
Per liberarsi dalle guerre: resistenza. Da ottant’anni il nostro modello. Il 25 aprile a Quarticciolo
“Per liberarsi dalle guerre: Resistenza. Da ottant’anni il nostro modello”: con queste parole d’ordine è stato lanciato il 25 aprile 2025 del quartiere Quarticciolo, a Roma, nell’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
La giornata prevede diversi appuntamenti. Il ritrovo è fissato per le 9.30 del mattino con l’omaggio ai partigiani e alle partigiane. Segue, con concentramento alle ore 10 in Piazza delle Camelie, lo storico corteo antifascista che attraversa i quartieri di Roma est (in particolare Centocelle e Quarticciolo). Nel pomeriggio, invece, l’appuntamento è con il grande concerto al parco Modesto Di Veglia al Quarticciolo. Sul palco sono previsti concerti e reading con, anche quest’anno, diversi nomi importanti del mondo dello spettacolo: da Gemitaiz a Margherita Vicario, da MicheleRiondino a Valentina Lodovini e molti altri.
Su Radio Onda d’Urto abbiamo presentato l’iniziativa insieme a Michele, compagno di Quarticciolo ribelle.
Di seguito il comunicato di lancio del 25 aprile 2025 al Quarticciolo, Roma:
“E’ il più leggendario, il popolo ne racconta le gesta fremendo […] Per ben due mesi tedeschi e fascisti rinunciarono, addirittura, ad entrare nei quartieri Centocelle e Quarticciolo a causa delle fulminee azioni dei giovani resistenti della zona, guidati da Giuseppe Albano, detto il Gobbo […] Sicuramente fu la sua banda, la prima, a reagire alla rappresaglia delle Ardeatine”.
Quarticciolo nasce durante la resistenza e con la resistenza. Un piccolo quartiere abitato da persone molto povere. Agli inizi degli anni ’40 le prime case vennero assegnate a famiglie numerose, vedove di guerra, mutilati, combattenti. Il resto degli appartamenti vennero occupati in seguito ai bombardamenti del ’43. Durante i mesi dell’occupazione tedesca, la borgata fu la zona operativa di alcune note bande partigiane, come quella capeggiata dal Gobbo.
Un pezzo di storia della Resistenza romana scritto da persone comuni, lavoratori e banditi, studenti, contadini, persone coraggiose e indisciplinate. E’ impossibile farne una descrizione non contraddittoria.
Rispetto alla narrazione ufficiale del partito comunista, fuori dal CLN, rimane una resistenza di confine: quella delle borgate, territori per decenni considerati né campagna né città ed esclusi dalle cartine di Roma.
È qua che le illusioni della liberazione dai nazifascisti si infrangono nel perdurare di condizioni di vita durissime per i proletari, è qua che la fine della Resistenza viene vissuta come un tradimento.
A 80 anni dal 25 aprile del 1945 al Quarticciolo, come nel resto delle borgate, quel bisogno di resistenza è ancora estremamente attuale, per non essere considerati abitanti di serie B, per veder riconosciuti i diritti più basilari.
Un piccolo quartiere che ha dovuto lottare per tutto, che in questi mesi ha avuto il coraggio e la forza di mettersi di traverso a una decisione presa dal governo Meloni sulla propria pelle: il decreto Caivano bis.
Quest’anno, il passaggio del corteo del 25 aprile attraverso le vie della borgata e la giornata di festa che vivremo insieme in un parco intitolato a un partigiano dell’VIII zona, Modesto di Veglia, ha un significato particolare.
Traccia un filo rosso fra la Resistenza per le vie della borgata di allora e quella di oggi: da 80 anni il nostro unico modello.
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