InfoAut
Immagine di copertina per il post

[in aggiornamento] Diciamo No allo sgombero del Corto Circuito

ore 18.45 Centinaia di persone in corteo passano per il Municipio

ore 18.29 Per le strade del Quadraro, il corteo grida forte e chiaro “Riprendiamoci il Corteo Circuito!

ore 18.15 Dopo lo sgombero di questa mattina, si è appena conclusa l’assemblea a Piazza dei Cavalieri del lavoro. Tanti gli interventi in soliderietà al Centro Sociale Corto Circuito. Adesso si parte in corteo nelle strade del Quadraro.

ore 15.00 Questa mattina è stato sgomberato il Centro Sociale Corto Circuito, uno degli spazi sociali storici di Roma da sempre punto di riferimento per il quartiere ma anche per il resto della città. Già dalle prime ore del mattino sono accorsi decine di solidali per sostenere il presidio che si è formato a Piazza Cavalieri del lavoro. Durante la mattinata è stata chiamata un’assemblea pubblica alle 17 di questo pomeriggio.

L’ordine di sgombero è arrivato dalla magistratura che ha disposto di mettere sotto sequestro gli “abusi edilizi” dell’area di via Filippo Serafini. E’ evidente la contraddizione in termini di queste disposizioni in una città dove la speculazione di palazzinari e banche le fa da sempre da padrona. E’ evidente a tutti che le ragioni di legalità avanzate da questura e magistratura non hanno nessun fondamento soprattutto per tutti coloro che frequentavano lo spazio attivo da 26 anni.

Non è possibile, infatti, lasciare spazio alle accuse e alle narrazioni tossiche di chi prova a delegittimare spazi ed esperienze di autogestione e riappropriazione. Nella città di Roma è necessario, al contrario, rispondere con una stagione di occupazioni e lotta che possa ribadire l’essenzialità degli spazi in cui i quartieri dal basso riescono a ristabilire le priorità di chi li vive. Contro la vera speculazione, contro la cementificazione dei territori, contro l’invasione della grande distribuzione, contro la chiusura di spazi culturali e sociali, contro la mancanza di strutture sportive accessibili a tutti, contro l’emergenza abitativa.

Diciamo NO!

La partita non si è conclusa con questa mattina l’assemblea di questo pomeriggio deciderà delle prossime iniziative da mettere in campo. “Riprendiamoci quello che è nostro, riprendiamoci il Corto Circuito”. Di seguito il comunicato del Centro Sociale Corto Circuito

 

Lo sgombero del Corto Circuito è un atto politico mascherato da motivazioni giudiziarie fasulle

ore 17.00 Piazza Cavalieri del Lavoro manifestazione cittadina

“26 anni di storia non si cancellano. Giù le mani dal Corto”

Alle sei del mattino hanno chiuso tutti gli accessi al quartiere Lamaro con centinaia di celerini, carabinieri e vigili del gruppo di pronto intervento di DiMaggio. L’ordine è quello di mettere sotto sequestro l’area di via Filippo Serafini dove da più di 26 anni è attivo il centro sociale Corto Circuito. Intervengono sulla spinta della magistratura che intima di rimuovere gli abusi edilizi e gli illeciti amministrativi. Le scuole della zone restano semideserte e il traffico è paralizzato per chilometri. Vediamo di cosa si tratta.

Concretamente il sequestro riguarda un tendone che il collettivo del Corto ha posizionato nell’area dopo che nel 2012 un incendio ha completamente distrutto uno dei padiglioni dove si svolgeva la gran parte delle attività. A nulla sono valse le richieste di ricostruzione debitamente depositate presso gli uffici competenti e la raccolta dei fondi completamente autogestita che doveva consentire di rimettere in piedi la struttura incendiata. Tutto fermo da anni a causa di una colpevole volontà di impedire che il centro sociale continuasse a vivere.

Che il tendone non possa configurarsi come abuso edilizio lo capisce anche un bambino, paradossale che a capirlo non sia un magistrato.

