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Sostegno ad Antonin Bernanos ed alleai militanti antifascistei accusatei

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Il 15 aprile 2019, uno scontro ha visto contrapporsi delle\dei militanti antifasciste\i ai fasci di Génération Identitaire, e dei gruppi Zouaves Paris e Milice Paris. Cacciati dalle strate, i fascisti hanno sporto denuncia, mandando a processo i militanti antifascisti e portando all’arresto di Antonin Bernanos.

Durante più di sei mesi, Antonin ha subito un vero e proprio accanimento da parte dell’istituzione giudiziaria e dell’amministrazione penitenziaria. Malgrado l’assenza totale di elementi a suo carico, Antonin è stato mantenuto in detenzione grazie agli appelli sistematici del pubblico ministero di Parigi, che sono seguiti a tutte le ordinanze di rimessa in libertà emesse dal tribunale a più riprese.

Il 24 ottobre il giudice del tribunale della libertà, Charles Prats, ha ordinato la liberazione provvisoria di Antonin, in un contesto in cui l’accusa non era in grado di apportare il minimo nuovo elemento a suo carico, data l’incompetenza del rappresentante dell’accusa e l’inconsistenza del dossier a carico dell’imputato. Charles Prats, magistrato le cui posizioni reazionarie e il suo odio verso gli antifascisti sono stati rivelati dalla stampa, ha posto le seguenti condizioni, tra le altre, per la liberazione di Antonin:

-una cauzione dell’ammontare delirante di 10 000 euro, fatto raro al di fuori di processi legati a crimini finanziari, assunto i modo malcelato come modo di attaccare le diverse forme di solidarietà e di supporto materiale che si sono espresse durante la campagna di sostegno di questi ultimi mesi.

– un obbligo di dimora lontano dalla regione parigina, dove Antonin e i suoi parenti risiedono e dove svolge i suoi studi universitari.

-un divieto di partecipare a manifestazioni politiche, laddove l’episodio di cui è accusato non si inscrive affatto nel quadro di una manifestazione.

– un obbligo di sottoporsi a «cure psichiatriche » che è una vecchia maniera di individualizzare il conflitto sociale ed attribuirgli un carattere patologico.

Una volta di più gli antifascisti sono l’obiettivo di un accanimento giudiziario che si inserisce nel fenomeno di criminalizzazione crescente dei movimenti sociali. Visto come gli ultimi mesi hanno ricordato l’importanza dell’antirazzismo in seno alle nostre lotte, mobilitiamoci per strada ed in tutti gli spazi di conflitto per rinforzare la nostra solidarietà e i nostri legami di fronte alla repressione!

Vi chiediamo oggi un contributo finanziario per aiutare gli antifascisti a fare fronte alle numerose spese che hanno già sostenuto ( parcelle degli avvocati, spese detentive, spese logistiche e organizzative) e che restano da sostenere nel corso del processo!

Qui il link alla piattaforma per contribuire alla raccolta fondi.

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