Appello per l’Assemblea della rete “Abitare nella Crisi” (14-15 Dicembre 2013)
Dentro questi percorsi collettivi, il diritto all’abitare continua ad avere grande forza : le occupazioni abitative rappresentano importanti momenti di ricomposizione e praticano al tempo stesso l’alternativa che propongono; attraverso la riappropriazione delle case si da risposta ad un bisogno concreto, si costruiscono nuove relazioni sociali, e si ritorna in possesso di quote di reddito sempre più espropriate da quanti vorrebbero continuare a far pagare i costi della crisi ai settori popolari.
A Roma il 10 novembre scorso durante l’assemblea di Abitare nella Crisi la discussione si era concentrata oltre il 19O, ritornando a parlare di sfratti, svendita del patrimonio pubblico e smantellamento dell’edilizia popolare, alcuni dei “punti di programma” della controparte istituzionale, cercando di analizzare e comprendere come rafforzare l’impatto nazionale delle lotte in corso ed allo stesso tempo quali iniziative comuni potevano rafforzare i conflitti territoriali.
Parallelamente alla costruzione di un’agenda comune d’iniziative, rafforzata dall’indizionedegli appuntamenti nazionali del 29 e 30 novembre, e sottolineata con soddisfazione la partecipazione sempre più ampia di realtà/soggettività nuove al percorso, nasceva l’esigenza di approfondire la questione dei processi di soggettivazione e delle forme di attivazione della molteplice e variegata composizione che sempre più “abita e vive” le occupazioni, anche alla luce dell’evidente maggior protagonismo nei percorsi di lotta e negli appuntamenti di piazza ( vedi il 31O ).
Altrettanta attenzione veniva rivolta al nodo del territorio, sia esso la piccola realtà di provincia o la grande metropoli composta da quartieri o municipi, della necessità di intenderlo ed attraversarlo come un campo di battaglia, in cui la posta in palio non è “soltanto” la legittimità di “abitarlo” e starne dentro, bensì soprattutto essere motore di processi di ricomposizione sociale e politica, di accumulo di forza e, laddove possibile, agenti della trasformazione. “Stare” dentro i territori, i quartieri del centro come delle periferie, deve significare necessariamente non rimandare al domani l’orizzonte di un’altra riproduzione sociale possibile. Per questo la soggettività, i percorsi organizzativi, il metodo, le relazioni, financo l’attivazione e la militanza, sono nodi della discussione più che mai importanti e che hanno trovato sempre più spazio nelle discussioni all’interno di Abitare nella crisi. Stimolare relazioni sempre più approfondite tra espressioni di lotte, anche a volte molto diverse tra loro, e promuovere produzione di ragionamenti, riflessioni e proposte, alimentare e contribuire allo sviluppo del sito, era ed è lo scontato corollario alla discussione collettiva.
Per riprendere questa discussione e rilanciare nuovi appuntamenti di lotta e mobilitazione che continuino a declinare le molte forme dell’assedio e della sollevazione, invitiamo le realtà del centro-nord a Torino i prossimi 14/15 dicembre per un’assemblea di Abitare nella Crisi, contemporaneamente all’incontro che verrà ospitato a Cosenza e che interesserà le realtà del centro-sud.
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