Estate nera. I nuovi campi Hobbit tra governo e rivoluzione identitaria
È un’estate movimentata a destra. La manovra (tagli, tasse e privatizzazioni) del governo ha fatto emergere vecchie e nuove divisioni. L’implosione del Pdl e il declino di Berlusconi come guida e collante dell’intero centrodestra hanno aperto la strada a un frenetico riposizionamento. In particolare nella destra che va dagli ex An ai neofascisti cresce il bisogno di ritrovare un progetto e un Capo, data l’eclissi, per alcuni di Gianfranco Fini, per altri del miliardario di Arcore. Il post-Pdl della destra sembra ruotare tutto intorno al sindaco di Roma Gianni Alemanno che, nonostante gli scandali e gli insuccessi della sua giunta, tesse la rete della nuova destra.
Nell’estate 2011, quella della grande crisi finanziaria, della crisi dell’Europa, della strage di Oslo, l’incontro tra le diverse anime della destra avviene in campeggi estivi che, recuperando la tradizione dei campi Hobbit degli anni ’70, uniscono ai dibattiti un tocco di socialità cameratesca. I nomi scelti per gli eventi dell’estate nera sono i più curiosi.
Il 9 e il 10 luglio a Tuscania in Provincia di Viterbo si è addirittura riunito il primo “Destra Social Forum”. Obiettivo: lanciare la “Rete Destra Sociale”, che unisce il Popolo di Roma (vicino ad Alemanno), Area Destra (fuoriusciti da Fli e vicini a Urso e Fare Futuro), Gioventù italiana (organizzazione giovanile de La Destra di Storace). Sponsorizzati dal Secolo d’Italia, passato sotto la direzione di Marcello De Angelis (ex Terza Posizione, fedele al sindaco di Roma), hanno sicuramente vinto il premio-fantasia per il nome del meeting.
Tra gli animatori dell’evento c’è Giuliano Castellino, (ex ultras di Tradizione Distinzione, ex Fiamma Tricolore) ora portavoce del Popolo di Roma, associazione che tenta di ricostruire una base sociale al Pdl, intercettando le istanze più radicali e populiste. Ora sono nati anche il “Popolo Campano”, il “Popolo Lombardo” e il “Popolo di Pescara”, segno che l’esperimento romano vuole estendersi a livello nazionale. A capo del Popolo Campano troviamo il neo eletto nel consiglio comunale di Napoli nelle liste del Pdl Marco Nonno, ex segretario del Fronte della Gioventù e con un fratello ex militante dei NAR, noto per le sue dichiarazioni a favore dei gruppi neofascisti ed inquisito nel 2008 perché accusato di aver orchestrato gli incidenti contro la riapertura della discarica di Pianura per tutelare i suoi interessi edilizi.
Dai due giorni di “social forum” sono nati un simbolo e un manifesto programmatico. Il simbolo ricorda quello di An, con l’azzurro nella parte alta e nella parte bassa lo spazio in cui ogni sigla potrà continuare ad usare il suo simbolo. Il manifesto della “destra sociale” non è altro che un mix di slogan vecchi e nuovi della peggior specie: antieuropeismo, identità nazionale, lotta contro l’immigrazione, difesa del made in Italy. Si va dalla chiusura dei campi rom allo slow food.
Nota finale. Nel manifesto che pubblicizzava l’incontro campeggiavano i “pupazzetti” della Banda Balder, mascotte dei campi Hobbit degli anni ’70. Un ritorno alle radici, che ha creato molte polemiche. Flavia Perina, parlamentare di Fli, ex-direttrice del Secolo, tra le più attive nella ricerca del trasversalismo (ricordiamo purtroppo che è tra le firmatarie e promotrici dell’appello delle donne “Se non ora quando”) ha riscoperto le sue origini. “Se potessi vorrei far causa al Popolo di Roma – scrive Perina – che sta usando una immagine-icona del Terzo Campo Hobbit (dove la parola destra non era neanche lontanamente citata) per promuovere la pretesa nascita della “Destra sociale”.
Ritorno a Itaca. Poco meno di un mese dopo a Percile, in provincia di Roma, è stato il momento del Campo Plus Ultra, “una festa nazionale identitaria, la continuazione dei Campi Hobbit e dei Campi Base, – come si legge sul loro sito – uno spazio comunitario, un laboratorio politico, un luogo dove le comunità militanti di tutta Italia si ritrovano per tracciare il loro percorso”. Titolo di quest’anno, un evocativo “Ritorno ad Itaca”. Nel manifesto campeggia il logo della Giovane Italia, organizzazione giovanile ufficiale del Pdl, dove il rapporto 70-30 con gli ex Forza Italia è invertito a favore degli ex-An. Nella due giorni sono chiamati a raccolta ex Azione Giovani che mai hanno accettato fino in fondo di “diluirsi” nel Pdl, gelosi dei propri simboli e delle proprie radici. Al festival sono intervenuti personaggi di primo piano, ministri e sottosegretari del governo: Alfredo Mantovano, Roberta Angelilli, Marcello De Angelis, Andrea Augello, Giorgia Meloni e chiaramente Gianni Alemanno: tutta la nomenklatura del Pdl proveniente dall’area destra di Alleanza Nazionale.
