I Breivik in doppiopetto
In seguito, si é scoperto che Breivik per anni é stato attivo nel Partito del Progesso di stampo liberal conservatore e facente parte della destra populista che si aggira in tutto Europa. Breivik prende le distanze dall’etnonazionalismo e dal nazismo, si autodefinisce antirazzista e antiautoritario e si proclama a favore di Israele e del capitalismo laissez-faire. Inoltre, trae ispirazione dalla teoria geopolitica dell’ Eurabia, termine coniato dalla scrittrice ebraica Bat Ye’or1 (e usato più volte dalla scrittrice Oriana Fallaci). Questa teoria considera l’Islam incompatibile con la “civiltà Occidentale” e mette in guardia l’Europa, di radice giudaico-cristiana, da una possibile conquista musulmana. Centrale in questa teoria é il dialogo euro-arabo che avrebbe preso forma nel 1973 in seguito alla prima crisi petrolifera. Come sempre con le teorie cospiratorie i colpevoli accusati di collaborazione con questa “occupazione musulmana” vanno ricercati tra le elite: politici, giornalisti ed intellettuali. In particolare, secondo Breiviks, l’ideologia alla base del “tradimento” sarebbe la Scuola di Francoforte, colpevole di aver formato questi traditori attraverso idee progressiste, femministe e a favore della liberazione sessuale, delle droghe, dell’alcol, dei party e soprattutto, a favore del multiculturalismo. Breivik difende invece il suo modello di “civilizzazione Occidentale”, schierato contro l’Islam e basato su un conservatorismo di fede cristiana che vede nei Socialdemocratici i nuovi Quisling che però, in questo caso collaborano con le forze di occupazione musulmana e non con quelle naziste del secolo scorso.
Queste idee non sono nuove nel Nord Europa, e non sono tantomeno state create dall’intelligenza di Breiviks ma, piuttosto, da quell’estrema destra che negli ultimi anni si é diffusa sempre di più attraverso il Partito Populista danese, il Partito del Progresso norvegese, il partito dei Veri Finlandesi (rafforzatisi alle ultime elezioni politiche) e, rappresentati in Svezia dai Democratici Svedesi (anche loro entrati in Parlamento nelle ultime elezioni). In questo gruppo si possono anche inserire il Partito per la Libertà olandese fondato da Geert Wilders, la copia tedesca La Libertà, l’English Defence League (pur non essendo un partito) in cui Breivik dice di avere uno dei suoi maggiori ispiratori e il Fronte Nazionale in cui la linea di Marine Le Pen (figlia di Jean-Marie) é divenuta ultimamente più influente di quella del collega antisemita Bruno Gollnisch. Il nemico comune non é quindi il Nuovo Ordine Mondiale Sionista bensì l’Islam, sono geopoliticamente occidentalisti (a differenza dei nazisti, orientati verso Russia ed Iran nel loro anti-americanismo/anti-semitismo) e certamente non sedicenti anti-capitalisti (un tratto spesso comune negli ambiti nazionalsocialisti attuali).
Questa Destra, chiamata spesso populista e, fino agli episodi di Utøya, sottovalutata rispetto all’ombra nazista, é stata fomentata da tanti (Cameron, Merkel, Sarkozy…). Ora peró l’allarme é scattato anche tra chi non ha voluto vedere certe evoluzioni di un’estrema destra che si nasconde dietro una retorica spesso liberale e priva di nazismo e antisemitismo. La strage contro il gruppo giovanile dei Socialdemocratici (colpevoli di essere alleati dell’”occupazione musulmana”) mostra invece quanto questa nuova Destra sia simile ai loro cugini nazisti. In Scandinavia l’attacco é considerato contro tutto il movimento dei lavoratori e, se pur Breivik abbia agito da solo, le sue idee sono circolate nell’aria da un bel po’ di tempo. Questa Destra, con la sua propaganda della ”guerra invisibile dell’Islam” contro ”l’Occidente cristiano” ha formato il dispositivo da cui é nato il mostro Breivik. Ora é chiaro a tutti che all’interno di questa estrema destra i terroristi come Breiviks convivono con i parlamentari in doppiopetto.
note:
1) Anche altri ”teorici” Eurabisti come Bruce Bawer, Mark Steyn, Melanie Phillips e Robert Spencer sono stati nominati nel manifesto di Breivik.
infoaut da Stoccolma
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