InfoAut
Immagine di copertina per il post

Da Gela a Taranto, diverse latitudini stesso sud.

Mercoledì 5Giugno, nel pomeriggio una cinquantina di cittadini, giovani e meno giovani, presidiano il palazzo di vetro della dirigenza Eni al grido di vergogna, suscitando la reazione isterica di un dirigente, che esce sbraitando…Nasce il comitato No Eni di Gela.

Giovedì 8 Giugno Palermo, si riunisce la commissione in cui Eni, Asp (azienda servizi pubblici), Arpa (agenzia regionale protezione ambientale) sono stati convocati a Palazzo D’Orleans dal presidente della regione Rosario Crocetta per discutere su come far fronte a disastri di questo tipo.

Come detto il greggio si è riversato a causa di un guasto allo stabilimento Eni. Cosa strana, ma non in una terra come la nostra, è che anche la valvola di sicurezza che avrebbe dovuto assicurare l’impossibilità del disastro, non ha funzionato. La dinamica è piuttosto chiara, sembra però che nessuno ne abbia veramente la responsabilità. Insomma, “cose che succedono! Però bisogna stare più attenti…sarà per la prossima volta”. Ci siamo così permessi di riassumervi il tavolo di discussione convocato per ieri mattina da Crocetta (su cui peraltro i media tacciono), e da cui, chi in Sicilia ha intascato in questi ultimi anni fondi pubblici pari a 40 milioni di euro per i lavori di bonifica e manutenzione per l’adeguamento degli impianti industriali ai parametri delle autorizzazioni Aia preventivamente concesse (sulla buona fede!?), ne uscirà di fatto indenne, anzi si sentirà sempre più legittimato a infischiarsene dei vincoli ambientali e sanitari.

Proprio in questi giorni Legambiente presenta un quadro disarmante sul grado di inquinamento e di rischio disastro ambientale degli impianti industriali isolani, soprattutto per gli agglomerati termoelettrici e petrolchimici di Termini Imerese, Milazzo, Priolo e Gela appunto, nonché delle 12 piattaforme petrolifere a largo delle coste sud e nord. Da siciliani non possiamo che avvalorare l’importanza e la veridicità di suddetti dati; da decenni è infatti ben nota l’impraticabilità balneare ed agricola delle zone in questione.

Ma perché tanta devastazione ambientale e territoriale in una terra che piuttosto si dovrebbe preservare come patrimonio paesaggistico e turistico nazionale e non solo? Sulla vecchia storia del sottosviluppo e dell’arretratezza sociale e culturale degli indigeni siculi non in grado da soli di stare al passo con lo sviluppo e l’innovazione economica e tecnologica, non intendiamo spendere troppe parole, se non per dire che è anche e soprattutto questo il sostrato, o meglio la sovrastruttura semantica e discorsiva attraverso cui si vorrebbe legittimare un modello di capitalismo tra i più invasivi e devastanti, e che si sperimenta e dispiega dall’unità d’Italia a oggi nel sud e particolarmente in Sicilia proprio con la retorica di una congenita arretratezza sociale e culturale che determina anche quella economica.

Se infatti sul versante politico le tornate elettorali isolane sono un test e un’anticipazione per tutto il quadro nazionale (dal 70% della Democrazia Cristiana negli anni ’70, al sodalizio in nome della governabilità tra pd e formazioni di centro nel 2013), su quello economico-sociale, il rapporto capitale/lavoro/territorio raggiunge in Sicilia livelli di sfruttamento e devastazione territoriale difficilmente rintracciabili in altre regioni europee e non solo, a capitalismo avanzato, e che dopo la caduta dei regimi coloniali ha rappresentato un buon terreno di sperimentazione.

Flussi e processi di urbanizzazione coatta (ricordiamo le enclosure e le imposte italiane sulla terra che ne cancellarono l’usufrutto) attorno a mega poli industriali che hanno deturpato non solo i territori, ma hanno sradicato e stravolto modi, tempi, stili e tradizioni di vita e di valorizzazione territoriale (che in quanto diverse e alternative a quelle neoliberiste sono stigmatizzate come obsolete, arretrate, primitive, criminali) sono la storia della Sicilia dell’ultimo secolo. L’esigenza di arginare le decennali lotte contadine ha fatto il resto, tanto da imporre in pochi anni una forzata e come già definita, sfrenata industrializzazione,

