Cagliari: cronache di resistenza non ordinaria, la Polizia manganella il 25 aprile
L’anomalia cagliaritana nel panorama italiano il 25 aprile si è rinnovata quest’anno con la consueta vena di repressione che caratterizza la città da una decina di anni a questa parte. Mentre il corteo della manifestazione istituzionale ha portato a termine il suo teatrino colorato in piazza del Carmine, una parte del corteo, con un’iniziativa maturata dal lavoro del Coordinamento Antifascista Cagliaritano, si è staccata per presidiare piazza Gramsci, davanti alla quale la sera le sigle varie del fascismo nostalgico cagliaritano, autorizzate dal Prefetto Giuseppe Balsamo, avrebbero deposto una corona ai piedi del Monumento ai Caduti in ricordo dei morti dell’R.S.I..
In piazza Gramsci il presidio si è organizzato in vari banchetti in previsione di una giornata che faceva parte del percorso dell’Aprile Antifascista. Verso mezzogiorno è iniziata la vergognosa militarizzazione della piazza con chiusura totale del traffico nelle vie adiacenti e l’arrivo di numerose camionette di celere, volanti e pulmini della polizia. La piazza così veniva circondata dalle forze di polizia chiudendo di fatto ogni via d’ uscita ai presenti in piazza. Dopo i primi momenti di tensione a seguito delle provocazioni della digos, i poliziotti in tenuta antisommossa hanno stretto sempre più il cerchio attorno alla piazza. Ma le varie realtà presenti sono rimaste nonostante la palese inferiorità, dimostrando la prima vittoria del Coordinamento che è riuscito a fondere realtà eterogenee per uno scopo comune: mantenere il presidio e cercare di non permettere la vergognosa messa in scena fascista. I duecento antifascisti presenti in piazza si sono compattati nel tentativo di resistere.
Arrivati in un contatto testa a testa con la celere il corteo veniva spinto ai margini della piazza e dopo 15 minuti di confronto, gli antifascisti continuavano a resistere ma venivano infine caricati bruscamente venendo spinti definitivamente fuori dalla piazza per consegnarla alla Polizia e al suo compito di garantire la manifestazione fascista. Nonostante tre compagni colpiti in testa e feriti dalle manganellate della celere, gli antifascisti si sono nuovamente concentrati in via Iglesias, una via laterale di piazza Gramsci. Con il passare delle ore il presidio cresceva sempre più di numero. Cacciati dalla piazza si è rimasti comunque nella via laterale cantando e facendosi sentire fino alle 16.30, orario previsto per la commemorazione fascista. Un pugno di nostalgici repubblichini sono stati accolti dai cori di resistenza degli antifascisti.
Dopo un’assemblea si è deciso di muoversi verso la piazza del corteo ufficiale (piazza del Carmine) passando per le vie centrali di Cagliari e informando la cittadinanza di quanto appena successo e di come il 25 Aprile a Cagliari, anche per la complicità di parte delle istituzioni “repubblicane”, venga consegnata mezza città a una militarizzazione forzata in ricordo di chi in questo paese, da quello stesso giorno del 1945, cittadinanza politica non ne ha più.
Man mano che il corteo si snodava per le vie del centro comunicando i gravissimi fatti cresceva sempre più di numero raccogliendo la solidarietà dei passanti e arrivando in piazza del Carmine forte di 400-500 compagni. Giunti nella piazza in festa si è saliti sul palco comunicando ai presenti i fatti e ricordando che il 25 non è solo un ricorrenza ma ancora un giorno di resistenza.
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