La banda di via Acharnòn e i suoi rapporti con Alba Dorata
Un altro attacco a sfondo razziale si è verificato la settimana scorsa nella zona di via Acharnòn. Due estremisti di destra sono stati arrestati con l’accusa di avere incendiato insieme ai loro complici un bar di proprietà di uno straniero in via Lemesou 14, dopo aver rotto i vetri alle finestre e aver sparso liquido infiammabile all’interno, la mattina di martedì 14 maggio 2013.
Secondo la polizia greca, alle 20:30 del giorno prima la stessa banda di estrema destra si era recata al negozio del cittadino del Camerun e gli aveva rivolto frasi minacciose e ingiuriose come “cane nero vattene al tuo paese”.
Sempre secondo le medesime fonti, il proprietario del negozio ha indicato alla polizia uno degli autori dell’attacco, le cui impronte digitali sono state trovate sul posto. Con le perquisizioni effettuate nelle case degli arrestati, sono stati trovati simboli e slogan di Alba Dorata scritti sull’armadio di uno di loro.
Sono centinaia gli attacchi a sfondo razziale e i pestaggi realizzati negli ultimi mesi: l’evidente coinvolgimento di Alba Dorata è stato provato tantissime volte (nonostante la copertura offerta dalla polizia nella maggior parte dei casi), al punto che gli identici “comunicati stampa” che parlano di “campagna di diffamazione del movimento nazionalista” hanno stancato anche lo stesso partito nazista.
In questo caso però c’è una caratteristica qualitativa, che rende particolare l’attacco razziale del 14 maggio: i trentaquattrenni arrestati, N.P e G.P, sono gli stessi che il 30 settembre 2012 erano stati feriti da alcuni antiautoritari durante la ronda antifascista.
Secondo certi siti “imparziali” quella sera c’era stato uno scontro tra “residenti” e stranieri e antiautoritari.
Superando il luogo comune secondo cui la definizione di “residente” vale solo per i fascistoidi e non per persone con diverse origini o ideologie, andiamo a vedere quanto innocenti erano i “residenti della zona” feriti quella sera.
Il “residente” in questione, come è stato scoperto, oltre a fare di professione il cantante, era anche un componente di Alba Dorata, e si occupava principalmente del controllo della zona intorno a piazza Amerikìs. Sembra che tra le altre cose appartenga all’organizzazione locale di Nikaia (Pireo, n.d.t) e che insieme ad altri militi della banda, avesse organizzato l’assalto nazista agli uffici della comunità tanzaniana il 26.9.2012.
Questi sono gli eventi che avevano provocato la risposta del movimento antifascista con la massiccia ronda antifascista del 30 settembre.
Per gli schiaffi agli estremisti di destra, sorpresi sul posto a devastare e rapinare il banco di frutta di un filippino, gli agenti dell’unità DIAS sono intervenuti pesantemente, arrestando 15 antifascist*, detenuti per due giorni all’ottavo piano della GADA (Direzione Centrale della Polizia di Attica). Quanto è successo là è noto, visto che durante la loro detenzione gli antifascisti denunciano – e le indagini dei medici legali lo confermano- di essere stati vittime di torture sadiche di carattere fisico e mentale con un ovvio carattere vendicativo.
Per queste torture subite dai compagni da parte degli albadorati in divisa, con idee affini, si era creata una questione politica enorme che aveva superato i confini nazionali, portando ad una protesta internazionale contro il paese.
E tutto questo, per due membri organizzati dei battaglioni d’assalto, che nel loro tempo libero non hanno altro da fare che minacciare, dare fuoco a negozi ed altre cose del genere che ovviamente rientrano nell’ “azione sociale” dello schieramento politico, parallelamente all’elemosina fascista della distribuzione di verdure.
I bravi ragazzi di via Acharnòn sono stati rimessi in libertà, dopo la definizione di una data per il loro processo, con il PM che li accusa di reati minori, nonostante il fatto che dalla cartella risulti che sono accusati di reati come incendio doloso premeditato e distruzione di proprietà altrui.
Questi ragazzi sono stati ingiustamente perseguitati. Doveva invece essere riconosciuto che l’unica cosa che facevano era lavorare per “riconquistare le nostre città occupate dai clandestini”.
Fonte: jungle-report
Traduzione di Atene Calling
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