Dieci tesi sugli sconvolgimenti in corso in Medio Oriente
Quanto più Israele riesce a isolare i palestinesi dai loro ambienti regionali, tanto più investe nella loro divisione.
L’uso di munizioni al fosforo bianco sulle popolazioni civili è un crimine di guerra, e ha sicuramente pesanti conseguenze sanitarie per chi viene direttamente colpito, ma queste non sono le uniche conseguenze.
Le ultime notizie sulla Palestina raccontano di una situazione umanitaria in emergenza totale, nonostante sui giornali nostrani si parli di un’intermediazione da parte di Biden in visita ieri da Netanyahu, per aprire corridoi umanitari nel valico di Rafah al confine con l’Egitto, la realtà è ben altra.
Domenica il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha dichiarato che se fosse necessario sospendere le relazioni estere con Israele, lo farebbe dato che “non appoggiamo il genocidio”.
Funzionari militari e sostenitori israeliani hanno rilasciato dichiarazioni false e contraddittorie nel tentativo di negare la responsabilità di un attacco aereo che martedì ha ucciso centinaia di palestinesi all’ospedale al-Ahli Arab di Gaza City.
Di Yousef Al-Helou. L’operazione Ciclone Al-Aqsa, lo scorso fine settimana, ha colto tutti di sorpresa, non solo Israele. Le immagini di soldati israeliani uccisi e catturati hanno provocato un’onda d’urto nello stato occupante e nei suoi alleati, riflettendo il fallimento dei servizi di intelligence e delle tecnologie di sicurezza israeliane.
Non è sempre facile attenersi alla propria bussola morale, ma se questa punta a nord – verso la decolonizzazione e la liberazione – allora molto probabilmente vi guiderà attraverso la nebbia della propaganda velenosa.
Somdeep Sen, Decolonizzare la Palestina. Hamas tra anticolonialismo e postcolonialismo, Meltemi editore, Milano 2023, pp. 260 di Sandro Moiso, da Carmilla Mai fu più tempestiva e utile la pubblicazione di un testo, anche se probabilmente è stato il gioco del caso ha far sì che quello di Somdeep Sen, appena edito da Meltemi nella collana […]
Alcunə giovani di Livorno sono stati violentemente repressi per aver mostrato una bandiera e aver gridato “Palestina libera e indipendente” davanti al presidio pro-Israele, convocato dall’associazione Italia Israele Livorno.