune centinaia di attivisti sfilano per il centro di Napoli neutralizzando le innumerevoli telecamere situate in quelle strade. Verso la fine del corteo centinaia di celerini hanno circondato i manifestanti e li hanno scortati fino ad Architettura. Alle 13:30 viene occupata la facoltà dagli studenti universitari, facoltà che diventerà il centro logistico delle mobilitazioni. Alle 14:50 vengono occupati contemporaneamente i centri telematici delle facoltà di Lettere e Filosofia, dell’Università Orientale e di Architettura. Si attrezza un net-strike verso il sito della Fineco che lo rende inoperativo per quindici minuti. Venerdì 16 marzo alle ore 16 ha luogo il convegno internazionale su “movimenti e globalizzazione”.
E infine Sabato 17 marzo 2001 migliaia di persone riempiono piazza Garibaldi. Un afflusso consistente da tutta Italia e da tutta Europa. Quando la testa del corteo è in piazza Borsa la coda si è appena mossa. Il corteo arriva in piazza municipio e vuole arrivare fino a piazza Plebiscito, ma si trova davanti lo sbarramento delle forze dell’ordine che senza indugio caricano. Gli scontri si susseguono per oltre 20 minuti. Dal comunicato del Network Campano per i diritti globali: “Un’impressionante apparato di “sicurezza” ha voluto non solo impedire che il corteo dimostrasse fin sotto le finestre dei globalizzatori, ma ha coscientemente attaccato migliaia di persone che inizialmente provavano a scardinare la soglia della zona rossa solo con strumenti difensivi. Le cariche da dietro e dal lato del corteo hanno scatenato gli incidenti. Ad un certo punto tutta la piazza era chiusa come una mostruosa tonnara…”
Ma il movimento contro la globalizzazione ha conquistato comunque una grande coscienza di sé stesso e del proprio potenziale tracciando un ponte verso quello che sarà poi il G8 di Genova. Come Sta scritto nel documento del “Centro di documentazione Senza Pazienza”: “Quanto è accaduto a Napoli è stato un vero scontro sociale che si è trasformato in battaglia di piazza capace di rispondere ai divieti, alle provocazioni e alla violenza della polizia. Si è saputo così dipanare il filo rosso che da continuità e lega unitariamente le mobilitazioni di Seattle, Praga, Nizza e Davos. […] Questo primo risultato politicamente positivo rappresenta quindi sicuramente un esempio da seguire per preparare la prossima mobilitazione del movimento antiglobalizzazione che si misurerà anche con una partecipazione internazionale nel prossimo luglio a Genova contro il G8.”
Guarda “G8 Napoli marzo 2001“:
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