“Capital City. Disordine economico e conflitti urbani”
c/o Aula C1 occupata _ Lungo Dora Siena, 100, 10153 Torino
Presentazione del n°35 di Zapruder
intervengono:
- Ivan Severi, curatore del numero e dottorando all’Università Statale di Milano
- Salvatore Cumino, ricercatore indipendente
organizza:
Campus 1nvaders, aula autogestita
dalle 18 dibattito… a seguire aperitivo!
Oggi le città appaiono sempre più attraversate da frontiere spaziali, risultato di processi di ristrutturazione urbana, di speculazione edilizia e, non ultimo, di segregazione sociale. Se le trasformazioni materiali e sociali che caratterizzano la storia recente delle realtà metropolitane dipendono in gran parte dall’azione degli interessi economici, che contribuiscono a riconfigurare i bisogni e le aspettative degli abitanti, quale ruolo gioca il capitale all’interno di questo fenomeno di portata oramai globale?
Partendo da questo interrogativo, la città diventa qui un oggetto privilegiato da decostruire e indagare sotto la lente della conflittualità prodotta dal cosiddetto “capitalismo urbano”, i cui effetti alimentano nel tempo forme di resistenza eterogenee più o meno visibili (occupazioni, movimenti contro gli sfratti, orti urbani, rifiuto della riscrittura della memoria dei luoghi, ecc.). Facendo ricorso a contributi disciplinari diversi (dalla geografia all’antropologia urbana), in questo numero abbiamo cercato di raccogliere studi provenienti da aree geografiche diverse (Stati uniti, Europa, Est asiatico), che permettano di gettare uno sguardo, seppur parziale, sugli effetti concreti del binomio (dis)ordine economico/conflitti urbani.
La capital city, a Milano, a Barcellona, a Filadelfia o ancora a Phnom Penh, rappresenta un campo di contesa in cui confliggono forme di appropriazione dello spazio che riflettono ispirazioni e aspirazioni divergenti, come dimostrano le tensioni permanenti tra le logiche del capitale (la rendita) e quelle della cittadinanza urbana (il “diritto alla città”) descritte in questo numero. Queste tensioni possono sfociare in manifestazioni di dissenso individuale e collettivo oppure in pratiche di normalizzazione dello spazio (segregazione, riqualificazione, gentrificazione) che prefigurano, sotto certi aspetti, una lotta di classe al contrario.
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