Continua a salire il bilancio delle vittime del terremoto in Turchia e Siria: secondo le ultime stime sono stati raggiunti i 16mila morti, ai quali va aggiunto un numero mai precisato di dispersi e decine di migliaia di feriti.
Il catastrofico terremoto ha avuto il suo epicentro a Gazantiep; qua e nelle zone limitrofe sono andati distrutti centinaia di edifici, compresi quelli storici, tra cui la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun e il castello di Gaziantep. Le abitazioni di moltissimə sono ridotte a un cumulo di detriti.
Il 17 Gennaio giunge la notizia che Mehmet Akar, giovane curdo di 25 anni originario di Amed (Diyarbakir), si è dato fuoco per protestare contro l’isolamento detentivo di Abdullah Öcalan.
Tra il 2013 e il 2015, 10 milioni e 300 mila persone nel mondo hanno sottoscritto un appello internazionale che chiedeva la libertà per Abdullah Öcalan, rapito da un complotto internazionale il 15 febbraio 1999, e per i prigionieri politici in Turchia.
“Un appello al mondo accademico per la solidarietà al popolo curdo e alla rivoluzione del Rojava” è stato diffuso oggi dalle pagine social della campagna Defend Kurdistan Italia.
Il Partito Comunista Marxista-Leninista (MLKP) Kurdistan ha annunciato che due dei suoi membri, Ahmet Şoreş e Fırat Neval, sono caduti come martiri negli attacchi dello stato turco.
Gerîla TV ha pubblicato una registrazione video di un’azione contro un campo base turco nel distretto di Zakho. Tre soldati delle forze di occupazione sono stati uccisi a seguito dell’azione all’inizio di novembre.
42 soldati dell’esercito turco sono stati uccisi in un’operazione di guerriglia rivoluzionaria nella regione di Metîna delle zone di difesa Medya nel nord dell’Iraq.
Gli aerei da guerra dello Stato turco hanno bombardato la parte occidentale della Siria settentrionale e orientale: Kobanê e il villaggio di Belûniyê a Shehba, a sud-ovest di Kobanê. E’ stato colpito anche il villaggio di Teqil Beqil, vicino a Qereçox a Dêrik, nella parte orientale del Rojava e i magazzini di grano di Dehir Ereb, a nord-est di Zirgan.
Dopo l’attentato di ieri ad Istanbul che ha provocato sei morti e decine di feriti il governo di Erdogan ha immediatamente accusato il PKK e le Ypg/Ypj di essere responsabili dell’attentato. Il movimento curdo ha respinto con forza queste accuse e ha denunciato un piano oscuro del dittatore turco per colpire Kobane.