Cremona, presidio di solidarietà agli antifascisti arrestati.
AGGIORNAMENTO SUI COMPAGNI ARRESTATI: da oggi pomeriggio, venerdì 18 aprile, i due compagni Are e Alberto si trovano ai domiciliari senza restrizioni per la comunicazione; invece per Gian, Jonny, Pippo, Roma ed Emilio, finora ai domiciliari, è stato disposto l’obbligo di firma.
Rimane l’appuntamento del presidio, confermato per le 16.30 ai giardini di piazza Roma.
Ascolta Michele, compagno del csa Dordoni, e Jonny appena uscito dai domiciliari (Radiondadurto):
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Pubblichiamo il testo dell’evento facebook con cui i compagni e le compagne del CSA Dordoni di Cremona hanno indetto un presidio di solidarietà agli antifascisti arrestati.
Are, Alberto, Emilio, Gian, Roma, Jonny e Pippo liberi!
Sabato 18 aprile ai giardini di piazza Roma alle ore 16.30 (zona pagoda) è indetto un presidio in solidarietà agli antifascisti colpiti da custodia cautelare (chi in carcere, chi agli arresti domiciliari).
Partecipiamo numerosi; ribaltiamo insieme le accuse che vengono mosse a chi ha la sola colpa di essere antifascista, di essersi difeso e di aver difeso uno spazio di libertà durante una vigliacca aggressione; portiamo, tutti e tutte, in piazza la nostra fantasia e la nostra creatività; mostriamo quanto le facce dei fascisti cittadini non siano così immacolate.
Tutti e tutte ci sposteremo in seguito alla casa circondariale di Ca del Ferro per far sentire il nostro calore e la nostra vicinanza ai compagni che in questo momento sono detenuti.
L’appuntamento per la serata è sempre all’insegna dell’antifascismo: alle ore 19.00 l’Osservatorio Antifascista Cremonese propone un incontro con l’autore Saverio Ferrari che sarà a Spazio Comune per presentare il suo libro “I Denti del Drago”, un’inchiesta attenta e puntuale sulle varie sfaccettature del neofascismo.
Costruiamo insieme una giornata di antifascismo popolare e partecipata, capovolgiamo il punto di vista fasullo propinato dai media locali: la favola dei fascisti “brava gente” non deve attecchire in città!
La solidarietà e l’informazione sono armi: usiamole contro chi propaganda politiche di odio e razzismo!
Ampliamo la solidarietà! Are, Alberto, Emilio, Gian, Roma, Jonny e Pippo liberi!
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Venerdì 10 Aprile sette militanti del CSA Dordoni sono stati sottoposti a misure cautelari (2 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) con l’accusa di rissa aggravata in merito all’ aggressione fascista che aveva lasciato Emilio in fin di vita. Era il 18 Gennaio e tutto avveniva fuori dallo spazio sociale dopo la partita Cremonese-Mantova.
L’operazione ha portato anche 7 fascisti agli arresti domiciliari e 2 in carcere con l’accusa di tentato omicidio (questi ultimi trasferiti poi ai domiciliari)
Con questa operazione Questura e Procura, con l’appoggio incondizionatamente acritico dei media locali, “La Provincia” in testa, hanno inziato a presentare una narrazione dei fatti assolutamente distorta: i fascisti sono diventati gli aggrediti, i militanti del CSA Dordoni gli aggressori.
Questa ricostruzione stravolge completamente la realtà: come mai, nonostante non sia stata smentita, la presenza di loschi personaggi provenienti da fuori e per nulla legati allo stadio, giunti per architettare un pestaggio scientifico ai danni dei militanti, viene posta in secondo piano dagli inquirenti? Come può essere attendibile un impianto accusatorio che si basa soprattutto su testimonaze rilasciate da persone vicine agli ambienti dell’estrema destra cittadina? Come si spiega che Galli e Taietti, inizialemente in carcere con il capo di imputazione di tentato omicidio, siano stati portati ai domiciliari; mentre due militanti di sinistra sono ancora in carcere?
La lettura è e deve essere chiara: Questura e Procura hanno dato il via ad un processo politico, un processo in cui vengono contestati l’antifascismo e l’autodifesa; in cui si cerca, con una repressione degna del ventennio, di spezzare la progettualità delle lotte cittadine colpendone i principali promotori, e in ambito nazionale pienamente in linea con il progetto di repressione preventiva verso il corteo NO EXPO del primo maggio milanese già annunciato da Renzi nell’intervento a confindustria.
In questo quadro si inseriscono perfettamente le pesantissime accuse di devastazione e saccheggio che hanno portato in carcere 2 partecipanti al corteo antifascista del 24 gennaio, già precedentemente usate dall’ apparato repressivo nelle mobilitazioni del g8 di Genova e del 15 ottobre romano, retaggio del tristemente conosciuto codice rocco.
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