Da che parte stai? Il sindacato dei trasporti con Occupy Wall Street
di Anna Curcio e Gigi Roggero (Uninomade 2.0)
Alla vigilia di natale del 2005 i lavoratori dei trasporti di New York entrarono in sciopero per il rinnovo del contratto e la città rimase completamente bloccata per tre giorni. Nello stato di New York lo sciopero nel settore pubblico è proibito dalla legge Taylor del 1967, per cui assume immediatamente una forma selvaggia e illegale. Sindaco e media invocarono arresti e repressione esemplari, il leader del Transit Workers Union (TWU) passò alcuni giorni in galera, il sindacato venne sanzionato con pesanti ammende pecuniarie. Il risultato dello sciopero fu eccezionale: la metropoli non rimase solo paralizzata, ma fu riempita da tre giorni di straordinaria autorganizzazione dei trasporti, delle forme di comunicazione e di vita. I precari dell’università in sciopero contro la New York University parteciparono ai picchetti, così come i transit workers avevano preso parte alle iniziative dei gradute students. La Grande Mela è stata spaccata su linee di classe. A sei anni di distanza i lavoratori dei trasporti hanno ancora una volta preso in mano il proprio sindacato, spingendolo verso le lotte di Occupy Wall Street e l’occupazione del ponte di Brooklyn, dentro quel grande movimento che sta respirando l’aria comune dell’insorgenza globale contro il capitalismo in crisi. Ne abbiamo discusso con Steve Downs, militante del TWU, di origine irlandese come molti della prima generazione di transit workers newyorchesi, ora in buona parte guidati dalla combattività dei lavoratori neri. Una cosa emerge con grande chiarezza: il rapporto tra movimento e sindacato non si costruisce in termini di alleanze che finiscono per incancrenire la subalternità del primo e il conservatorismo del secondo, ma di composizione comune delle lotte e delle differenti figure del lavoro. Che beneficio ne avrebbero tanti ceti politici, su questa sponda dell’Atlantico, se imparassero almeno questa lezione dai corrotti sindacati americani.
La conversazione via mail parte dunque dai motivi per cui il TWU sta supportando le occupazioni.
“C’é una vecchia canzone del sindacato dei minatori di carbone intitolata “Which Side Are You On? – Da che parte stai?”. Il comitato esecutivo del Transit Workers Union Local 100, cioè la sede newyorchese del sindacato dei trasporti (e ora anche l’intera union sul piano nazionale) sostiene Occupy Wall Street (OWS), perché siamo dalla stessa parte dei manifestanti accampati a Manhattan. Proprio come il nostro sindacato, OWS non accetta che poche persone diventino sempre più ricche – e per quella ricchezza possano maneggiare sempre più potere – mentre la maggior parte della popolazione continua a pagare gli effetti di una crisi economica causata proprio dalle loro pratiche. Il nostro comitato esecutivo ha deciso di stare dalla parte di chi combatte per realizzare le proprie aspirazioni, per una formazione di qualità, per l’assistenza sanitaria per tutti e per una pensione sicura. Ma soprattutto abbiamo sperato che il nostro supporto potesse ulteriormente accrescere l’attenzione su questa lotta, visto che i principali organi d’informazione di New York stanno cercando di minimizzare la cosa marginalizzandola. Oggi posso dire che il nostro appoggio ha fatto crescere l’attenzione su OWS più di quanto potessimo immaginare. Dunque, sebbene il sostegno a OWS sia stata un’iniziativa del comitato esecutivo del sindacato, il messaggio ha circolato tra gli iscritti e molti di loro, anche tra chi di solito non partecipa a manifestazioni di piazza, erano alla grande manifestazione della scorsa settimana”.
Puoi spiegarci più dettagliatamente il contesto politico in cui hanno preso corpo le mobilitazioni ed è poi cominciata la vostra azione contro il New York Police Department (NYPD)?
“Sul piano individuale tanti di noi hanno appoggiato le mobilitazioni sin dal primo giorno e, in occasione della nostra consueta riunione mensile, é stata votata una mozione di supporto a OWS. C’é stato poi un salto di qualità nel nostro coinvolgimento: solo pochi giorni dopo l’approvazione della mozione di sostegno, il NYPD ha arrestato più di settecento persone che stavano manifestando sul ponte di Brooklyn e, per trasportare gli arrestati nelle stazioni di polizia, hanno requisito diversi autobus urbani e tentato di precettare i conducenti. Gli autisti di quegli autobus sono membri del TWU 100 e il sindacato ha immediatamente protestato per questa arbitraria sospensione e deviazione dal servizio passeggeri e per l’aver utilizzato membri del nostro sindacato a tal scopo. Abbiamo contestato sia gli arresti sia l’aver utilizzato dei nostri membri per fini di polizia. Siamo anche andati in tribunale per evitare che ciò potesse accadere ancora, anche se per ora abbiamo perso il primo round giudiziario”.
Qual è la composizione delle mobilitazioni e in che direzione si stanno muovendo?
“Non so in che direzione andranno queste proteste. Ma, per adesso, vedo sempre più persone coinvolte e un crescente sostegno, anche in termini di supporto materiale. I sindacati hanno giocato un grande ruolo nella costruzione della manifestazione partita da Foley Square lo scorso mercoledì, ma c’erano anche gruppi di comunità, studenti, pensionati, veterani, ecc. Sabato 8 ottobre mi trovavo nell’Upper West Side di Manhattan mentre centinaia di skaters (non proprio conosciuti per il loro impegno politico) passavano per Broadway dirigendosi verso OWS. Hanno occupato il lato sud di Broadway e bloccato il traffico in tutta la zona. Ci sono voluti almeno dieci minuti perché passassero da dove mi trovavo, mentre i pedoni lungo la strada sembravano sostenere quel blocco del traffico. Un piccolo indicatore dell’ampiezza della partecipazione e del consenso del movimento”.
Quali sono le principali rivendicazioni del movimento e come il TWU si relaziona ad esse?
“Si dice sulla stampa che OWS non ha rivendicazioni: io non credo che sia così, o meglio, credo che questo sia il loro punto di forza. Il fatto che le mobilitazioni non abbiano riguardato una specifica azione governativa o un provvedimento legislativo ha reso possibile che persone con preoccupazioni e interessi anche molto diversi tra loro potessero facilmente identificarsi con OWS. E penso che, complessivamente, il piano delle rivendicazioni sia molto chiaro. Si rivolgono a banchieri, finanzieri ed esponenti politici per dire: “Avete distrutto l’economia e adesso dovete pagare per risolvere il problema. Dovete sistemare tutto il casino che avete fatto. Dovete pagare per l’alta disoccupazione, per il debito che gli studenti hanno contratto per andare al college, per l’assistenza sanitaria che non c’é, per i senza fissa dimora. Dovete pagare!” Il TWU 100 é dalla loro part
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