Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.
Ciò che Netanyahu sta cercando di attuare a Gaza è una copia scadente delle strategie precedenti utilizzate da altri leader israeliani
In pochi giorni abbiamo assistito ad un botta e risposta tra esercito e governo israeliano sulle pause tattiche. Oggi Netanyahu ha annunciato lo scioglimento del gabinetto di guerra.
Dopo l’intervista di Netanyahu alla tv nazionale TF1, le proteste a favore della Palestina in Francia hanno raggiunto un livello ineguagliato di rabbia e intensità rispetto alle manifestazioni precedenti.
Nella Striscia di Gaza non esistono “zone sicure”. Ormai è evidente a tutti, seppur dovesse essere chiaro sin dall’inizio.
Gli eventi degli ultimi giorni suggeriscono che potremmo vedere prendere forma l’obiettivo finale di Israele. Gli obiettivi del governo di estrema destra di Netanyahu non si limitano a Gaza: vuole conquistare tutta la Palestina e iniziare una guerra anche con Hezbollah e l’Iran.
Tel Aviv. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha giurato mercoledì che continuerà un’offensiva mortale nella Striscia di Gaza fino a ottenere una “vittoria schiacciante” contro Hamas.
Mercoledì la NBC ha citato funzionari statunitensi secondo i quali le divisioni tra l’amministrazione Biden e il governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “si sono solo accentuate dopo la visita del [Segretario di Stato] Blinken in Israele”.
Il Comitato Nazionale Palestinese BDS (BNC) si schiera con la maggioranza del popolo fraterno dell’Arabia Saudita nella sua schiacciante condanna degli sforzi di normalizzazione tra la dittatura saudita e l’apartheid israeliano.
MEMO e Palestine Chronicle. Di Ramzy Baroud. Mentre in tutto Israele centinaia di migliaia di persone si univano alle proteste antigovernative, hanno cominciato a sorgere domande su come questo movimento avrebbe influenzato, o eventualmente si sarebbe unito, alla più ampia lotta contro l’occupazione militare israeliana e l’apartheid in Palestina. da Infopal I media pro-Palestina hanno […]