Verona. Aggressione fascista all’università
Complice del rettore, anche Antonio Salvini, dirigente strutturato d’Ateneo, che ha impedito fino all’ultimo di svolgere l’iniziativa arrivando a staccare la corrente elettrica all’interno dell’aula e successivamente all’intero piano, dopo che gli organizzatori del dibattito si erano muniti di corrente elettrica dall’esterno dell’aula. Un gesto quello di Salvini che la dice lunga sulle sue tendenze politiche e sulla disperazione incontrollata di non poter evidentemente vietare l’iniziativa prevista da chi vuole fare chiarezza su un capitolo della storia strumentalizzato da gruppuscoli di fascisti. Gli stessi che -mentre si svolgeva l’iniziativa tra le difficoltà create concretamente dal dirigente d’Ateneo e in maniera più sottile e invisibile, dal rettore dell’Università – erano fuori dall’università in presidio a volantinare. Casapound, Forza Nuova e Blocco Studentesco non hanno perso tempo e appena hanno potuto, sotto lo sguardo complice della digos e della celere presente in loco, ha fatto irruzione all’interno dell’università con caschi, bastoni, fumogeni e spray al peperoncino dirigendosi verso l’aula dove si stava svolgendo il dibattito: un’aggressione in pieno stile squadrista.
Dopo qualche minuto di scontri tra antifascisti e fascisti, l’intervento della celere ha permesso a Casapound e Forza Nuova di uscire dall’università, dopo che allo stesso modo ha permesso, pochi minuti prima, di entrarci senza nessun tipo di problema. Intanto i due collettivi studenteschi che hanno organizzato l’iniziativa hanno indetto un’assemblea che si è svolta oggi in università, mentre il rettore ha ordinato lo sgombero dell’aula autogestita dai due collettivi. Certamente la perfetta triade di connivenza e complicità rappresentata da Rettore, dirigente d’Ateneo e digos è chiara agli occhi di tutti e tutte, ma forse questo non fa più scalpore. L’avvallo dell’Università non solo è grave ma viene dimostrato anche dalla maniera con cui tenta di far fronte a queste situazioni, cercando di eliminare il “problema” alla radice, ordinando così lo sgombero dell’aula autogestita. E a fare la differenza, ancora una volta, sono i discorsi che, a partire dagli spazi universitari autogestiti, si praticano all’interno dell’università.
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