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Dai nostri monti alla Siria del nord, lotta partigiana!

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Una lettera per il 25 aprile da alcuni italiani nella rivoluzione della Siria del nord

 

Settantatre anni fa l’Italia veniva liberata dall’oppressione nazi-fascista. I partigiani erano la parte di quella generazione che decise di combattere il fascismo e di lottare per una società più umana, libera e giusta. Un’impresa difficile per cui tanti hanno sacrificato la vita. tantissimi hanno rischiato di perderla, sono stati arrestati e torturati. Quanti hanno partecipato alla Resistenza rimarranno per sempre un esempio per tutto il mondo di coraggio e umanità.

Anche nella nostra epoca continua lo scontro tra chi lotta per una società libera, democratica e pacifica e chi vuole portare oppressione e guerra in nome di un popolo o di un dio superiore. Proprio come allora c’è chi è pronto a chiudere gli occhi o a sostenere il fascismo, nelle sue diverse forme, per ottenere più potere o più profitti. Noi abbiamo deciso di stare dall’altra parte, dalla parte della Resistenza, e sappiamo di non essere soli. In Italia e in tutto il mondo i nostri amici e compagni stanno nelle lotte dei lavoratori, degli studenti, dei migranti, nel movimento No Tav e ovunque ci siano persone che desiderano un futuro più umano e giusto. 

Nella Siria del Nord, sta rivivendo lo stesso scontro che ha visto i partigiani combattere contro il fascismo. Il nemico è lo stesso che si combatteva sui nostri monti più di settanta anni fa, come anche la sua mentalità, ha solo cambiato volto: il fascismo di oggi in Siria ha la faccia di Erdogan, dell’ISIS e di al-Qaeda. Come all’epoca i nostri politici e i nostri governi quotidianamente tradiscono i valori della Resistenza, perché fanno affari con questo fascismo e ne tacciono i crimini – quando non li approvano esplicitamente. Per loro la rivoluzione della Siria del Nord è da distruggere perché rappresenta la speranza di una società libera, democratica e in cui diversi popoli vivano in amicizia. 

In questa rivoluzione rivivono gli ideali dei partigiani di allora e, ispirati dal loro esempio, siamo venuti qui dall’Italia per difenderla e contribuirvi. Nonostante la distanza geografica e temporale, i nostri compagni curdi, arabi, assiri e turcomanni sentendo le storie della resistenza le sentono come quelle di persone loro compagne e amiche. Nelle lunghe notti passate al fronte e sotto i bombardamenti, nel lavoro quotidiano di costruire una società democratica e libera, spesso il nostro pensiero è andato a chi ha combattuto nella Resistenza, alla ricerca di una fonte di forza e coraggio per fronteggiare il fascismo di oggi. I martiri della Resistenza sono sangue del nostro sangue, nervi dei nostri nervi, e lotteremo sempre perché i loro valori non siano mai sconfitti.

«Marciavamo con l anima in spalla nelle tenebre la su
ma la lotta per la nostra libertà il cammino ci illuminerà»
Buon 25 Aprile a tutti gli antifascisti italiani!

Italiani nella rivoluzione della Siria del Nord

 

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