Mantova è di chi ama la libertà – L’antifascismo non si delega!
Riprendiamo il comunicato dello spazio sociale La Boje di Mantova dopo l’iniziativa di piazza in risposta alla vigliacca aggressione fascista del 5 agosto.
Non è stato un brusco risveglio. E’ solo che questa volta i riflettori si sono accesi e a farne le spese è stato un giovane ragazzo, Lorenzo, che oggi abbracciamo e al quale manifestiamo la nostra solidarietà. A chi in questi anni ha sostenuto che i fascisti fossero un residuo ricordo del passato, un’incrostazione da superare in nome del liberismo, il pestaggio organizzato nel centro della nostra città testimonia ben altro.
Eppure sono passati poco più di 40 anni da quando i fascisti mettevano le bombe a piazza della Loggia, a Piazza Fontana, alla stazione di Bologna, e ci sono voluti 47 anni perché la giustizia riconoscesse che lo Stato sapeva, era a conoscenza delle stragi fasciste, quelle stesse Istituzioni a cui affidiamo la protezione delle nostre vite.
Sembra un abisso temporale, eppure si tratta di pagine buie di un paio di generazioni fa con cui dobbiamo ancora fare i conti. Ma il fascismo in questi anni non ha mai smesso di lasciare il sangue per strada. Davide Cesari a Milano, Nicola Tommasoli a Verona e Renato Biagetti ad Ostia sono solo le ultime in ordine di tempo tra le vittime delle aggressioni fasciste.
Per questo vogliamo portare l’attenzione alla copertura politica che alcuni consiglieri in città e in provincia offrono a tali realtà. Ricordiamo che solo poche settimane fa l’organizzazione Veneto Fronte Skinhead ha messo in atto un’incursione squadrista durante un incontro sull’accoglienza dei migranti che si stava tenendo in una piazza di CastelGoffredo.
Qualche settimana dopo il consigliere Lamagni, uscito a destra dalla Lega Nord, ha proposto una mozione in consiglio comunale che riprendeva nella sostanza molti dei punti esposti nel volantino di Veneto Fronte Skinhead.
Nelle stesse settimane gravi episodi, come il lancio di molotov contro la struttura ospitante, si sono registrati anche a Roncolevà dopo una manifestazione, sempre contro l’accoglienza, organizzata da “Verona ai veronesi” alla quale ha partecipato anche il sindaco del paese.
Questa è una delle tante sigle dietro cui gruppi di estrema destra si nascondono per crescere sull’onda della “paura dei migranti”, trattati da media e leggi come un problema di ordine pubblico.
20 anni di RAZZISMO ISTITUZIONALE consolidato da tutti i partiti al governo ha reso accettabile il discorso dei fascisti: quelli a cui i cittadini di qualche paese affidano le petizioni contro i migranti, sono gli stessi che organizzano i pestaggi in tutta la nostra provincia.
Siamo qui per ribadire che non ci deve essere nessuno spazio per i fascisti nelle nostre città e pensiamo sia possibile farlo solo se si punta a smontare le narrazioni che questi gruppi fanno, a partire dai fenomeni migratori e sulla solidarietà tra soggetti impoveriti dalla crisi.
La presa di posizione da parte di alcune istituzioni è benvenuta, ma ci sembra ridicolo pensare di eliminare il problema della crescente violenza razzista con “daspo”, gli stessi dispositivi desiderati dalla destra e regalati dal ministro Minniti per reprimere i poveri, attaccare chi difende la terra dalle speculazioni e sgomberare i progetti di solidarietà dal basso.
Siamo convinti che l’antifascismo non si delega, è necessario costruire un antifascismo diffuso a partire dal territorio cittadino, facendo pratica e creando unità tra le persone che attraversano la città e hanno a cuore l’ antirazzismo, l’ antisessismo e l’ uguaglianza.
La Boje!
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