Il 25 Aprile in piazza della Bologna delle lotte, meticcia e solidale
Il 25 Aprile bolognese è stato aperto nella mattinata da un corteo molto vissuto e partecipato partito da Piazza dell’ Unità, nel cuore del quartiere Bolognina: a muoversi verso il centro è stata una piazza attraversata dai movimenti, che ha preso le mosse dal luogo dove la scorsa settimana si erano ritrovate in assemblea tante realtà di lotta e sindacati di base e conflittuali, decisi a resistere all’attacco portato nei loro confronti da Procura e Questura cittadina con l’avallo delle istituzioni politiche.
Quelle stesse realtà, insieme ad altre, hanno animato il corteo di ieri, espressione delle lotte che vivono nei quartieri,nelle scuole e nell’università di Bologna. Dai collettivi che hanno a cuore l’autodeterminazione dei corpi e le tematiche di genere, alla lotta per il diritto all’abitare che pratica quotidianamente la resistenza a sfratti e sgomberi, passando per tante realtà sociali legate assieme dall’antifascismo militante non mediato dalle istituzioni, in almeno un migliaio hanno percorso il centro cittadino, passando per la Stazione Centrale delle Ferrovie, luogo simbolo dello stragismo di Stato a mano fascista e il cui ricordo alberga nei cuori e nelle menti di migliaia di bolognesi e non solo.
La manifestazione ha percorso anche la centralissima via Indipendenza, giungendo a lambire Piazza del Nettuno, dove un imponente contingente di polizia in assetto antisommossa si è schierato con l’obiettivo di negare al corteo la possibilità di avvicinarsi e di poter rendere il giusto omaggio al sacrario che ricorda i partigiani caduti durante la Resistenza. Un impiego delle forze dell’ordine provocatorio, sulla scia di quanto sta accadendo negli ultimi mesi in cui, a cavallo della campagna elettorale, si cercano di silenziare e reprimere le ragioni delle lotte sociali e le istanze di giustizia e solidarietà di cui sono portatrici.
Il 25 Aprile bolognese di quest’anno difatti è giunto con il ricordo vivido della tenace resistenza allo sgombero dell’ Ex-Telecom, della vergogna dell’attacco ad Atlantide, della giornata di opposizione alla venuta di Salvini e dei suoi accoliti in città (anche ieri in tanti hanno scandito slogan contro la retorica del “Prima gli italiani” in salsa lepenista sdoganata dal leader leghista), passando per la recente settimana di scontri e sgomberi dello sportello del diritto all’abitare di Social Log.
Momenti di lotta della Bologna meticcia e solidale che hanno sancito una distanza ancor più marcata tra chi resiste realmente giorno dopo giorno, onorando la memoria di chi cadde battendosi contro il nazifascismo, e l’ ipocrisia istituzionale che ai bei discorsi fa seguire politiche austericide e si rifugia dietro scudi e manganelli non appena si palesano le contraddizioni che le lotte sociali fanno emergere.
Quella di ieri è stata un’altra giornata di convergenza per i movimenti, proseguita tutto il pomeriggio lungo Via del Pratello, la Via Partigiana della città dove è confluito il corteo della mattinata e che ha visto l’attraversamento di migliaia di persone tra mostre, banchetti, stand gastronomici e artigianali e momenti di intrattenimento musicale intervallato ai discorsi delle tante realtà co-organizzatrici, la maggior parte delle quali hanno ribadito l’importanza e la centralità delle lotte per far vivere la memoria della Resistenza e il suo portato di conquista e riscatto popolare che altrimenti verrebbe svuotato dalle retorica delle istituzioni.
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