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Buona Scuola? Se il badge elettronico is the new sessantotto

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Se in altri istituti del paese diventa sempre più frequente il ricorso a strumenti di controllo e identificazione – cartellini, guardie private in portineria, poliziotti nelle aule – per ‘respingere gli esterni’ e normalizzare la quotidinità scolastica adeguandola a un codice di condotta, il Parini è il primo istituto dove lo strumento del registro elettronico viene associato per scelta a un sistema informatizzato di monitoraggio della presenza/attività dello studente a scuola. “E’ un po’ come entrare a lavoro” esclama con candore uno studente del liceo intervistato su Rai News 24. “Vogliamo eliminare la burocrazia delle nostre aule – spiega il preside, Giuseppe Soddu – i nostri ragazzi devono entrare in classe e fare lezione, punto”.

E’ proprio sul servizio che Rai News 24 dedica alla vicenda che l’innovazione informatica viene saldata all’innovazione civile del ’68, anzi del ’66. Fu proprio il Parini a essere teatro esattamente 50 anni fa di un conflitto che rappresentò il preambolo della rivolta giovanile e studentesca del ’68. Qui il giornale studentesco della scuola, ‘La zanzara’, pubblicò il 14 febbraio 1966 “Un dibattito sulla posizione della donna nella nostra società, cercando di esaminare i problemi del matrimonio, del lavoro femminile e del sesso“, con interviste a diverse studentesse del liceo che esprimevano opinioni sulla propria educazione sessuale. L’articolo suscitò scandalo. Gli studenti autori dell’inchiesta vennero denunciati per offesa alla pubblica morale e condotti in questura. Il giudice costrinse i ragazzi a spogliarsi per verificare la presenza di “tare fisiche e psicologiche”. Contro questi soprusi, per la libertà e nello scontro con l’autorità il liceo insorse.

Quale il nesso tra i due fatti? E’ la cifra dell’innovazione che, nel costume e nella tecnologia, sorge sempre su un conflitto. Questo è vero, ma può bastare come punto di vista slegato dalla considerazione di forze storiche soggettive determinate? La Zanzara fece emergere una composizione giovanile più ricca per gamma di capacità, aspirazioni e desideri della macchina formazione che ne organizzava la riproduzione/produzione di soggettività. Davanti ai totem del Parini, assistiamo al contrario a una macchina-formazione che si impone su una soggettività studentesca per potenziarne degli aspetti nella macchinizzazione del processo formativo impoverendone la ricchezza.

Eppure i processi di innovazione, proprio perché si innestano su più complessivi processi conflittuali nell’interazione macchina-umano, alludono, nella ristrutturazione di questo rapporto, a sempre nuovi conflitti, a sempre nuove tendenze e talvolta possibilità. D’altra parte la stessa innovazione civile della battaglia de La zanzara del ’66 per un pensiero laico e antiautoritario si integrò nella retorica democratica e repubblicana contrapposta, nell’acuirsi dello scontro di classe del decennio successivo, alle forze rivoluzionarie di un nuovo proletariato riottoso e insofferente a una gerarchia di classe espressa non più e non solo nei costumi borghesi, ma nel complesso dell’organizzazione sociale capitalistica alla massima altezza storica del suo sviluppo fordista -industriale. Un esempio su tutti la vicenda di Walter Tobagi, giornalista in erba ai tempi del liceo Parini come redattore de La zanzara, ucciso nel 1980 dal gruppo armato Brigata XVIII maggio. Nel ’69 Tobagi entrò all’Avvenire dedicando diverse inchieste proprio al Movimento Studentesco che vide sorgere tra le mura del suo liceo. Gli stessi valori emancipativi de La zanzara, dentro uno scontro ristrutturato negli anni ’70, vennero integrati nel discorso borghese a difesa delle libertà democratiche in funzione dell’indistinta offensiva dello Stato alle libertà di un movimento rivoluzionario stratificato e complesso. Proprio l’espressione ‘risaia da prosciugare‘, in voga sulle colonne del Corriere e utilizzata con l’obiettivo di sradicare dal movimento le matrici terroristiche, è quella che meglio qualifica la controffensiva dello Stato come progetto di netto impoverimento di una soggettività sociale nell’interezza della sua profondità di classe, espropriata fin nelle parole, oltre che delle libertà e spesso della vita, in nome di un’innovazione guadagnata su un precedente conflitto. L’opposto della battaglia de La Zanzara. Una tragica ironia della Storia. Sono dunque sempre le punte avanzate di governo di fenomeni complessivi a determinare il segno di alcune tendenze e del loro sviluppo, dell’innovazione. Non la considerazione di scarti, discontinuità, innovazioni – per l’appunto – come tappe di un ipotetico corso della storia universale costellato di valori astratti quali progresso, libertà, scienza.