Anche qui la parola d’ordine è “rivoluzione identitaria”. Per i militanti più destri della Giovane Italia il “ritorno ad Itaca” evidentemente è la valorizzazione delle proprie radici missine per guardare al dopo Berlusconi. Alemanno inizia ad organizzare le truppe per la conta al momento della probabile implosione del Pdl, radunando attorno a sé la destra che, ormai sdoganata in ambito istituzionale, riscopre le tradizioni precedenti alla svolta di Fiuggi. L’obiettivo è ricostruire un radicamento sul territorio, intercettando quel bacino di militanza giovanile che, orfana di An, si è andata spostando verso le organizzazioni espressamente neofasciste. Sul piano elettorale il competitor principale sembra essere invece la Lega, con cui il sindaco di Roma Capitale ultimamente (dopo aver mangiato la pajata con Bossi) non perde mai occasione di polemizzare.
La prima iniziativa lanciata dall’incontro? Una manifestazione a Bolzano per impedire la rimozione dei simboli del Fascismo dai monumenti della città, come fece già Casa Pound un anno fa con una manifestazione nazionale.
Mentre la destra ex-An cerca di rifondare sé stessa, attraendo malcoltento giovanile e ceto poltico terrorizzato dalla perdita del potere, la destra neofascista (che deriva dai gruppi extraparlamentari degli anni ‘70) si ritrova per la prima volta a confrontarsi dopo molto tempo.
A metà luglio nei pressi di Subiaco si è svolto il terzo Campo dell’estate nera, il “Forum della Solidarietà Sociale”, che è riuscito a superare la litigiosità tra gruppi degli ultimi anni. Alla presenza di molte figure storiche della destra eversiva italiana come Merlino, Adinolfi, Delle Chiaie, si è svolto un evento che nel suo piccolo (un centinaio di partecipanti), è di un certo rilievo. Il deus ex machina di questa operazione è Bruno Di Luia, ex Avanguardia Nazionale e organizzatore dell’iniziativa, preceduta da una serie di incontri nella sede romana di Acca Larentia, dove durante l’anno si è rincontrato attorno ad un tavolo “il senato” della destra neofascista italiana.
I primi firmatari dell’appello finale sono Forza Nuova e Casa Pound, le principali formazioni dichiaratamente neofasciste italiane, che hanno tra i loro ispiratori i fondatori della formazione degli anni ‘70 Terza posizione. Assieme a loro, alcuni micro movimenti e associazioni dai nomi curiosi. Un’indiscutibile novità questa nel panorama della destra radicale italiana che prova a ritessere un filo che sembrava (ma lo era veramente?) spezzato da molto tempo. Casa Pound viaggia su un doppio binario. Da una parte continua a flirtare con il Pdl, dall’altra cerca di rifarsi un immagine radicale, riallacciando rapporti con Forza Nuova, con cui in questi anni non erano mancate critiche e insulti. Primo risultato: una manifestazione nazionale il 7 gennaio ad Acca Larentia, nell’anniversario dell’uccisione di tre giovani militanti dell’Msi fuori dalla sezione del partito nel 1978. Per l’occasione tutta la destra neofascista italiana utilizzerà un episodio chiave nella propria storia per contare la propria consistenza e per dare vita ad una parata dell’orgoglio fascista.
Moltissimi in questi vent’anni nell’estrema destra hanno guardato a Berlusconi come artefice di un progetto populista e sostanzialmente antidemocratico nel XXI° secolo. Il probabile tracollo del Pdl e del suo Capo da una parte spaventano chi ha paura di perdere il potere e i suoi privilegi, dall’altra creano una grande aspettativa di diventare nuovi protagonisti.
I Campi estivi evidenziano una riaggregazione per alcuni versi nostalgica e patetica, per altri versi preoccupante. A quasi vent’anni dal congresso di Fiuggi, il partito e i movimenti che in forme e con culture diverse si erano ispirate al Fascismo, riscoprono la tradizione cameratesca dei Campi Hobbit e dell’estrema destra degli anni ’70. Dopo vent’anni di gestione del potere, dopo il disastro della “rivoluzione liberale” berlusconiana, la destra torna a parlare di “rivoluzione”. Ma lo fa essendo parte integrante del sistema corrotto di governo. La falsa e illusoria eterna giovinezza del potere.
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