L’esempio di Gela, porta immediatamente alla mente la situazione Ilva. Negli ultimi anni nel territorio gelese si riscontrano linfomi, malformazioni e patologie molto gravi e rare, a volte del tutto sconosciute; da tempo è noto quanto il petrolchimico abbia irreparabilmente inquinato le coste e le falde acquifere circostanti. Gela (fondata nel VII secolo a.C. dai greci) è ormai una città fantasma, senza una storia ne un’identità che non siano immediatamente correlate al ricatto lavorista del petrolchimico per cui o l’ecomostro si mantiene a regime produttivo o la città cade nella miseria (sono più di 3000 gli operai che lavorano all’impianto). Dopo le vicende dell’Ilva, emblema della distruttività del capitalismo made in sud, per la prima volta però si rompe l’indifferenza dei cittadini gelesi con la nascita del comitato NO ENI. Segnale importante questo, perché anche se in maniera embrionale, finalmente la razionalità e lucidità umane di anteporre la qualità e possibilità di vita sana per l’oggi e per il domani, vince l’accettazione folle ma comprensibile, dello stato di cose presenti, dove il poter morire o ammalarsi di lavoro da un giorno all’altro è infondo un prezzo da pagare per accedere a un reddito.

Questa è stata ed è la colonizzazione capitalistica sperimentale del sud, dove prima dei dispositivi repressivi e di controllo delle eccedenze, delle lotte, dei movimenti popolari, è nei presupposti stessi del modello economico e sociale imposto, che distrugge e poi ricrea nella miseria, che vanno rintracciate cause e condizioni di accettazione, se non di identificazione delle comunità con gli interessi di chi queste terre le conquista traendone il massimo sfruttamento umano possibile per i propri profitti di accumulazione; il tutto senza preoccuparsi, nonostante i finanziamenti che aziende e dirigenti intascano dagli enti regionali, degli imprescindibili lavori di bonifica e manutenzione. Insomma, Ilva docet!

Affatto secondario è poi il ruolo militare assegnato dalla Nato all’isola di avamposto strategico per tutte le operazioni militari del mediterraneo. Sigonella è la base militare Nato più grande e importante d’Europa e proprio un mese fa, “vista” l’instabilità geopolitica dell’area mediterranea e mediorientale, 500 marines vengono inviati in Sicilia per future operazioni.

Poi c’è il Muos. Non era forse abbastanza? Evidentemente no, perché in una così profonda crisi strutturale, il capitale ha bisogno di difendere la sua egemonia militare e di sperimentare e riorganizzare nuove forme di sfruttamento e dominio a partire proprio dai suoi territori storicamente più ostili e mai definitivamente sussunti.

 

 

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

beni comunisiciliaterritorio

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

‘Nessun paradiso senza Gaza’: intervista esclusiva di Palestine Chronicle al rivoluzionario libanese Georges Abdallah

Traduciamo da The Palestine Chronicole questa lucida e approfondita intervista del 13 agosto 2025, a Georges Abdallah.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

E’ uno sporco lavoro / 3: Hiroshima Nagasaki Russian Roulette

Sono ancora una volta delle parole, in parte esplicite e in parte giustificatorie, quelle da cui partire per una riflessione sul presente e sul passato di un modo di produzione e della sua espressione politico-militare.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il laboratorio della guerra. Tracce per un’inchiesta sull’università dentro la «fabbrica della guerra» di Modena

Riprendiamo questo interessante lavoro d’inchiesta pubblicato originariamente da Kamo Modena sul rapporto tra università e guerra.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Più conflitti, meno conflitti di interesse

“Le mie mani sono pulite” ha detto il sindaco Sala nella seduta del consiglio comunale dove ha sacrificato il suo capro – l’assessore all’urbanistica Tancredi, coinvolto nelle indagini della procura milanese su alcuni (parecchi) progetti di trasformazione urbana.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

STOP RIARMO “Se la guerra parte da qua, disarmiamola dalla città!”

Riprendiamo e pubblichiamo il documento uscito sul canale telegram del percorso @STOPRIARMO che a Torino ha organizzato una prima iniziativa qualche settimana fa. Il documento traccia un quadro composito del sistema guerra nei vari ambiti della produzione e della riproduzione sociale oltre a lanciare alcuni spunti rispetto a ipotesi di attivazione.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Robert Ferro – Dove va l’Europa? Crisi e riarmo nel cuore dell’Unione

Dal welfare al warfare, dall’automotive al carroarmato, dall’«Inno alla gioia» di Beethoven alla «Marcia imperiale» di Dart Fener. Nel cambio di tema che fa da sfondo all’Europa, l’imperialismo colpisce ancora. 