Peraltro le cubature che insistono sull’area di via Serafini sono state abbondantemente ridotte dai due incendi che hanno riguardato nel tempo due dei tre padiglioni che originariamente erano presenti. Questo significa che anche l’altra struttura in legno che pure oggi è stata sequestrata, un prefabbricato posizionato qualche anno fa come spazio per dibattiti e attività di doposcuola, fa rimanere gli stabili esistenti ben al di sotto dei volumi che un tempo occupavano l’area.

Il Corto però in questi anni non poteva accettare l’inerzia delle varie amministrazioni. Poiché non poteva sperare che Alemanno intervenisse o che lo facesse Marino (che invece con la delibera 140 ha complicato la vita per centinaia di associazioni e centri sociali), ci siamo predisposti ad una ricostruzione coraggiosa quando una nuova amministrazione si è presentata alla città. La ricostruzione è ancora in corso ma sta avvenendo con una tecnica ultramoderna che consente di realizzare uno stabile ignifugo con materiali di bioedilizia ed un avveniristico sistema di scarico delle acque. Un esempio da seguire e riprodurre, non certo una esperienza da cancellare o demolire.

Sono venuti questa estate ad imparare questa tecnica giovani neolaureati da tutta Italia ma perfino dalle università statunitensi. Abbiamo mostrato quello che stavamo facendo anche ad alcuni amministratori della nuova giunta ed abbiamo confidato nel fatto che la ragione e la conoscenza potessero avere la meglio sulla grigia prassi amministrativa, completamente svuotata di senso. Prendiamo atto che non è così, ma certamente non ci arrendiamo.

L’area di via Filippo Serafini è stata occupata 26 anni fa quando i tre padiglioni di allora erano stati completamente abbandonati al degrado dalle amministrazioni di allora. Questi anni sono stati ricchi di tantissime esperienze e conquiste. Sono passati di qua migliaia di giovani e il Corto Circuito oggi fa parte integrante del Lamaro e della città di Roma. Cancellarlo non è solo un’idiozia, non è possibile.

La nuova amministrazione dispone degli strumenti per fermare questa oscenità. Innanzitutto far sentire il suo ruolo di proprietario dell’area e degli stabili. Fermare il sequestro e consegnare definitivamente la struttura a chi l’ha gestita in tutti questi anni, consentendo che si ricostruisca (o finisca di ricostruire) quello che andò distrutto più di 4 anni fa. Poi superare definitivamente il contenzioso con la Corte dei Conti, questa storia kafkiana che riguarda centinaia di realtà di Roma e che solo atti politici dovuti da parte della nuova giunta può risolvere. I centri sociali sono autentici beni comuni che appartengono alla città, costituiscono un bene prezioso da difendere e sviluppare.

A tutti quelli che in questi anni hanno creduto nelle ragioni dell’autogestione e dell’organizzazione dal basso chiediamo un nuovo sforzo di amore e di lotta. Riprendiamoci quello che è nostro, riprendiamoci il Corto Circuito.

Centro Sociale Corto Circuito

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ex Ilva: il riarmo divora la politica industriale (e la transizione ecologica)

Tutti i nodi vengono al pettine. Il governo sovranista con la sua manovrina accantona risorse per acquistare armi e manda alle ortiche quasiasi politica industriale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Restare a galla insieme in un mondo difficile: Bilancio 2024 delle questioni del lavoro in Cina (Parte 2). 

Proseguiamo la traduzione in lingua italiana di questi preziosi contributi sul contesto delle lotte in Cina nel 2024, tradotti in inglese dal collettivo Chuang.  Consapevoli delle profonde differenze tra il nostro contesto e quello cinese, a sua volta molto difficile da restituire come un intero, alcuni dati e considerazioni che vengono avanzati nel testo sembrano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Rompere la pace dentro territori, fabbrica e università della guerra

Partiamo da qui, da questa inquietudine mai risolta e sempre irriducibile che accompagna la forma di vita militante, l’unica postura da cui tentare di agguantare Kairòs, il tempo delle opportunità che possiamo cogliere solo se ci mettiamo in gioco. 

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Teoria del partito

I prezzi sono più alti. Le estati sono più calde. Il vento è più forte, i salari più bassi, e gli incendi divampano più facilmente.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il Segretario di tutte le guerre

a visione che Hegseth porta dentro l’amministrazione Trump è quella di un’America che può tornare «grande» solo riconoscendo la guerra come sua condizione naturale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il significato dell’ascesa cinese

Riprendiamo e traduciamo da marxist.com questa interessante analisi di Kenny Wallace sul significato dell’ascesa cinese.  Buona lettura! Questa nazione, che appena due decenni fa era ancora immersa nel sottosviluppo, è oggi impegnata in una titanica rivalità con gli Stati Uniti, nella quale riesce a mantenere la propria posizione. Nel frattempo, l’imperialismo americano, di gran lunga […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump all’attacco dell’America Latina con la scusa della “guerra alla droga”

La tensione nei Caraibi ed in America Latina si fa sempre più alta. Alcune note per comprendere quanto sta succedendo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Gaza, un futuro di controllo della AI che ci riguarda

Se andiamo a leggere i piani di controllo dell’ordine pubblico prefigurati per la nuova amministrazione di Gaza, vediamo come questi convergano sulla previsione di un modello di sicurezza basato sull’integrazione di Intelligenza Artificiale (IA), robotica avanzata e sorveglianza aerea.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Un opuscolo su riarmo, genocidio e logistica della guerra

Ripubblichiamo un opuscolo realizzato dall’assemblea cittadina torinese STOP RIARMO.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Colonialismo accelerato: un piano contro la Palestina

Qual è la logica del piano Trump su Gaza? La costruzione di spazio meticolosamente controllato e depoliticizzato, cioè pacificato, per la circolazione, il consumo e la produzione del capitale.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Free Shahin! Appello alla mobilitazione

Apprendiamo con grande preoccupazione del mandato di rimpatrio emanato dal ministro Piantedosi su richiesta della deputata Montaruli nei confronti di Mohamed Shahin, compagno, amico e fratello.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quando il popolo si organizza, il sistema vacilla

L’ultimo periodo di lotte ha mostrato che il potere trema solo quando il popolo smette di obbedire.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Ramy: a un anno dall’inseguimento mortale dei carabinieri Milano non dimentica

A Milano lunedì 24 novembre, si ricorda Ramy Elgaml, giovane ucciso al termine di un inseguimento di ben 8 km da parte dei carabinieri tra viale Ripamonti e via Quaranta, un anno fa; schianto che portò anche al ferimento, grave, di un altro giovane, Fares Bouzidi.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: Mohamed Shahin libero subito!

Ripubblichiamo e diffondiamo il comunicato uscito dal coordinamento cittadino Torino per Gaza a seguito della notizia dell’arresto di Mohamed Shahin, imam di una delle moschee di Torino che ha partecipato alle mobilitazioni per la Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bombardamenti israeliani contro il Libano: 5 morti, tra cui l’Alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabaei

Beirut-InfoPal. Il ministero della Salute Pubblica libanese ha diffuso il bilancio ufficiale dell’attacco israeliano senza precedenti contro un’area residenziale alla periferia sud di Beirut, domenica 23 novembre: cinque morti e 28 feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso il 28 novembre: i comitati sardi chiamano alla mobilitazione

Diffondiamo l’appello uscito dalla rete Pratobello24 che invita tutti i comitati che lottano contro la speculazione energetica a unirsi allo sciopero e alla mobilitazione del 28 novembre.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il caso di Ahmad Salem, in carcere da 6 mesi per aver chiamato alla mobilitazione contro il genocidio

Ahmad Salem è un giovane palestinese di 24 anni, nato e cresciuto nel campo profughi palestinese al-Baddawi in Libano, arrivato in Italia in cerca di protezione internazionale e che dopo il suo arrivo, si è recato a Campobasso per presentare richiesta di asilo politico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non ci sarebbe mai stata una fase due, il cessate il fuoco era la strategia

Il cessate il fuoco, come i negoziati, sono diventati un altro campo di battaglia in cui Tel Aviv temporeggia e Washington ne scrive l’esito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: le grandi possibilità del nazi Kast di essere presidente

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile di ieri sono terminate in modo triste e prevedibile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: corteo “Show Israel Red Card” contro la partita della vergogna tra Virtus e Maccabi Tel Aviv

Ieri, venerdì 21 novembre, corteo a Bologna contro la partita della vergogna, quella di basket tra Virtus e Maccabi Tel Aviv prevista alle 20.30 al PalaDozza.