Torino. I migranti protestano contro la coop, Forza Nuova protesta contro i migranti
Ma cominciamo dal principio di questa edificante storiella che potremmo intitolare “Cosa vuole dire prima gli italiani”.
In via Aquila, nel quartiere San Donato, si trova un centro d’accoglienza per richiedenti asilo. Il centro è gestito dalla cooperativa Isola di Ariel, sempre pronta a lanciarsi nel fruttuoso business del “sociale” si tratti di “accoglienza” o assistenza ai “pazienti psichiatrici”. Alla testa della cooperativa c’è Silvana Perrone, autrice di un commovente libro “La nostra isola, i nostri sogni” e intima di Giorgio Molino, il ras delle soffitte che ha costruito un impero affittando tuguri fatiscenti e a cui appartiene lo stabile di via aquila.
Lunedì scorso i migranti hanno protestato contro la cooperativa, che s’intasca i finanziamenti europei per dar loro cibo scaduto e immangiabile. Gli abitanti del centro scendono per strada e gettano platealmente i piatti in mezzo alla carreggiata, dicendo chiaro e tondo che quella schifezza non è un pasto dignitoso. Una protesta coraggiosa contro il sistema dell’accoglienza, contro chi ci lucra sopra, contro una di quelle famose “coop rosse” su cui fanno finta di abbaiare Salvini, Casa Pound e gli altri paraculi del “prima gli italiani”.
Ieri sera arriva pronta la risposta dei cani di guardia di Forza Nuova. Per sostenere i migranti in lotta contro la coop? Certo che no! I virgulti italici si ritrovano in otto pagliacci e sedici bandiere (meno male che non li fanno con tre mani!), rigorosamente di nascosto dal quartiere ma a favor di telecamere, per protestare contro i richiedenti asilo. Insomma, una scena un po’ grottesca ma piuttosto comune (Mafia capitale insegna) che vede mano nella mano coop e fascisti per speculare sulla pelle dei migranti politicamente, finanziariamente o in entrambi i modi. Un’ennesima prova di cosa vuol dire prima gli italiani: prima i palazzinari e gli approfittatori che speculano sulla pelle della povera gente.
Italiani che, comunque, non sembrano aver apprezzato più di tanto la presenza di chi fomenta guerra tra poveri in quartiere. Qualche residente guarda divertito la patetica messinscena che assomiglia a una caricatura dei video dell’Istituto Luce e un ragazzo urla contro le teste rasate che se ne devono andare via perché in quartiere nessuno li ha mai visti, che sanno solo prendersela coi poveracci e “arrivare di nascosto come i ratti”. I fascisti capiscono che aria tira e dopo qualche posa imbarazzata per i giornalisti levano rapidamente le tende…
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