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Raffaele Sciortino – L’imperialismo nell’era Trump. Usa, Cina e le catene del caos globale

Che cos’è l’imperialismo oggi, nell’era di Trump? da Kamo Modena Non è una domanda scontata, né una mera speculazione teorica; al contrario, siamo convinti che sia un nodo fondamentale, tanto per chi vuole comprendere il mondo, quanto per chi mira a trasformarlo – partendo, ancora una volta, da dove si è, da dove si è […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dal margine al centro: ripensare il/i Sud tra giustizia sociale e territoriale

Parlare del margine, per Jacques Derrida, significa, in realtà, parlare del centro.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

I Costi Planetari dell’Intelligenza Artificiale

“Artificial Intelligence is neither artificial nor intelligent.” – Kate Crawford, Atlas of AI

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Mimmo Porcaro – L’Italia al fronte. Destre globali e conflitto sociale nell’era Trump

La tendenza alla guerra delle società capitalistiche è diventato un fatto innegabile, lo vediamo sempre più concretamente; ed è una dinamica che arriva a toccarci sempre più direttamente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

No Muos: spropositato dispositivo di polizia contro chi si oppone a Muos e guerra

Ci teniamo a raccontare cosa è successo il giorno della manifestazione per rendere noto a tutti/e come in Contrada Ulmo si vive in uno stato di polizia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Militarizzazione: la Sicilia sempre più al centro degli interessi bellici di Stati Uniti e NATO

La Sicilia sarà il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti dove verranno formati i piloti degli F-35.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Smilitarizziamo Sigonella. Contro guerra, riarmo, genocidio

Fermiamo il genocidio del popolo palestinese
Impediamo la terza guerra mondiale ed il riarmo europeo
Smantelliamo le basi Usa-Nato – Smilitarizziamo Sigonella.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Bertolla Vendesi – Una camminata nel declino inarrestabile dell’ultimo borgo rurale di Torino

Continuiamo la raccolta dei contributi redatti da Un altro piano per Torino, di cui avevamo già pubblicato un articolo sulla camminata dal parco della Pellerina all’ex area Thyssen. Diffondiamo questi contenuti perché uno degli elementi fondamentali per costruire una solida lotta a difesa dei territori significa conoscerli!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Il Ponte sullo Stretto è uno specchietto per allodole”. Calabria e Sicilia si preparano alla manifestazione popolare

Il ponte sullo Stretto” tra la Calabria e la Sicilia è uno “specchietto per le allodole.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Misure cautelari per tre militanti di Antudo per un sanzionamento alla Leonardo SPA. Repressione su chi fa luce sulle fabbriche di morte e le guerre in atto

Ieri mattina la Questura di Palermo ha eseguito tre misure cautelari, due obblighi di firma e una custodia cautelare in carcere per tre militanti di Antudo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

2.8 Radura || Rivoltare la terra. Le mobilitazioni degli agricoltori

In tutta Europa stiamo assistendo alla crescita delle mobilitazioni di agricoltori ed allevatori. L’elemento scatenante è quasi ovunque l’aumento dei prezzi del gasolio agricolo e la nuova PAC, politica della comunità europea sull’agricoltura.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Agricoltori siciliani in protesta: primo corteo sulla Palermo-Sciacca

La protesta degli agricoltori e allevatori sbarca in Sicilia. Questa mattina (20 gennaio) si è svolto il primo corteo con i mezzi agricoli: partendo dall’area artigianale di Poggioreale, i trattori hanno sfilato lungo la Palermo-Sciacca per 3 km. Code infinite e traffico in tilt per diverse ore.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La base siciliana di Sigonella spicca il volo.

La base siciliana di Sigonella spicca il volo verso le guerre stellari. L’ufficio stampa di U.S. Space Force, la divisione delle forze armate degli Stati Uniti d’America responsabile di tutte le operazioni spaziali, ha reso nota l’attivazione nella stazione aeronavale siciliana del 5th Space Warning Squadron Detachment 1 (5SWS/Det-1), distaccamento del 5° Squadrone di “pronto allarme” delle unità preposte alle Star Wars. La cerimonia di inaugurazione del centro di comando si è tenuta a Sigonella il 30 ottobre 2023.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Tra premierato e autonomia differenziata: la Sicilia stretta nella morsa delle politiche di Roma

Il 3 novembre il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge costituzionale per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio.