Il 28 febbraio 2023 la Procura di Torino ha chiesto la sorveglianza speciale e l’obbligo di dimora nel luogo di residenza per quattro anni per Giorgio Rossetto, disposto a fine giugno 2023.
L’Italia conferma la propria collaborazione con il progetto israeliano di repressione della resistenza palestinese.
Dal carcere di Budapest, dove soggiorna ormai da undici mesi, Ilaria Salis è tornata a scrivere ai suoi avvocati.
Analiziamo alcuni dei passaggi chiave che hanno attraversato la societa’ francese a partire dagli attentati di Parigi del 2015 per capire come hanno influenzato il sistema di sorveglianza tecnologica fino ad arrivare ai piu’ recenti processi a carico di attivist*.
Alla luce delle centinaia di imputazioni che nel giro di pochi anni hanno coinvolto militanti, lavoratori e lavoratrici nel modenese, pubblichiamo la segnalazione ricevuta di una iniziativa pubblica che si terrà sabato 25 novembre a Modena per richiamare l’attenzione sul livello repressivo a cui si è giunti in città.
Si è concluso ieri il processo di I grado che vedeva imputati 11 giovani per gli scontri davanti all’Unione Industriale nel febbraio 2022, durante una manifestazione contro l’alternanza scuola-lavoro e per protestare contro le morti di 2 giovani studenti vittime nello svolgimento dei loro stage.
Circa sessanta persone sono state convocate in tribunale ad Atlanta il 6 novembre. Il loro crimine: essersi battuti contro la costruzione di Cop City, un enorme centro di addestramento per agenti di polizia che avrebbe distrutto la foresta.
Crollano in appello le accuse contestate all’ex sindaco di Riace Domenico “Mimmo” Lucano.
Condividiamo di seguito la traduzione di un articolo tratto da Unicorn Riot sulla sequela di arresti che ha colpito il movimento Stop Cop City con l’accusa di terrorismo interno. La vicenda ricalca in maniera inquietante i tentativi a cui abbiamo assistito negli ultimi anni anche nel nostro paese di ricondurre ogni tipo di conflittualità sociale e di protesta al terrorismo, alla sovversione o alla criminalità organizzata.
E’ ancora scontro a distanza tra il ministro della giustizia Carlo Nordio e le toghe – i magistrati italiani – principalmente sul tema delle intercettazioni ma anche sulle riforme a più lungo termine, come l’abuso d’ufficio.