A Lovere ogni anno viene concessa la piazza a fascisti e nazisti per commemorare la morte di due legionari della Tagliamento del R.S.I., la scusa è sempre quella: una sfilata di fascisti vilmente “nascosta” dietro una pseudo cerimonia commemorativa in onore di due fascisti rei di crimini aberranti, feriti gravemente dai partigiani il 26 aprile 1945 nella lotta di Liberazione, in seguito gettati nel lago. L’agibilità di cui godono i neonazisti e fascisti che si presentano a Lovere ogni anno è enorme e ingiustificata, quest’anno si è assistito ad un ulteriore “passo in avanti” ed è sempre più difficile tracciare il confine tra le forze dell’ordine e i fascisti, sempre più difficile capire se sia solo mera incompetenza a muovere le ultime mosse in piazza della questura di Bergamo, o se ci sia da sommarvi una vera e propria connivenza con i fascisti del terzo millennio. Che andassero d’accordo è chiaro da tempo, la cronaca della giornata di ieri restituisce un quadro desolante di simbiosi totale tra forze dell’ordine e fascisti.
Sulla città, per tutta la giornata, gli antifascisti vogliono dare una presenza il più possibile diffusa, andando a insediarsi in tre luoghi diversi per dare un segnale forte ed efficace, ma anche costretti dalla volontà delle autorità di far sfilare i nazisti e fascisti per le vie di una città che ha avuto i propri tredici martiri della lotta partigiana e che ne vede così sfregiata la memoria. E’ proprio in piazza dei XXIII martiri di Lovere che si vede una prima componente antifascista rappresentata dall’ANPI. Al cimitero invece, ad esprimere l’indignazione per la sfilata fascista, è organizzato un presidio da Rifondazione Comunista. Infine, la rete antifascista bergamasca ALDO DICE 26X1 sceglie quest’anno di dare un segnale direttamente sul luogo dove avviene la “commemorazione” sul lungo lago.
Le gestione di due di queste tre piazze da parte della questura di Bergamo denota la follia totale in cui versa. Nel presidio antifascista sul lungo lago si assistono a scene deliranti: viene deliberatamente fatto avvicinare e addirittura entrare nel presidio un ragazzo con chiari intenti provocatori malcelati da ingenuità. Le forze dell’ordine, che non si accorgono dell’ingresso del neofascista tra le fila degli antifascisti, sono però subito pronte ad intervenire invece non appena si leva qualche insulto e spintone. E’ evidente che DIGOS e celere (ovviamente schierate rivolte verso gli antifa) fossero al corrente di quanto stesse per accadere e che non aspettassero altro che la situazione per il poveretto si complicasse in maniera tale da giustificare un intervento repressivo massiccio. Volendo tuttavia lasciare il dubbio, possiamo lasciare pensare a noi stessi e all’opinione pubblica che sia solo una incredibile, totale, impressionante incompetenza a non permettere a una dozzina di agenti della DIGOS e una trentina di celerini di accorgersi dell’avvicinamento di un neofascista al presidio antifascista nel giorno in cui sono in piazza col preciso compito (a detta loro) di interporsi fra fascisti ed antifascisti. La commemorazione dei fascisti intanto è tutelata e i nostalgici sono liberi di gettare la loro corona commemorativa. Anzi no, c’è un quarto presidio antifascista a sorpresa, in acqua: una barca con bandiera rossa si avvicina al motoscafo dei fascisti e impedisce, con l’azione di disturbo, il lancio della corona. A questo punto la situazione degenera: le forze dell’ordine prendono una serie di decisioni che palesano l’assoluta collaborazione con i fascisti e l’assoluta follia violenta nei confronti di chiunque altro. Non solo, contrariamente a quanto avvenuto negli ultimi anni, è concesso ai fascisti di formare un corteo verso il cimitero, ma viene presa l’allucinante decisione di sgomberare il presidio di Rifondazione davanti al cimitero stesso, bloccando contemporaneamente la componente antifascista sul lungo lago.
Ebbene sì: per permettere ai rifiuti della storia di sfilare per Lovere e compiere i loro “riti” apologetici, il dirigente Murtas dà l’ordine di caricare un presidio composto da persone palesemente del tutto pacifiche. Ovviamente gli uomini della celere non perdono l’occasione di sfoggiare un atteggiamento violento e improbo, degno dei fascisti appunto.
Risultato? Due persone anziane all’ospedale, con la testa rotta e la vista compromessa. Subito pronta la velina della questura che parla di due agenti contusi nel tentativo di forzare il blocco della polizia: fotografie e video smentiscono ogni atteggiamento aggressivo da parte degli antifascisti presenti, trattandosi per lo più di persone di una certa età, difficilmente immaginabili nel tentativo di sfondare un cordone di celerini.
Una velina che parla di feriti tra le forze dell’ordine come quella di sabato scorso per le contestazioni a Renzi, riportando i 15 giorni di prognosi refertati al dirigente Grasso, lo stesso dirigente che ieri era in piazza vispo e saltellante nel guidare il reparto celere. Quale dedizione al dovere.
Durante la protesta contro Renzi e la sua campagna referendaria abbiamo assistito ad una violenta repressione del dissenso, pratica in forte odore di fascismo.
Con l’atteggiamento inqualificabile e ingiustificabile nella giornata di ieri a Lovere abbiamo visto la commistione ineluttabile tra forze dell’ordine e neofascisti, negli intenti e nelle pratiche.
Inutile dire che faremo qualsiasi cosa per contrastare questa pericolosa successione di eventi.
NO PASARAN!