Così sui nuovi totem del Parini che genere di conflitto si configura? Quale innovazione? Governata da chi? L’omogeneizzazione dei ruoli nella cooperazione produttiva è la risposta, in termini di merce-formazione prodotta, alla variabile indipendente, e non integralmente controllabile a valle, di una potenziale cooperazione sociale autonoma, interessata, dentro la macchina-scuola, a una valorizzazione per sé, anche a partire dalla valorizzazione individuale; interessata, in altri termini, a usare la scuola e non a farsi usare da questa. Intervenire a monte del processo di formazione della merce forza lavoro serve, in un governo complessivo della forza lavoro giovanile, a ridurre al minimo le possibilità di cooperazione autonoma da usare contro la macchina-scuola e per sé. L’automazione tramite totem e registro elettronico è dunque in primo luogo la forma di una macchina organizzazione per la formazione di una merce forza lavoro omogenea nelle capacità e omologata nella soggettività. Organizzazione come organizzazione dei comportamenti di una cooperazione per la valorizzazione capitalistica.

L’introduzione di questo strumento in primo luogo riduce sempre di più l’interazione e i rapporti tra professori e studenti, fondamentali per ritagliarsi quel margine di autonomia per non essere completamente costretti a un rapporto di totale subalternità tra le mura della scuola. Riduzione di autonomia e deresponsabilizzazione. Ad esempio, oggi al Parini, nella sua programmazione, non sarebbe più possibile spiegare le motivazioni di un ritardo, litigare per il ritardo, annullando quella possibilità dello scontro che, in una qualche maniera, offre la possibilità di esprimere posizioni e ragioni indipendenti. L’automazione governata dalla macchina riduce l’attività umana ad operatività distruggendo qualsiasi margine di autonomia per la costituzione del soggetto. Laddove la colonnina elettronica è programmata in una determinata maniera al di fuori di quello che la macchina comanda non si può fare nient’altro.

Un altra questione è quella dei ritmi. L’incremento di dispositivi di controllo punta ad imporre come mediazione delle relazioni formative nella scuola la produzione di soggettività disciplinate nella capacità di sfruttare ogni minuto a disposizione nello svolgere la propria mansione, senza se e senza ma, ricostruendo sempre di più nelle scuole le caratteristiche asfissianti dei posti di lavoro. Dispositivi come l’appello elettronico ci mostrano quanto in termini di produttività le scuole oggi siano importanti centri per la riproduzione/formazione di una soggettività che assuma una dimensione alienata e disponibile a reggere ritmi alti per un futuro/presente da operaietà a basso costo.

Si tratta dunque, come è facile vedere, di un’innovazione spinta e governata dall’alto, ma comunque indice di ristrutturazioni in corso e dunque di possibili conflitti a venire. Conflitti che torneranno anche nella forma possibile del fuori contro il dentro che va a definirsi con la ristrutturazione in corso: basta dare uno sguardo alle statistiche sull’abbandono scolastico per capacitarsi della frattura in atto… o dell’innovazione.
Il nodo dell’innovazione tecnologica, anche nei processi di riforma e informatizzazione della scuola, passa per chi controlla i processi di macchinizzazione dell’umano: dalla macchina-organizzazione del processo formativo alla macchina-informatizzata del registro elettronico.

 

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